Morti l’aggressore 27enne e la vittima di 34 anni, e ferite altre cinque persone, tra cui un bambino
Un atto terribile continua a scioccare la Svizzera. Sabato 13 agosto un 27enne ha ucciso una donna di 34 anni e ferito altre cinque persone, tra cui un bambino di sei anni, su un treno regionale non distante dalla stazione di Salez, nel Sangallese.
L’uomo aveva con sé un liquido incendiario cui ha dato fuoco dopo averlo sparso sul treno. Inoltre aveva un coltello con il quale ha ferito cinque persone e ha ucciso la donna 34enne, madre di due figli. Secondo quanto si apprende finora, non ci sarebbero stati legami tra i due, ma il 27enne, che durante la furia omicida è morto, sarebbe stato una persona isolata. La polizia ha inoltre affermato che non ci sono indizi che portino a un movente terroristico: “Allo stadio attuale, non vi è alcun indizio che dimostri che questo atto abbia matrice terroristica o moventi politici”, si legge nel comunicato.
Testimonianze terribili
Un ragazzo 21enne, presente sul treno durante l’attacco, ha raccontato a 20 Minuten di aver visto “all’improvviso fumo dappertutto, una donna che bruciava dalla testa ai piedi”, che lui stesso avrebbe provato ad aiutare, cercando di chiamare aiuto e utilizzando dell’acqua che aveva con sé. Il ragazzo racconta inoltre di, come molto probabilmente, abbia visto distesa a terra proprio la donna morta dopo l’attacco, con numerose ferite, e una bambina con ferite al viso.
Più controlli
“Serve di nuovo un controllore su ogni treno”, ha dichiarato, secondo 20 Minuten, Hans-Ruedi Schürch, presidente della Federazione del personale di locomotiva. Secondo Schürch, vent’anni fa questa regola sarebbe stata eliminata nei treni regionali e ora si pagherebbe per queste soppressioni. “Il sentimento di sicurezza sul treno era completamente diverso”, sostiene Schürch, sottolineando anche che un controllore non armato forse non sempre riuscirebbe a evitare un attacco come quello di Salez, però potrebbe intimorire e scoraggiare simili atti.
Altri attacchi recenti
Solo a luglio, su un treno regionale tedesco, un giovane afgano ha attaccato poco prima di mezzanotte diverse persone che viaggiavano sulla tratta Würzburg-Heidingsfeld e Ochsenfurt con un coltello e un’ascia. Il 17enne ha ferito così cinque persone, tra cui quattro gravemente. Il movente, in questo caso, era chiaro: il ragazzo voleva vendicare un amico morto in Afghanistan uccidendo “infedeli”. Aveva, infatti, annunciato in un video di voler commettere un attentato suicida. Durante l’attacco il ragazzo ha urlato “Allah akbar”, Allah è grande.
Sempre a luglio, in Germania, nel centro commerciale Olympia di Monaco di Baviera, un 18enne tedesco-iraniano ha compiuto una strage armato di pistola e 300 colpi, provocando la morte di nove persone, oltre a quella dello stesso killer. Successivamente è emerso che sarebbe stato uno squilibrato che si ispirava al massacro compiuto 5 anni fa da Anders Behring Breivik, e che non avrebbe avuto legami con il terrorismo islamico.