Anche se il calendario ci ricorda che siamo in autunno da alcune settimane, possiamo affermare con una certa convinzione che è il mese di ottobre ad introdurci ufficialmente nella stagione autunnale poiché si fanno più concrete e visibili le manifestazioni naturali e climatiche tipiche di questo periodo.
Alla fine l’autunno cos’è se non la preparazione della natura all’inverno? Bisogna prepararsi accuratamente ad affrontare la stagione rigida, ad affrontare il futuro. Così, anche il Consiglio federale con la sessione autunnale ha affrontato temi e questioni importanti per i tempi che verranno. Tra gli argomenti discussi in quest’ultima sessione autunnale, c’è il congedo i per genitori che adottano, la soppressione dei dazi doganali, la donazione di organi, la lotta al tabagismo, l’immancabile coronavirus e il miliardo di coesione. Soprattutto quest’ultimo è sembrato molto dibattuto, anche se il risultato non riservava grandi sorprese: il Consiglio nazionale, si è espresso favorevolmente allo sblocco del miliardo di coesione, con 131 voti contro i 55 contrari. Solo l’UDC si è opposta convinta che in questo modo la Svizzera si inginocchia davanti all’Europa e che, prima o poi, divorerà la Confederazione.
Con questa decisione, invece, la Svizzera pone una pezza sulla scelta precedente di non firmare l’accordo istituzionale, abbozzando un timido gesto riparatorio verso l’Ue, per migliorare le relazioni tra Berna e Bruxelles pericolosamente tese. La somma stabilita è di 1,3 miliardi spalmati su dieci anni e destinata a progetti di sviluppo accompagnati da Berna. In particolare la somma è destinata ai Paesi dell’Est e a quegli Stati alla prese con forti ondate migratorie. Questa decisione arriva proprio a ridosso dell’anniversario della peggior strage dei migranti nel mar Mediterraneo, ovvero quando il 3 ottobre del 2013, si ribaltò un barcone nelle vicinanze di Lampedusa. In quell’occasione persero la vita almeno 368 migranti, un numero considerevole anche se approssimativo, perché le vittime potrebbero essere molte di più, per questo motivo la data del 3 ottobre è diventata il simbolo del dramma dell’immigrazione nel Mediterraneo.
Purtroppo quest’anno l’anniversario è stato celebrato con lo sbarco di oltre 400 i migranti giunti sulla più grande delle isole Pelagie, ed è stata la Comunità di Sant’Egidio – un modello di accoglienza e integrazione, totalmente autofinanziato, nato proprio dallo sdegno per la strage di Lampedusa – che, nel rendere omaggio alle vittime del naufragio che avvenne davanti alle coste di Lampedusa nel 2013, ha ricordato l’importanza e la necessità di interventi da parte di tutti, visto che “tragicamente, in un silenzio che fa scandalo, nelle acque del Mediterraneo si continua a morire: già 1.100 scomparsi dall’inizio dell’anno che fanno crescere ad oltre 43.500 le morti dal 1990”.
Non possiamo che accogliere positivamente la decisione da parte del Consiglio nazionale di stanziare questo fondo destinato anche agli stati che in prima persona si trovano ad affrontare la piaga delle ondate migratorie del Mediterraneo. Non è che una goccia nel mare – per usare una frase fatta ma molto indicativa – ma tutti dovrebbero interessarsi e provvedere con aiuti sempre più concreti a questo fenomeno che è ormai una vera e propria piaga umana. Un piccolo aiuto per affrontare il futuro sperando che sia sempre meno “rigido”.
Redazione La Pagina