Ben ritrovati lettori e lettrici! Ci siamo dovute prendere una pausa per via della frenesia dell’anno nuovo che sta per arrivare, ma ora siamo qua. Intanto è incredibile come, quatto quatto, il tempo si sia spinto ormai fino agli albori del periodo natalizio; già si avverte nell’aria, nelle vie illuminate della città, quell’atmosfera che, forse solo per tradizionale utopia, rappacifica gli animi e distende le tensioni. Ma forse sarete curiosi di sapere le novità provenienti dal Vermigli e allora eccovi serviti! Il 17 novembre la prima classe, accompagnata dalla professoressa Caffarel, del nostro liceo, si è diretta niente meno che all’Università di Zurigo; un po’ prematuro, dite? La verità è che la meta altro non era se non un’interessante mostra sulla mummificazione organizzata dal polo studentesco. E sicuramente non sarà difficile immaginare la suggestione di trovarsi di fronte a corpi vissuti chissà quanti anni fà; in un tempo lontano, che si trasforma magicamente in presente con la bacchetta della nostra immaginazione. Ognuna di quelle vite avvolte in una bende, un contenuto invisibile imprigionato e muto sotto una forma omologata. Ma non scordiamoci che le mummie rappresentano senza ombra di dubbio uno dei primi tentativi, non più malvagi sicuramente di altri, di conciliare scienza e religione in un periodo in cui esse non erano ancora così distanti. Nell’oltretomba il cuore doveva essere posato su una bilancia (strumento scientifico) e ora, può forse una pratica che implica una buona conoscenza, non solo delle sostanze chimiche, ma anche dell’anatomia umana, allontanarsi dal mondo scientifico? Non ci pare nemmeno troppo azzardato ammettere, come fatto in precedenza, che merita una lode chi, sia pure per fini pseudoreali, contribuisce ad aumentare il sapere dell’uomo. Un uomo che spesso sa essere cattivo, ingiusto e fautore della sua stessa distruzione; queste alcune delle riflessioni portate dal film “ Verdingbub” che la nostra stessa classe è andata a vedere il 29 novembre con la professoressa Maviglia. Protagonisti della pellicola sono un ragazzo, Max, che proviene da un orfanotrofio, e una bambina, Berteli, che viene separata dalla madre dopo la morte di suo marito. Entrambi si ritrovano nella stessa famiglia che accoglie i ragazzi per farli lavorare; questo grazie ad un parroco a cui forse sarebbe parso troppo scomodo realizzare ciò che accadeva in quella casa. In essa infatti si susseguono i maltrattamenti, le angherie che già avevano portato alla morte di un bambino prima dell’arrivo di Max.
Berteli non sopravviverà ai continui abusi del figlio biologico della coppia, si toglierà la vita dopo un aborto indotto dalla “madre”. E in tutto questo spietato annientamento dei sentimenti, della dignità umana, non vi aspettate un eroe invincibile che ne potrà salvare almeno uno. Qui gli eroi hanno lasciato il posto all’omertà di un problema che non esiste perchè un intero paese si rifiuta di riconoscerlo, siamo tutti felici con gli occhi bendati e ci pasciamo della presunta serenità con le buone maniere della domenica mattina; questa l’umanità. Troviamo così una giovane insegnante che tenta disperatamente di salvare la vita dei due scolari, ma nulla può la volontà contro il muro della negazione. Come finirà questo gioco al massacro? Con una fuga che porterà il giovane Max a vivere quella vita regolare e degna anche per Berteli. Quanto ci costa ammettere la verità! Essa però ha un pregio: aumentare il valore delle buone azioni! Ma spostiamoci ora in un piccolo scorcio di un pomeriggio qualsiasi, in cui, quasi in sottofondo, si preannuncia l’arrivo di una nuova rappresentazione teatrale organizzata come tutti gli anni dalla nostra scuola. Nessuna indiscrezione su attori e trama, ma provvederemo dopo le vacanze a portarvi, attraverso le nostre parole, dietro le quinte di questa commedia… ops!… forse abbiamo detto troppo. E allora è arrivato il tempo di salutarci, dal momento che a breve inizieranno le vacanze di natale. Vi auguriamo buone feste e vi aspettiamo nel nuovo anno. MEROLA MARIA-GRAZIA BREIMAIER FEDERICA