Ad usarla per la prima volta è stato il dottor Corey adams, della ontario University of london, negli Usa
Gli strumenti usati dai medici nelle sale operatorie si arricchiscono di un piccolo gioiello meccanico definito “pistolasalva cuore” perché ha la forma di una pistola. Questo strumento, però, è un capolavoro delle conoscenze scientifiche e della tecnica perché permette di arrivare al cuore ed eseguire un intervento che altrimenti sarebbe ben più problematico. Il primo medico ad aver già utilizzato questa “pistola” è il dottor Corey Adams, cardiochirurgo presso la clinica universitaria dell’Ontario University of London, negli Stati Uniti. La “pistola” è in dotazione anche dell’ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna, dove è stata sperimentata su una donna di 86 anni con problemi di cuore. Già, perché questo strumento è stato inventato in primo luogo per quei pazienti con problemi cardiaci che per età e anche per le condizioni generali di salute non potevano essere operate con i metodi ormai tradizionali perché troppo invasivi. Vediamo da un’intervista rilasciata a Tommaso Varotti come funziona questa pistola specialissima dalla spiegazione stessa del dottor Adams: “Dopo aver praticato un piccolo taglio sul torace all’altezza del cuore, il chirurgo introduce la pistola salva-cuore finché, con la sua canna sottile, raggiunge la parte inferiore del muscolo cardiaco. Un piccolo divaricatore posto sulla punta della pistola apre un piccolo foro sulle fasce muscolari cardiache e crea così un varco. Quindi, attraverso 8un sottile cavo a sua volta inserito nella pistola salva-cuore, come se fosse un proiettile, il chirurgo applica la protesi che serve per curare il malato. A questo punto il chirurgo estrae la pistola dal torace del paziente e prosegue con le cure necessarie, riducendo in maniera significativa i tempi dell’intervento e la sua invasività in quanto l’intero muscolo cardiaco è toccato molto meno di prima e, quindi, ne preserviamo quasi completamente l’integrità delle fibre. Infatti, ricordo che questo strumento è stato usato con efficacia in pazienti in età, nei quali il cuore non è più forte e resistente come nei pazienti più giovani. Inoltre, grazie a questo strumento, possiamo operare mentre il cuore continua a battere.
Quindi non è necessario fermarlo, con tutti i rischi del caso quando si deve riattivare il battito. La somma totale di questi vantaggi ci consente di dimezzare i tempi d’intervento, che da quattro ore passano a due. Dimezzando il tempo necessario a portare a termine l’intervento, anche l’anestesia generale può essere più leggera e, quindi, meglio tollerata dai pazienti, compresi quelli che prima non avrebbero potuto sopportare un’anestesia di lunga durata”. Accade spesso, infatti, che molti pazienti non possono essere operati perché le condizioni del cuore non sono tali da permettere un intervento. Anzi, spesso, operare significa rischiare talmente tanto che gli svantaggi superano le probabilità di successo. A volte questo succede anche per interventi ormai di routine, quali l’asportazione della colecisti. Senza contare l’imbarazzo in cui si trovano sia i medici che devono mettere al corrente i familiari e i pazienti stessi, sia questi ultimi che si trovano a dover sopportare una condizione di sofferenza e nello stesso tempo a non poter far nulla per migliorarle la loro condizione. Dice il dottor Adams: “Come spesso accade in medicina, abbiamo proposto questa tecnica innovativa prima ai pazienti che non avevano altre possibilità. L’esito positivo di quanto abbiamo fatto ci incoraggia a proseguire su questa strada, aumentando poi il numero dei candidati all’intervento”. Non c’è soltanto il cuore in quanto organo che la pistola può salvare, ci sono altri casi, tipo, ad esempio, l’aorta, che è il vaso sanguigno che porta il sangue pieno di ossigeno a tutte le parti del corpo, quando essa è ostruita. Succede con l’età e quando accade, come ognuno può immaginare, subentrano problemi di ossigenazione in tutte le parti del corpo. Lasciamo concludere lo stesso dottor Adams: “Se l’aorta è malata, dobbiamo applicare al suo posto un condotto artificiale in grado di regolare il flusso sanguigno, come accade quando si rende necessario deviare il corso di un fiume in piena per evitare alluvioni. La pistola salva-cuore facilita quest’applicazione. Per ora questo è l’impiego che possiamo farne. Vedremo in futuro se e come, con opportune modifiche, la pistola salva-cuore si potrà sfruttare per curare anche altri problemi cardiaci”.