Il Consigliere CGIE di nomina governativa in quota M5S Matteo Preabianca, ha di recente inviato una lettera al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) sottoponendo all’attenzione di tutti i suoi membri la triste questione della truffa.
Nella missiva Preabianca sensibilizza tutto il Consiglio ad un azione più incisiva a favore dei numerosi utenti del Patronato rimasti danneggiati e chiede loro di farsi parte attiva e di intervenire presso tutte le Sedi competenti affinché venga fatta chiarezza sulla problematica, prevalga la giustizia e gli utenti vedano finalmente soddisfatte le loro richieste di rivendicazione per il danno subito.
Sulla questione sono state finora presentate svariate interrogazioni parlamentari che ad oggi risultano inevase. La stampa ne ha già dato ampio risalto e, di recente, il caso è stato oggetto di un servizio televisivo delle Iene andato in onda il 9 aprile scorso.
Riassumendo, la truffa fu scoperta nel 2009. Ma solo dopo quattro anni, come ricorda nella notifica Schiavone, il CGIE trattò la questione nell’assemblea plenaria del 27 – 29 novembre 2013. Fino a quella data, l’allora Segretario Generale del CGIE che era contemporaneamente Presidente dell’ INCA/ CGIL in Belgio, Elio Carozza, si era sempre rifiutato di parlarne.
Il CGIE è l’ Ente predisposto a dovere trattare il fatto in quanto coinvolge aspetti di rilevanza per tutta la comunità italiana all’ estero. E il caso tratta aspetti di rilevanza.
Nel 2013 era stato il consigliere CGIE Augusto Sorriso a proporre al Comitato di presidenza (CdP), il quale definisce l’Ordine del Giorno da trattare nelle assemblee plenarie, su richiesta del CDF, ad includere la tematica del caso in merito. La storia si ripete solo che questa volta è Matteo Preabianca del M5S a farsi portavoce della richiesta del CDF.
In un’intervista Augusto Sorriso spiega come sono andate allora le cose. Durante il CdP che precedette la plenaria del CGIE, aveva presentato la causa con il sostegno di altri due consiglieri, Gian Luigi Ferretti e Riccardo Pinna. La risposta alle loro richieste, da parte dell’allora Segretario Generale Carozza, era stata secca: “Non ne vogliamo nemmeno parlare”. Così Sorriso si era riproposto di affrontare il tema nella Plenaria di fine novembre. Conclude l’intervista con le poco rassicuranti parole: “ma visto che il CGIE è composto per la maggior parte da esponenti di sindacati e patronati, mi sembra a questo punto quasi una perdita di tempo. Al Comitato di presidenza chiedevamo solo una dichiarazione di condanna. E chiedevamo controlli più precisi da parte di patronati e sindacati. Insomma, andava puntualizzata la responsabilità oggettiva. Invece, niente. Chiusura totale. In dieci minuti ci hanno zittiti”.
Intervenne anche il consigliere Avv. Carlo Consiglio che si fecce promotore di una richiesta di raccolta firme, strumento previsto dal regolamento CGIE. Proponeva di porre all’ O.d.G. della plenaria il seguente capo: “Connazionali italiani in Svizzera truffati da un dirigente Ente di Patronato. Discussione e provvedimenti”. 33 Consiglieri su 94 firmeranno in seguito la petizione.
A malincuore si nota che il nome del gentile Segretario Generale Schiavone non appare nella lista dei firmatari. In conclusione alla fine dell’ assemblea riunita in Roma il 27 – 29 dicembre 2013 all’ultimo giorno sarà verbalizzato tra le varie.
Nel verbale non vi è alcun cenno alla condanna al risarcimento a carico INCA/CGIL emessa dal tribunale federale elvetico, in tutti i gradi di giudizio in via definitiva. Non una parola che il patronato del CGIL aveva preferito chiudere la struttura in Svizzera per non pagare il dovuto ai propri assistiti. Il CGIE invece ha ritenuto importante dare la parvenza di innocenza del patronato e questo in contrasto con la sentenza del tribunale elvetico. Dopo questi fatti la storia del CGIE nei confronti del caso della truffa INCA termina.
Il CGIE ignora il caso e si disinteressa dei cittadini coinvolti. Per contro si trova sempre in prima linea a prodigarsi ad ogni occasione in favore dei Patronati quando il governo minaccia di ridurne i contributi.
Il comportamento del Segretario Generale uscente e della maggioranza dei consiglieri del vecchio CGIE è a dir poco vergognosa. Assolutamente indegno di un istituto che si dichiara difensore dei diritti dei cittadini all’ estero. Un Segretario Generale che si rivolge costantemente contro i cittadini italiani all’estero per difendere un patronato di cui è responsabile in Belgio. Si spera che il nuovo CGIE con il Segretario Generale Michele Schiavone possa dimostrarsi degno del compito e farsi carico della responsabilità di difendere gli interessi dei cittadini italiani all’estero. Responsabilità per la quale il CGIE è stato costituito.
Per concludere le richieste inoltrate dal CDF sono finalizzate a fare in modo che sia istaurato un sistema di controllo sui Patronati all’ estero al fine di evitare il ripetersi di una simile truffa e di fare in modo che l’ INCA o la CGIL quale ente promotore risarcisca le persone rimaste prive della sicurezza pensionistica a causa della truffa al patronato INCA/CGIL di Zurigo.
Richieste che sono di interesse globale.
CDF, il presidente
Marco Tommasini
Con l’occasione chiediamo gentilmente di firmare e diffondere la petizione nella quale esortiamo il Segretario della CGIL di farsi carico della responsabilità civile per quanto penalmente messo in atto a danno dei pensionati dal patronato INCA/CGIL di
Zurigo, dando finalmente seguito al risarcimento disposto nei confronti della parte lesa dalla sentenza del tribunale federale elvetico.
https://www.change.org/p/susanna-camusso-diritto-ad-una-adeguata-tutela-pensionistica-appello-asusanna-camusso