Se il mondo della telefonia mobile con l’arrivo del 5G, tecnologia ultra veloce ed ultra potente per le nuove trasmissioni tra smartphones, è agitato da un dibattito critico sul futuro delle comunicazioni in attesa delle decisioni del Consiglio Federale previste per fine 2019, il mondo accademico invece ricorda che c’è un settore dove il progresso è ancora rappresentato da innovazioni cui ci siamo talmente abituati da averne persino dimenticato la comodità. È quanto ci ricorda a Lugano e Locarno il progetto “Decoding wireless”, ovvero: scopriamo la comunicazione senza cavi, promosso dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (Schweizerischer Nationalfonds zur Förderung der wissenschaftlichen Forschung) e realizzato dall’Istituto di media e giornalismo della Università della Svizzera Italiana insieme al Laboratorio di cultura visiva della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana. L’obiettivo di questa iniziativa è semplice: condurre i visitatori a rivivere la storia delle tecnologie senza fili grazie a un’esperienza personalizzata, digitale ed interattiva. Per esempio, a Lugano da fine giugno le installazioni wireless proposte dalla mostra si comporteranno come una “macchina del tempo”. Collegando gli smartphones alle installazioni messe a disposizione, i visitatori potranno ripercorrere i principali eventi storici che hanno segnato lo sviluppo del “senza fili” da fine Ottocento sino ai giorni nostri. Oppure partecipare ad un safari urbano alla ricerca delle infrastrutture wireless nei punti più impensati della città. Ma anche abbandonarsi alla nostalgia e riascoltare i programmi radiofonici del passato. Dopo Lugano, la tecnologia wireless farà tappa anche a Locarno. Per tutta la durata del settantaduesimo Festival Internazionale del Cinema, anche a Locarno sarà infatti possibile collegarsi alle apparecchiature wireless e compiere “passeggiate senza fili” nel centro cittadino. Se il modo universitario si è occupato del coordinamento scientifico di questa mostra, i contenuti sono stati invece forniti da alcuni sponsor tecnici di assoluto prestigio e che per l’occasione hanno messo a disposizione prezioso materiale storico dai loro archivi: Fondazione e Museo Marconi, la cui sede nella cittadina emiliana di Pontecchio è ospitata proprio nella residenza dell’inventore della radio Guglielmo Marconi; il Museo della comunicazione di Berna; il Museo della radio, sul Monte Ceneri, tra il 1932 ed il 2008 sede del primo ripetitore radio-televisivo in Cantone Ticino; l’archivio delle PTT di Berna; il Festival Internazionale del Cinema di Locarno; gli studi di Comano e Besso della RSI, l’attuale servizio pubblico radio-televisivo svizzero di lingua italiana.
NL TOMEI