A sei settimane dal voto i dati del terzo barometro elettorali sulle elezioni federali confermano lo slittamento del panorama politico a destra
Se le elezioni per rinnovare il parlamento si fossero svolte in questa settimana, nell’ordine delle forze politiche non sarebbe cambiato nulla. Unico dato indicativo del terzo barometro elettorale della SRG SSR, pubblicato la scorsa settimana, è la conferma della crescita del centro destra con Unione democratica di centro (UDC) e Partito liberale radicale (PLR) che avanzano di circa due punti percentuali, mentre il centro arranca e la sinistra resta relativamente stabile.
La migrazione e la politica d’asilo restano di gran lunga i temi dominanti nella campagna elettorale e fa passare in secondo piano tutte le altre tematiche. Ciò giova alla destra, ossia all’UDC, che secondo molti intervistati è “il partito più competente per risolvere il problema”, come ha spiegato Claude Longchamp, responsabile dell’istituto gfs.bern che ha realizzato il sondaggio. L’avanzata dell’UDC, così come del PLR, l’altro partito che rafforzerà la destra, si spiega con la facoltà di entrambi di mobilitare i propri elettori, ma anche con le perdite significanti dei partiti di centro, soprattutto di Verdi liberali (PVL) e del Partito democratico borghese (PDB). Inoltre si nota come la polarizzazione si sposti a vantaggio dei grandi partiti, poiché anche il Partito socialista (PS) è progredito minimamente, voti che verosimilmente mancheranno al Partito ecologista svizzero (PES).
Il primo partito svizzero appare dunque in ottima forma. Significante il balzo in avanti di quasi due punti dell’UDC, che rispetto a giugno si attesta al 28% (+1.9%). Lo scenario è chiaro: il tema dell’asilo e della migrazione, che tramite il movimento di solidarietà nei confronti dei profughi in Europa dei giorni scorsi, sta dominando l’attualità è ha dato una spinta all’UDC. Un tema che il partito aveva messo in agenda già a luglio e mantenendo una linea dura è riuscito a togliere competenza agli altri partiti. Comunque, secondo Longchamp, gli attuali sviluppi non “dovrebbero avere influenza maggiore per l’UDC” alle elezioni federali ed è dunque difficile che gli altri partiti sfruttino il tema della migrazione per guadagnare consensi. Le strategie della campagna elettorale delle altre formazioni si concentrano su temi ben precisi; il PLR sull’economia, il PS sulla politica sociale e il PPD sui bilaterali.
Il PLR, confermando i progressi rispetto al 2011, dovrebbe rinforzare il centrodestra ed espressa in seggi, l’intenzione di voti darebbe 6 seggi in più a UDC-PLR, che però non basterebbero per ottenere la maggioranza in Consiglio nazionale. I radicali crescono dell’1.8% rispetto a quattro anni fa. Ma c’è un margine per l’evoluzione del risultato, se il partito mobiliterebbe meglio l’elettorato PLR, dove soltanto il 49% ha espresso di volersi recare alle urne. Resterebbe invece sostanzialmente invariata la percentuale di voti del PS, che secondo il barometro supererebbe la soglia del 19%, con una progressione solo dello 0.6%. Senza i temi ambientali al centro dell’attenzione i Verdi con il 7.% regrediscono dell’1%, voti che andrebbero ai socialisti.
In perdita di consensi, anche se non marcati, tutti i partiti di centro, i quali stentano a profilarsi nella campagna elettorale su temi particolari. Al minimo storico il PPD con l’11.1% (-1.2%), che oltre al tema della famiglia, sta cercando di imporre quello dei bilaterali. Se ai democristiani riuscirebbe a farlo sfondare in campagna elettorale, il partito potrebbe riuscire anche a profilarsi. Impresa che invece non sembra riuscire al giovane e piccolo partito del PDB, della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf. La quota degli elettori continua a scendere nei sondaggi e si attesta al 4.2% (-1.3%). Analoga sorte spetterebbe ai Verdi liberali che scenderebbero di 1.1 punti al 4.3%.