Obiettivo 1,3 mln posti lavoro, niente sanzioni a Italia e Francia
È andato meglio del previsto il lancio del piano di investimenti da 315 miliardi di euro che il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha presentato lo scorso mercoledì al Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo. Il presidente della Commissione ha incassato piuttosto facilmente il plauso all’iniziativa da parte dei tre alleati di coalizione: dal capogruppo del Ppe Manfred Weber, da Gianni Pittella, leader dei Socialisti e Democratici e dai Liberaldemocratici di Guy Verhofstadt. Ma positiva è stata anche la reazione del gruppo conservatore Ecr, spesso vicino alla City di Londra e interessato alle nuove opportunità finanziarie. Persino i Verdi, molto critici sulla destinazione degli investimenti, che temono vadano alle solite infrastrutture controverse, come la Torino-Lione (invece che ai programmi ambientali e alla transizione energetica) hanno comunque considerato le proposte di Juncker “un importante passo nella giusta direzione”, perché indica una svolta rispetto alle “devastanti politiche dell’austerità”. L’opposizione vera, dura e pura, alla fine è venuta solo dalla sinistra radicale del Gue (Gauche unitaire européenne), dal gruppo euroscettico Efdd, inclusa la sua componente italiana del M5s, e dall’estrema destra. Parlando a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue, anche il ministro italiano dell’Economia, Pier Carlo Padoan, durante il dibattito di Strasburgo, ha salutato l’iniziativa, osservando che “potrà svolgere un ruolo decisivo per dare impulso alla crescita nell’Ue” e sottolineando che rappresenta “una svolta nella politica economica e quindi nella capacità dell’Europa di tornare a produrre crescita e lavoro”.
Anche “Il governo tedesco appoggia in linea di principio il pacchetto proposto da Jean Claude Juncker, con il quale la commissione europea assieme alla Banca europea degli investimenti Bei intendono mobilitare 315 miliardi di euro di ulteriori investimenti. Sottolineiamo che gli investimenti sono importanti, ma prima di tutto deve essere chiaro quali sono i progetti a cui sono destinati”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel, intervenendo al Bundestag.
I 3 pilastri del piano Juncker
La Commissione europea ha ufficializzato un piano di investimenti da 315 miliardi di euro per rilanciare la crescita dell’Europa e ridare lavoro ad un maggior numero di persone. Il piano si articola in tre filoni principali. Primo, la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), garantito con fondi pubblici, per mobilitare non meno dei sovracitati 315 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nel corso dei prossimi tre anni (2015-2017). Secondo, la creazione di una riserva di progetti credibile accompagnata da un programma di assistenza per incanalare gli investimenti dove sono maggiormente necessari. Terzo punto, secondo quanto recita un comunicato dell’Ue, una ambiziosa tabella di marcia per rendere l’Europa più attraente per gli investimenti ed eliminare le strettoie regolamentari. In base alle stime della Commissione europea, considerate nel loro insieme, le misure proposte potrebbero aggiungere tra 330 e 410 miliardi di euro al Pil Ue nei tre anni considerati e creare fino a 1,3 milioni di nuovi posti di lavoro. “Investendo di più l’Europa potrà accrescere la sua prosperità e creare maggiori posti di lavoro: è semplice”, ha commentato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “Il piano di investimenti che presentiamo oggi, in stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, rappresenta un modo nuovo e ambizioso di stimolare gli investimenti senza creare nuovo debito”.