Le aziende industriali impongono la difficile scelta di lavorare di più o di ridurre i posti di lavoro
Per combattere la forza del franco svizzero per il presidente dell’UDC Toni Brunner vi è una sola ricetta: «La Svizzera non è responsabile della robustezza del franco, ma è costretta a subire le conseguenze della crisi del debito europeo e l’unico rimedio è accrescere la produttività, rifiutando qualsiasi aiuto statale».
Una ricetta sostenuta dal presidente dell’Unione padronale Svizzera, Valentin Vogt, che trova la misura l’unica sensata. In breve: lavorare di più o si riducano i posti di lavoro. Molte aziende fanno propria questa proposta e mettono i partner sociali davanti ad un intricato dilemma. Il sindacato UNIA rifiuta in linea di massima le misure, riservandosi eccezioni sotto determinate condizioni.
Corrado Pardini, direttore del settore Industria UNIA, critica le imprese: “Cercano di spegnere un incendio con l’annaffiatoio. Più lavoro è la ricetta sbagliata contro il super franco, mentre si dovrebbe definire un limite dei tassi di cambio”. Nonostante ciò il sindacato ha firmato un’intensa nel caso della Franke (produttrice di cucine domestiche). I 280 impiegati lavoreranno da settembre 2.5 ore in più. Un allungamento degli orari di lavoro è previsto, dal primo settembre, negli stabilimenti della Lonza a Visp (produttore di sostanze chimiche e biotecnologiche): i 2700 dipendenti lavoreranno per 42,5 ore settimanali, invece delle consuete 41.
In questo caso l’UNIA ha ottenuto l’aumento di 1,5 invece di 2 ore e ha fatto desistere la Lonza dai propositi di voler denunciare il contrato collettivo di lavoro per la fine dell’anno. Le misure concordate e limitate fino alla fine del 2012, dovrebbero appianare i problemi di cambio.
In compenso le aziende s’impegnano a rinunciare a licenziamenti per motivi economici. Le misure sul controverso allungamento degli orari di lavoro devono essere però allacciate ad una serie di condizioni: rispettare la loro limitazione, assicurare il mantenimento dei posti di lavoro, nessuna riduzione dei salari e la regolare verifica della loro necessità.