Oltre 4000 morti, migliaia di feriti, sfollati e senzatetto dopo il terremoto in Nepal, nella mattinata di martedì rintracciati 18 italiani su 40 irreperibili, 24 svizzeri dispersi
Si aggrava continuamente il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito il Nepal e l’India settentrionale: secondo le ultime stime i morti sono oltre 4000. Lo scorso sabato un terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la regione dell’Himalaya, numerosi edifici sono stati distrutti e le operazioni di soccorso sono state disturbate da ulteriori scosse, danni a strade e tubazioni. Secondo l’ONU gli ospedali sono sopraffollati, le medicine e il sangue conservato starebbero finendo. “Molti dei morti sono bambini. Siamo sommersi dalle vittime”, ha affermato Pratap Narayan, del Teaching Hospital, che riunisce 12 ospedali nella capitale e nella valle di Katmandu. La regione è senza energia elettrica, sono danneggiate le centrali idroelettriche.
Dopo la scossa di sabato, ce ne sono state altre due di assestamento molto forti, una del grado 5,6 grado e una di 6,7, quest’ultima che ha causato una nuova valanga sull’Everest. Una lastra di ghiaccio è precipitata per 800 metri colpendo nuovamente il Campo Base, dove sabato c’erano state 18 vittime. Decine di morti si registrano anche in Cina e India. Numerose comunità, soprattutto delle aree montuose, avrebbero subito i danni più significativi e le perdite più numerose. Molti “villaggi sono stati interessati da frane e non sarebbe difficile trovare intere comunità di 200, 300, fino a 1.000 persone completamente sepolte dalle frane”, ha detto alla Bbc il portavoce dell’agenzia umanitaria World Vision, Matt Darvas. “Molti corpi sono ancora sotto le macerie e l’esercito e le squadre della protezione civile sono pienamente coinvolti nelle operazioni di soccorso. Si calcola vi siano migliaia di sfollati e senzatetto”, ha fatto sapere la Caritas.
Si teme che nel picco della stagione, siano un migliaio gli scalatori nella regione. “Ho perso quattro persone del mio gruppo, due nepalesi, un cinese e un australiano. Ma la situazione è talmente brutta che le brutte notizie hanno solo iniziato ad arrivare”, ha spiegato Temba Tsheri, sherpa della Dreamers destination treks and Expeditions, in una intervista all’agenzia stampa cinese Xinhua. Il premier Sushil Koirala domenica ha lanciato un drammatico appello alla comunità internazionale per “aiuto e sostegno”. “Riusciremo a superare questo momento, qualunque sarà il costo per farlo”, ha affermato, chiedendo ai connazionali in questo momento “di fare il possibile” per salvare vite umane.
Diverse nazioni hanno immediatamente disposto aiuti di emergenza, come soccorritori o finanziamenti. Il ministro degli Esteri d’Italia, Paolo Gentiloni, esprimendo la propria vicinanza al Nepal ha informato sui 300’000 euro su fondi della Cooperazione. Il finanziamento, informa la Farnesina, verrà canalizzato attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa e consentirà alla Croce Rossa nepalese di realizzare attività di primo soccorso alle vittime. Nel frattempo l’Unicef ha lanciato l’allarme per i bambini che si trovano nelle zone colpite dal terremoto in Nepal: secondo l’organizzazione, sono almeno 940mila i minori a rischio nella regione distrutta dal sisma che hanno bisogno di assistenza umanitaria urgente. L’Unicef sta mobilitando staff e aiuti di emergenza per supplire alle necessità più immediate della popolazione.
L’emergenza, spiegano dall’Unicef, rende “i bambini particolarmente vulnerabili”, per la mancanza di acqua potabile, i problemi medico-sanitari e per il fatto che molti di questi bambini possono essersi trovati separati dalle famiglie. Oltre agli aiuti già sul posto, l’organizzazione ha predisposto l’arrivo nel paese di 120 tonnellate di aiuti umanitari che comprendono materiale medico ed ospedaliero, tende, coperte.
“Sto pregando dopo il terribile terremoto che ha colpito il Nepal”. Sono le parole del Dalai Lama, leader spirituale tibetano, riferite all’Adnkronos dal suo portavoce, Tenzin Taklha, che aggiunge: “Il Dalai Lama sta pregando per le vittime e per i sopravvissuti del terribile sisma in Nepal”.