Il 2 di giugno ha un valore incommensurabile per tutti gli italiani, per la nascita della nostra Repubblica, per la conseguente stesura della nostra Costituzione, per l’importante segno di democrazia nascente. Come ogni anno viene celebrata da tutti gli italiani, sia in patria che all’estero, ma la festa della Repubblica quest’anno come non mai, è diventata anche motivo, per fare polemica sull’Europa e per fare campagna elettorale in vista delle imminenti votazioni europee dell’8 e 9 giugno. Così, se il Capo dello Stato Sergio Mattarella, nel suo discorso al popolo italiano, parla di come “il 2 giugno del 1946, l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto – all’avvio della vita democratica – rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità”, nello stesso modo, il nostro Presidente ricorda come la lotta di Liberazione e la scelta repubblicana sia “dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità”. È a questo punto che ad alcuni politici italiani è scattata la molla tanto da chiedere addirittura le dimissioni del Presidente Mattarella. “Se il Presidente pensa davvero che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza dovrebbe dimettersi, perché la sua funzione non avrebbe più senso”, ha detto il senatore della Lega Claudio Borghi. A conferma del pensiero comune dei leghisti, il commento del leader del partito, nonché vice-premier Salvini che afferma “oggi c’è la festa della Repubblica, oggi è la festa degli italiani, della Repubblica, non della sovranità europea”. Mentre Tajani di Forza Italia si dissocia nettamente da questo pensiero, il silenzio regna sovrano dalla presidente del Consiglio Meloni che, giustamente, si è badata bene dal commentare, come tutto il partito di Fratelli d’Italia. Ma quando Mattarella ribadisce il suo pensiero affermando – in un messaggio al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone – “i Padri della Patria erano consapevoli dei rischi e dei limiti della chiusura negli ambiti nazionali e sognavano una Italia aperta”, si capisce che cozza con il pensiero di Meloni, quando afferma la necessità di tornare “all’idea di Europa, che era una idea di Europa che immaginava che la sua forza, la forza della sua unione, fosse anche la forza e la specificità degli stati nazionali”.
Anche se siamo in piani completamente diversi, a chi questo attacco a Mattarella non ha ricordato la meschina richiesta di “impeachment” lanciata dalle punte di diamante dei Cinque Stelle Di Maio e Di Battista? Chi ha buona memoria, sicuramente ricorderà che l’attacco al Presidente Mattarella fu appoggiato dalla Meloni, che a quel tempo stava all’opposizione. Allora la cosa cadde nel dimenticatoio e sicuramente anche questa volta, una tale presa di posizione così irrispettosa nei confronti del Presidente della Repubblica e della sua figura istituzionale, finirà a tarallucci e vino, giustificata dal momento.
Chissà, però, se Matteo Salvini e anche la stessa Giorgia Meloni – che non prende posizione sull’accaduto -, hanno ben chiaro che nel prendere posto al Governo hanno giurato di fronte Sergio Mattarella di rispettare la Costituzione e le leggi e quindi di servire l’Italia e un assetto che comprende anche l’insieme degli Stati europei?
Tra cinque giorni si vota per le Europee e si capisce che queste sono polemiche che rientrano nel quadro di una estremizzazione della campagna elettorale che determinati candidati hanno scelto di intraprendere. Ma ci dovrebbe essere un limite, non può essere permesso tutto semplicemente perché si è in campagna elettorale e per questo qualsiasi tipo di provocazione è ammesso, soprattutto quando si va a macchiare la festa del 2 di giugno con una vergognosa richiesta di dimissioni del nostro Presidente della Repubblica.
Anche se siamo in piani completamente diversi, a chi questo attacco a Mattarella non ha ricordato la meschina richiesta di “impeachment” lanciata dalle punte di diamante dei Cinque Stelle Di Maio e Di Battista? Chi ha buona memoria, sicuramente ricorderà che l’attacco al Presidente Mattarella fu appoggiato dalla Meloni, che a quel tempo stava all’opposizione. Allora la cosa cadde nel dimenticatoio e sicuramente anche questa volta, una tale presa di posizione così irrispettosa nei confronti del Presidente della Repubblica e della sua figura istituzionale, finirà a tarallucci e vino, giustificata dal momento.
Chissà, però, se Matteo Salvini e anche la stessa Giorgia Meloni – che non prende posizione sull’accaduto -, hanno ben chiaro che nel prendere posto al Governo hanno giurato di fronte Sergio Mattarella di rispettare la Costituzione e le leggi e quindi di servire l’Italia e un assetto che comprende anche l’insieme degli Stati europei?
Tra cinque giorni si vota per le Europee e si capisce che queste sono polemiche che rientrano nel quadro di una estremizzazione della campagna elettorale che determinati candidati hanno scelto di intraprendere. Ma ci dovrebbe essere un limite, non può essere permesso tutto semplicemente perché si è in campagna elettorale e per questo qualsiasi tipo di provocazione è ammesso, soprattutto quando si va a macchiare la festa del 2 di giugno con una vergognosa richiesta di dimissioni del nostro Presidente della Repubblica.
Redazione La Pagina