Forte progressione del tasso di attività delle donne
Nel 2020, era attivo l’81,4% della popolazione dai 50 ai 64 anni, contro il 70,9% nel 1991. Ciò è dovuto alla forte progressione del tasso di attività delle donne. Nel raffronto europeo, la Svizzera, assieme alla Svezia, all’Islanda e all’Estonia, faceva parte dei Paesi nei quali oltre otto persone su dieci tra i 50 e i 64 anni erano attive. Nel 2020 in Svizzera, oltre una persona su sei dai 65 ai 74 anni era professionalmente attiva.
Condizioni di lavoro diverse da quelle delle persone più giovani
Tra le persone dai 50 ai 64 anni, nel 2020 il 40,3% lavorava a tempo parziale, contro il 35,2% di quelle tra i 25 e i 49 anni. La manodopera che ha raggiunto i 50 anni è sovrarappresentata nei rami «trasporto e magazzinaggio», «amministrazione pubblica», «agricoltura e silvicoltura». Un numero maggiore di persone dai 50 anni in su rispetto a quelle più giovani lavorava da indipendente, abitualmente durante il fine settimana ed esercitava un’attività secondaria. Queste persone avevano inoltre 3,5 giorni di vacanza in più all’anno.
Nel 2018 il salario mediano ammontava a 7341 franchi
Nel 2018, indipendentemente dal gruppo di professioni, il salario mensile lordo mediano dei dipendenti dai 50 ai 64/65 anni ammontava a 7341 franchi, in aumento del 7,6% nell’arco di dieci anni. Il salario mediano delle donne dai 50 anni in su rimane inferiore rispetto a quello degli uomini, sebbene tra il 2008 e il 2018 le differenze salariali si siano ridotte.
Disoccupazione di lunga durata in un caso su due
Nel 2020 il tasso di disoccupazione ai sensi dell’Organizzazione internazionale del Lavoro ILO era più contenuto per le persone tra i 50 e i 64 anni che per quelle dai 25 ai 49 anni. Inoltre per le donne era inferiore rispetto a quello degli uomini. La metà delle persone disoccupate dai 50 ai 64 anni stava cercando un lavoro da oltre un anno. Nel raffronto internazionale, il tasso di disoccupazione delle persone dai 50 ai 64 anni si situava circa a metà della classifica dei Paesi.
Nel 2020 il 18,6% delle persone dai 50 ai 64 anni erano non attive, un quinto delle quali vorrebbe lavorare e sarebbe disponibile a farlo, per la maggior parte nel giro di un mese.
Uscita dal mercato del lavoro in media a 65,2 anni
Nel 2020 l’età media all’uscita dal mercato del lavoro si attestava a 65,2 anni. Le persone che lavorano come indipendenti si ritirano dalla vita attiva molto più tardi di quelle che lavorano come dipendenti. Il ramo in cui la manodopera resta attiva più a lungo è quello dell’«agricoltura e selvicoltura» (uscita a 67,5 anni). Invece, tra le persone attive nel ramo «attività finanziarie e assicurative» si registra un’età media all’uscita dal mercato del lavoro pari a 62,8 anni.
A giudicare dal tasso di prepensionamento, si constata un ritiro flessibile dalla vita attiva. Sei anni prima dell’età ordinaria di pensionamento, il tasso di prepensionamento si attestava al 4,8% per gli uomini e al 4,2% per le donne. Un anno prima di quest’età, raggiungeva il 39,0% (uomini) e il 30,4% (donne).
Fonte: UST