Un tesserino falso, giacca e cravatta e una pistola ben nascosta. È bastato questo a Claudio Giardiello, a processo per bancarotta fraudolenta, per entrare armato nel Tribunale di Milano, dall’ingresso riservato ad avvocati e giornalisti, e compiere una strage nei corridoi del Palazzo di Giustizia
Sotto i suoi colpi sono morti l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani, il giudice Ferdinando Ciampi e il coimputato Giorgio Erba. Il killer dopo la strage è riuscito a fuggire ed è stato arrestato a Vimercate dai carabinieri con quello che Renzi ha definito “un atto di eroismo”. Ma il premier subito dopo ha posto l’accento sul problema sicurezza. “Il governo ha dato il mandato molto forte di fare la massima chiarezza sulle falle del sistema che è evidente che ci sono state. Ci sono state evidenti falle nella sicurezza”.
“Una tragedia gravissima” ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo intervento al plenum straordinario del Csm. “La società democratica, aperta e accogliente, è per sua natura vulnerabile” ha aggiunto. Eppure i sistemi tecnologici di sicurezza hanno funzionato, ha assicurato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ma qualcosa è andato storto. “Ho deciso di convocare nei prossimi giorni tutti i procuratori generali per trarre elementi utili a una ricognizione complessiva del sistema”.
Capire cosa è successo è dunque fondamentale “per colmare le falle nel sistema”, come ha sottolineato anche il ministro dell’interno Angelino Alfano, casualmente a Milano nel giorno della strage per partecipare ad una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica in vista dell’inaugurazione dell’Esposizione universale di Milano. “Ha agito con fredda premeditazione”, ne è convinto Tommaso Buonanno, capo della Procura di Brescia, che lo ha sottolineato nella conferenza stampa nell’aula magna della cittadella giudiziaria di Milano.
“La catena di risposta all’emergenza ha funzionato a perfezione e rapidamente, abbiamo saputo quasi subito le generalità del soggetto – ha aggiunto, invece, il generale Maurizio Stefanizzi, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano – è intervenuta una pattuglia della Compagnia di Vimercate ha individuato il soggetto e nei pressi del centro commerciale ‘Torri bianche’ lo ha fermato, lo ha trovato armato di una pistola Beretta modello 98, calibro 9×21 compatta con caricatori ancora pieni e lui, seppur agitato, ha detto che si stava recando a uccidere un’altra persona che riteneva coinvolta nel fallimento della sua impresa”.
Askanews