Tre “no” e due “si”: Rifiutati nettamente le iniziative sul servizio pubblico, reddito di base incondizionato ed equo finanziamento dei trasporti. Approvate le nuove leggi sull’asilo e procreazione assistita
È stata la sorpresa delle votazioni, non nel risultato, ma per la chiara bocciatura dell’iniziativa “A favore del servizio pubblico”, quando i sondaggi davano incerto l’esito. Il testo è stato respinto però chiaramente con il 67.6% di contrari e senza ottenere la maggioranza in alcun cantone, che sarebbe stata necessaria per l’accettazione. Sono rimasti sorpresi dell’alta quota di “no” i promotori dell’iniziativa. Per Peter Salvisberg, l’iniziativa è stata “comunque un successo”, perché “ha avuto il merito di suscitare un dibattito sul servizio pubblico in Svizzera”. Matteo Cheda, direttore di “Spendere Meglio”, ha constatato che è stato fatto un errore e cioè, “aver pensato a un testo concepito solo per la Costituzione federale e non per la campagna di votazione, nel corso della quale sono state diffuse molte bugie”. Soddisfatti invece gli avversari, che alcune settimane fa temevano che l’iniziativa fosse accettata. “I votanti hanno capito che era ingannevole e contro il Servizio pubblico”, ha commentato Stefan Müller-Altermatt, Consigliere nazionale del PPD. Per Loris Leuthard, ministra dei trasporti “è un segno di maturità politica”, e un apprezzamento per “il servizio pubblico svizzero che funziona bene ed è parte della nostra identità”. Leuthard ha comunque ammonito imprenditoria e politica a “migliorare continuamente il servizio”, ascoltando “le eventuali insoddisfazioni della clientela”.
I sondaggi l’avevano previsto. I votanti hanno approvato la revisione della legge sull’asilo presentata nel 2014 dal Governo e combattuta dall’UDC tramite referendum.
Le procedure di asilo saranno dunque accelerate, centralizzate e i richiedenti l’asilo avranno avvocati gratuiti. Gli elettori si sono espressi chiaramente per la linea del Governo con il 66.8% contro il 33.2% di contrari. Il referendum dell’UDC non ha avuto alcuna possibilità ed è emerso un consenso tra sinistra e destra che le procedure accelerate sono positive. I cittadini chiedono soluzioni invece della “cura dei problemi”. È una sconfitta cocente sul proprio terreno per l’UDC. Il presidente Albert Rösti ha commentato il risultato: ”Il popolo oggi ha detto sì a Dublino”, ma spera in una maggioranza borghese “che chieda più controlli alle frontiere”. La debole campagna dell’UDC è stata forse un indizio, che il progetto di legge del Governo non era poi così male, che in fondo accontentava tutti i partiti, e soprattutto l’UDC che aveva chiesto le accelerazioni e paradossalmente le ha combattute. Soddisfatto il Consiglio federale. La ministra della giustizia Simonetta Sommaruga ha sottolineato che “la politica in materia di asilo è credibile”. Questo perché le procedure sono più veloci e sono eque e conformi allo Stato di diritto. Nel suo intervento la Sommaruga ha promesso che “il governo inizierà subito con l’applicazione della nuova legge”, lasciando aperta la data, “perché si tratta di un compito molto complesso”. Contenti anche i Cantoni, “ai quali sarà sgravato il lavoro dalle procedure accelerate”, ha spiegato Hans-Jürg Käser, presidente della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP).
Resta un’utopia un reddito di base incondizionato (RBI) statale in Svizzera. Erano i primi al mondo a votare su quest’idea i cittadini svizzeri, ma con un “no” schiacciante hanno bocciato la “soluzione concreta” per affrontare la robotizzazione del lavoro. Il 73.9% l’ha respinta, così come tutti i cantoni. Una proposta rivoluzionaria, che però già nei sondaggi era destinata al fallimento. Nonostante ciò, i promotori sono soddisfatti del risultato. Daniel Häni, del comitato promotore, ha detto che si aspettava „solo un 15% di consensi”. Il risultato “del 26% è di tutto rispetto”
e l’idea ha lanciato un dibattito appassionante su una questione di base. Il dibattito è solo all’inizio per i promotori, che ammettono di non avere messo bene in chiaro che oltre “al reddito e al consumo esistono altre forme di vita”. Il loro prossimo progetto riguarderà il finanziamento dell’RBI con l’introduzione di una micro imposta. Per il comitato contro l’iniziativa, composto da sei partiti, è stata invece una “sberla” a un progetto utopico che “avrebbe messo in pericolo la prosperità e condotto al crollo del sistema sociale ed economico”. Argomento sostenuto dal Governo. Per Alain Berset, ministro della socialità, il netto “no” è un sì “al sistema sociale ed economico che abbiamo oggi e che funziona bene”. Berset ha ricordato le riforme dello stato sociale in corso con l’obiettivo di “continuare a sostenere e sviluppare il sistema sociale”.
È stata spazzata via anche l’iniziativa “Per un equo finanziamento dei trasporti”, comunemente definita anche “vacca da mungere”. In tutti i cantoni è stata respinta e il 70.8% dei votanti è stato contrario, una percentuale che ha sorpreso. Il 29.2% rappresenta all’incirca la quota degli
elettori UDC, unico partito a favore del testo, mentre è stato il PLR a fare pendere la bilancia sul “no”, è stata l’analisi dell’istituto gfs.berna. Deluso Andreas Burgener, direttore dell’associazione degli importatori Auto-Svizzera, che ha rilanciato la lotta facendo riferimento ai prossimi dibattiti parlamentari sul Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA). I timori su futuri tagli finanziari nei settori della formazione, ricerca e agricoltura, auspicati dai contrari, hanno fatto breccia nei cittadini recatisi alle urne, ha aggiunto Burgener. È una buona notizia invece per le casse della Confederazione, che in caso di un sì avrebbe dovuto rinunciare a 1.5 miliardi di franchi l’anno. Il ministro delle finanze Ueli Maurer, che si aspettava questo risultato, ha spiegato che “i cittadini hanno detto sì a un equilibrio delle diverse spese della Confederazione”, respingendo le pretese avanzate da un singolo gruppo che avrebbe voluto
beneficiare di tutto il denaro.
Nell’altro referendum, lanciato dal Partito evangelico (PEV), il popolo ha detto per una seconda volta “sì” approvando con il 62.39% la modifica di legge sulla medicina della procreazione (LPAM), dopo avere accettato lo scorso anno l’articolo costituzionale sulla diagnosi preimpianto (DPI). La revisione legislativa è stata respinta solo in tre cantoni: Appenzello esterno e interno e Obvaldo. Il comitato d’opposizione alla revisione ha chiesto al governo di mantenere la promessa fatta, ossia di porre sotto stretto controllo l’applicazione della DPI, per rivelare i rischi sia etici sia morali. Alain Berset, ministro della sanità, ha dato garanzie a chi nutre timori a riguardo della DPI: “La soluzione è ben definita e ponderata”. Solo alcune cliniche avranno un permesso speciale e l’autorizzazione di praticare la diagnosi DPI e ci saranno dei controlli per garantire il rispetto della legge. I limiti sono chiari, ma le coppie che devono far ricorso alla DPI “non saranno più costrette a recarsi all’estero”, ha aggiunto Berset.
Gaetano Scopelliti
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