È di questi giorni la pubblicazione di due ricerche pubblicate sulla rivista Nature e coordinate dall’Istituto Max Planck di antropologia evolutiva di Lipsia, che hanno messo in luce come l’origine dell’Homo sapiens sia da spostare indietro di 100.000 anni. I risultati della ricerca, che ha analizzato gli utensili e le ossa di animali ritrovate insieme ai resti dei nostri antichissimi progenitori, hanno permesso inoltre di ricostruire la sua dieta, a base di carne di gazzella, zebra, uova di struzzo, oltre che molluschi di acqua dolce, istrici, lepri, tartarughe e serpenti (Fonte: ansa.it)
Questi dati storici fanno riflettere su alcuni punti. Innanzitutto, i nostri antenati non erano dei poveri morti di fame, ma avevano una dieta ricca e variata, che comprendeva non solo alimenti di origine vegetale, come qualche corrente di pensiero vuole far credere, ma delle più diverse origini animali.
Studi precedenti, inoltre, avevano messo in luce che l’avvento dell’agricoltura, circa diecimila anni fa, è associata al ritrovamento di resti che presentavano un rallentato accrescimento osseo, rispetto ai resti di cacciatori. Insomma, l’”uniformismo” alimentare non ci ha fatto gran bene, perché ha ridotto la ricchezza di alimenti con i quali prima eravamo soliti nutrirci. Con questo non voglio certo dire che dovremmo tornare a mangiar serpenti; ma rivedere ed ampliare un’alimentazione che, in molti dei casi che osservo, si limita a frumento (pane e pasta), manzo (carni e latticini), pomodori (sughi e insalate) e olive (olio) non è un’idea da scartare a priori.
Inoltre, i nostri bis-bis-bis (ecc.) nonni, per potersi procurare tutto quel ben di Dio, dovevano percorrere diversi chilometri al giorno ed essere pronti a corse di lunga durata per potersi assicurare la preda o per non finire preda essi stessi. Un altro bel lavoro, pubblicato su Nature nel 2004 (autori: Bramble e Liebermann), ha messo in luce tutti gli aspetti anatomici, fisiologici ed evolutivi che fanno dell’uomo un corridore nato.
Che aspettate, a tirare fuori il cavernicolo che c’è in voi?
Preistorici saluti dalla vostra consulente alimentare
Tatiana Gaudimonte
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