L’esercito svizzero non avrà i 22 Gripen, accolta l’iniziativa sui pedofili e approvato il nuovo articolo costituzionale sulle cure mediche di base. La partecipazione al voto è stata del 56%
Nulla da fare per l’iniziativa popolare “Per la protezione di salari equi” promossa dall’Unione sindacale svizzera (USS). Gli svizzeri hanno respinto uno stipendio minimo legale a livello nazionale di 22 franchi all’ora, pari a una rimunerazione mensile di circa 4’000 franchi per un tempo pieno di 42 ore settimanali (sarebbe stato il più alto del mondo). Il 76.3% dei votanti ha detto “no” contro il 23% di favorevoli e nessun cantone ha accettato l’iniziativa. Con questa decisione la Svizzera resta tra la minoranza di paesi in Europa che non hanno stipendi minimi fissati dalla legge. L’iniziativa è stata sostenuta dai sindacati e partiti di sinistra con l’obiettivo di diminuire la disparità salariale che interesserebbe oltre 330.000 dipendenti a tempo pieno (il 9% del totale) concentrati soprattutto in settori quali il commercio al dettaglio, la ristorazione, i servizi alberghieri, l’economia domestica, l’agricoltura. Contrari, in un classico schema, il padronato e i partiti di centro e di destra, che durante la campagna del voto hanno persuaso la maggioranza dei votanti, argomentando che le aziende non avrebbero sopportato salari più elevati e ci sarebbe stato il rischio di fallimento con conseguente soppressione di molti posti di lavoro.
Il sindacato ha riconosciuto la chiara sconfitta, che si era delineata nelle scorse settimane, ma ha anche annunciato, tramite il presidente dell’USS Paul Rechsteinerer, che “continuerà la battaglia seguendo un’altra strada”. L’attenzione sarà dedicata ai contratti collettivi di lavoro (CCL), che prevedono regole vincolanti relative al salario e alle condizioni di lavoro, dei quali molti settori economici ne sono privi. Per i rappresentanti padronali il partenariato sociale è un sistema che funziona e il responso popolare è un chiaro segnale di sostegno. Inoltre gli svizzeri hanno anche respinto “un intervento statale nel mercato del lavoro”. C’è stata a lungo incertezza, ma alla fine il piano d’acquisto di 22 aeri da combattimento Gripen è stato respinto. Verosimilmente alto il costo di 3,126 miliardi di franchi, che ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte del “no”. Per la prima volta nella storia i cittadini svizzeri hanno respinto un oggetto che riguardava spese per l’esercito. Il piano era stato approvato dal governo e dalla maggioranza del parlamento, ma l’opposizione di sinistra rosso-verde è riuscita a sottoporlo con un referendum al voto popolare, ottenendo un successo che sa di smacco per il ministro della difesa Ueli Maurer. Il 53.4% dei votanti ha respinto l’acquisto dei caccia svedesi, contro il 48% di favorevoli. Particolarmente l’acquisto non ha convinto gli elettori della Svizzera francese, che hanno votato contro con percentuali oltre il 60%, ma anche i Cantoni di Zurigo, Basilea e Sciaffusa.
L’argomento dei sostenitori sulla necessità di proteggere i cieli svizzeri con i cacciabombardieri svedesi per colmare l’imminente lacuna in materia di sicurezza, non ha fatto breccia. Il comitato pro Gripen fa anche autocritica per la campagna che non è stata in grado di correggere l’immagine negativa dell’aereo, ma non risparmia critiche a Ueli Maurer per avere gestito male il dossier. Il ministro della difesa ha definito il no “una sconfitta personale, ma non un voto contro l’esercito”. I 22 Gripen avrebbero dovuto sostituire i 54 Tiger F-5, che saranno progressivamente messi fuori servizio a partire dal 2016. L’oggetto con l’impatto più emotivo era l’iniziativa “Affinché i pedofili non lavorino più con fanciulli”. Per l’associazione di genitori Marche Blanche, che l’aveva promossa, è stato un successo netto. Il testo dell’iniziativa sarà iscritto nella Costituzione federale e chiede che i pedofili condannati per reati sessuali, dovranno essere interdetti obbligatoriamente a vita di esercitare un’attività professionale a contatto con minorenni o persone dipendenti. Il 63.5% dei votanti vuole la tolleranza zero per pedofili criminali. Christine Bussat, presidente di Marche Blanche, si è detta soddisfatta del risultato conseguito dopo “una dura battaglia contro avversari, che hanno utilizzato anche delle menzogne”.
Comunque, indipendentemente dall’iniziativa, la revisione del Codice penale approvata dal governo, entrerà in vigore a inizio 2015. La modifica segue il medesimo obiettivo dell’iniziativa, ma secondo il governo, garantisce una migliore e più ampia protezione rispetto all’iniziativa, che a differenza della legge, viola il principio della proporzionalità, un pilastro dello Stato di diritto. Simonetta Sommaruga si trova però davanti a un dilemma per l’applicazione dell’iniziativa: o si viola il principio della proporzionalità o non si rispetta la volontà del popolo.
Promossa la medicina di famiglia. Con l’88% di favorevoli è stato approvato l’articolo costituzionale che tende a valorizzare la medicina di famiglia e prevede l’accesso a cure mediche di base sufficienti e di qualità. Confederazione e cantoni promuoveranno la medicina di famiglia per far fronte all’invecchiamento demografico e riequilibrare la ripartizione dei medici sul territorio. Si tratta di un controprogetto all’iniziativa popolare “Sì alla medicina di famiglia” lanciata dai professionisti del settore nel 2009. L’obiettivo era di promuovere il ruolo dei medici di famiglia nell’ambito del sistema sanitario e di migliorare la loro situazione professionale e finanziaria.