Entrato in vigore la scorsa settimana il divieto del burqa in Austria: ecco tutte le misure “sicurezza e integrazione” del governo austriaco
Il governo austriaco aveva già annunciato a febbraio il divieto del burqa in pubblico che ora è stato varato. Secondo Askanews e i media austriaci, l’esecutivo di grande coalizione tra popolari e socialdemocratici si era accordato su questo punto già nel dettagliato programma di governo concordato ad inizio anno e la scorsa settimana ha varato il provvedimento in Consiglio dei ministri. Oltre al burqa è vietato indossare in pubblico qualsiasi velo e copricapo che nasconda il viso delle donne, chi agisce contrariamente alla legge rischia una multa di 150 euro. Il divieto inoltre riguarda anche la distribuzione del Corano. Stando alla nuova normativa “sicurezza e integrazione”, i richiedenti asilo che abbiano buona prospettiva di restare nel Paese sono inoltre tenuti a frequentare un corso di un anno – “anno dell’integrazione” – per apprendere la lingua e i valori del posto, scrive l’ats. Ed è prevista anche la prestazione di un lavoro socialmente utile.
I richiedenti asilo dovranno inoltre svolgere attività socialmente utili in modo gratuito. Chi si rifiuterà vedrà ridotti gli aiuti finanziari. “Solo in questo modo le persone potranno elaborare il rispetto verso la società”, ha affermato Sebastian Kurz (Oevp), ministro degli Esteri e dell’Integrazione, il promotore di questo pacchetto integrazione. Tre mesi dopo aver depositato richiesta di asilo, i migranti potranno anche lavorare legalmente.
Secondo l’ats, una misura che i socialdemocratici preferiscono definire come “training lavorativo temporaneo”. In realtà il senso di una prescrizione del genere è anche più ampio: “Solo così le persone possono guadagnarsi il rispetto della maggioranza della società”, ha detto il ministro Kurz. Chi dovesse rifiutarsi di prendere parte a queste iniziative sarebbe colpito con il taglio degli aiuti.
“Un cambiamento paradigmatico, perché per la prima volta vengono coinvolti anche i richiedenti asilo nelle misure”, ha commentato all’ats la sottosegretaria Muna Duzdar (SPOE), commentando il pacchetto di sua competenza, che prevede costi per 200 milioni di euro fino alle fine del 2018.
Per Amnesty International, secondo la Dresdner Neueste Nachrichten però, il veto che colpisce le donne che intendono nascondere il viso col velo sarebbe “inadeguato e sproporzionato, oltre che anticostituzionale”. E anche la comunità islamica avrebbe affermato che le misure previste sono un attacco al diritto alla considerazione della vita privata, e alla libertà di religione e di opinione.
Austria esentata dal programma di ricollocamento migranti
L’Austria chiederà all’Unione europea di essere esentata dal programma di ricollocamento dei migranti. Lo riporta Askanews dopo che è stato annunciato dal premier Christian Kern, al termine del Consiglio dei ministri, precisando di voler scrivere presto una lettera a Bruxelles per chiedere la comprensione dell’Ue riguardo alla posizione dell’Austria.
Come ricorda la tv austriaca Olf, il piano di redistribuzione nei paesi Ue di 160.000 richiedenti asilo giunti in Italia e in Grecia dal settembre 2015 prevede che Vienna accolga quasi 2.000 persone. Kern ha spiegato oggi che l’Austria ha già accolto quasi lo stesso numero di migranti, giunti illegalmente nel Paese.
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