Invitato dalla Svizzera, il presidente della Repubblica Italiana è giunto in terra elvetica per due giorni di colloqui ufficiali sui rapporti tra i due Paesi e promuovere nuove cooperazioni
L’ultima volta che un Capo di Stato italiano è stato in visita in Svizzera era il maggio del 2003 e allora vi era Carlo Azeglio Ciampi. Quest’anno l’incontro ufficiale tra le massime rappresentanze dei due Paesi si è ripetuto, nelle giornate di martedì 20 e mercoledì 21 maggio, quando la Svizzera ha accolto il nostro Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. A più di 10 anni di distanza, l’incontro ufficiale ha voluto essere una testimonianza importante “dei legami molto solidi che esistono tra i nostri due Paesi e i nostri due popoli” ha detto il Presidente della Confederazione Didier Burkhalter durante i saluti iniziali. Accompagnato dalla moglie Clio e da una delegazione italiana, tra cui anche il ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini, Napolitano ha prima fatto il suo ingresso ufficiale nella piazza della cattedrale di Berna, Münsterplatz, dove è stato accolto dai membri del Consiglio federale, la Cancelliera della Confederazione e dagli Onori Militari.
Nella soleggiata piazza si è svolta una bellissima cerimonia di accoglienza con l’esecuzione degli inni nazionali. Successivamente le delegazioni si sono trasferite al Bernerhof dove i due Presidenti hanno sottolineato, nei rispettivi discorsi, l’ottima qualità e l’intensità delle relazioni bilaterali tra Italia e Svizzera così come l’obiettivo comune di promuovere una cooperazione ancora più stretta. Il Presidente Burkhalter ha inoltre voluto ringraziare i circa 500000 cittadini italiani residenti in Svizzera, identificandoli come un importante fattore umano nelle relazioni tra i due Paesi e esprimendo loro “la gratitudine del popolo svizzero per il contributo degli Italiani di ieri e di oggi alla prosperità e alla ricchezza culturale del nostro Paese”. Ma c’è un dato che non viene mai preso in considerazione ed è quello che riguarda il gran numero di svizzeri che hanno deciso di vivere in Italia che, secondo gli ultimi dati del 2013, sarebbero poco più di 50000. Ciò vuol dire che vi è uno scambio concreto tra le due Nazioni: non a caso l’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera, dopo Germania e Stati Uniti e la Svizzera è il quarto mercato d’esportazione dell’Italia. Nel corso del suo intervento, Burkhalter ha anche fatto cenno alle questioni fiscali che da “troppo tempo” sono al centro del dibattito tra le due Nazioni: “È nostro dovere trovare rapidamente soluzioni costruttive e soddisfacenti. Le relazioni tra l’Italia e la Svizzera, sono così vive, dinamiche e variegate che non meritano di essere ostacolate da liste nere!”.
Burkhalter ha inoltre posto l’accento sulla posizione della Confederazione Elvetica nel quadro europeo, sostenendo che anche se la Svizzera “ha scelto una sua propria via in Europa, la via bilaterale, condivide pienamente i valori sui quali è stata costruita l’Unione europea: la pace, la democrazia, lo Stato di diritto, il rispetto delle minoranze e la dignità umana. Sono anche i valori della Svizzera”. Tali valori devono essere difesi e la Svizzera è pronta a dare il proprio contributo dove necessario, facendo riferimento alla crisi in Ucraina che intacca la sicurezza e la stabilità in Europa. “La nostra buona e stretta collaborazione non si limita ai rapporti di vicinato, ma si estende anche al livello multilaterale. In questa prospettiva sono convinto che le opportunità di collaborare con la presidenza italiana dell’Unione europea, nel secondo semestre del 2014, non mancheranno di certo” ha concluso.
“Spero vivamente che il semestre italiano di presidenza del consiglio Europeo possa facilitare una più profonda comprensione delle reciproche esigenze” ha dichiarato Giorgio Napolitano durante il suo intervento di risposta, facendo intendere tutti i buoni propositi da parte del Governo italiano. In merito alla questione europea, assicura Napolitano, la “via bilaterale intrapresa dalla Svizzera” sarà “perseguita con la consapevolezza che Unione Europea e Svizzera sono partner necessari, affidabili, amici, dal destino sempre più legato e interdipendente”. Anche se non ha potuto fare a meno di esprime il profondo sconcerto per il risultato dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa dello scorso 9 febbraio, Napolitano ha rivelato di confidare in una “riflessione” che lasci più ampio spazio “al confronto sui possibili scenari di collaborazione”.
Infine Napolitano ha fatto riferimento alla “fase cruciale” e “complessa” che sta attraversando il nostro Paese, assicurando che “l’asprezza del confronto politico” e dello “scontro elettorale non ci farà deviare l’attenzione necessaria allo sviluppo dei rapporti e della collaborazione con Paesi cari e a noi amici come la Svizzera”.Durante il secondo giorno della visita di Stato, le delegazioni svizzera e italiana si sono recate in Ticino, dove, accolte da una delegazione del Consiglio di Stato ticinese, era prevista una visita all’Università della Svizzera italiana di Lugano.