Sembra un vero e proprio ultimatum il messaggio del premier Conte rivolto ai due alleati di Governo
Era stato annunciato e atteso con molta ansia, poi, finalmente, alle 18:15 di lunedì 3 giugno il premier Giuseppe Conte ha pronunciato il suo messaggio. Conte ha constatato e confermato il momento di grande crisi che sta attraversando il governo giallo verde, tanto che si è esposto con un messaggio rivolto ai due vicepremier che negli ultimi tempi sono sembrati tutt’altro che alleati. “Se non avrò risposte chiare – ha detto, in conferenza stampa, a Palazzo Chigi – rimetterò al Colle il mandato”. “Personalmente – ha aggiunto – resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento. Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”. “Se ciò non dovesse esserci – avverte Conte – non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato”. “L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo”.
“Chiedo a entrambi le forza politiche e ai rispettivi leader di dirci se hanno obiettivo di proseguire nello spirito del contratto o se preferiscono riconsiderare questa posizione” dice Giuseppe Conte che, pur non dando date precise, lascia intendere che i tempi sono strettissimi: “il Paese non può attendere” e riferendosi direttamente ai due vicepremier: “Da Di Maio e Salvini attendo una risposta rapida”.
Poi è passato a commentare i due provvedimenti più cari a Matteo Salvini, per quanto riguarda al Flat tax afferma che si lavorerà “senz’altro alla flat tax ma c’è una riforma organica del fisco di cui il Paese ha bisogno, che attende da anni”; mentre, per quanto riguarda al Tav, “non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato”.
Da Salvini la risposta è precisa e sicura: “Se tutti mantengono la parola data il governo va avanti” afferma il leader leghista. “Io non litigo – sottolinea – sono settimane che non rispondo agli insulti, alle provocazioni e agli attacchi. Tempo da perdere in polemiche non ne abbiamo”. Poi però non dimentica di pressare sui suoi provvedimenti: “Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, decreto sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è”.
Anche Luigi Di Maio dice la sua e interviene chiedendo che “finiscano gli attacchi ai ministri del MoVimento 5 Stelle, rispettando il lavoro di ognuno e, siccome nel contratto c’è ancora tantissimo da fare, non è certamente il momento per proporre temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto”.
Il monito all’armonia e alla collaborazione però non ha gli effetti auspicati da Conte a causa dell’emendamento proposto da Matteo Salvini, che provocherebbe la sospensione per due anni del codice degli appalti ma che trova in disaccordo il M5s secondo cui questo provvedimento favorirebbe corruzione e la criminalità organizzata.
Così, lo scontro sull’emendamento ha fatto saltare le trattative solo dopo circa un’ora di colloquio.
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