I piani per proteggere l’aria e l’acqua, la vita selvaggia e la fauna, sono in realtà piani per proteggere l’uomo. – Stewart Udall
Lo scorso mese ho iniziato il mio articolo citando un poeta; questa volta invece uso una bellissima frase del politico statunitense degli anni ‘50 e ’60 Stewart Udall il quale, prima sotto i governi di Kennedy e Johnson e poi, uscito dalla politica, in veste di professore universitario, scrisse alcuni libri che avevano per temi lo sfruttamento delle risorse naturali e i problemi dell’ecosistema.
Ambiente e sostenibilità sono temi che riguardano tutti e purtroppo, proprio per questa ragione, spesso se ne parla con un approccio quasi da tifo da stadio, in cui la presunta “fazione green” viene vista come una massa di estremisti che calzano sandali fatti di corteccia d’albero naturalmente caduta da tronchi senescenti e che si nutrono unicamente di piante fatte crescere nel giardino di casa, di cui poi si sia aspettata la morte naturale, mentre la presunta “fazione no green” è rappresentata come un branco di orchi assetati di sangue di cucciolo di foca, che usa per dissetarsi tra un hamburger cotto su barbecue alimentato a petrolio e una costina di maiale albino.
Ho estremizzato “leggermente”, sia per chiarire che qui nessuno ha la verità in tasca o vuole giudicare lo stile di vita di chicchessia, ma anche per introdurre quella che è, a tutti gli effetti, un’evidenza, ossia che l’alimentazione quotidiana è strettamente connessa con la salute del nostro pianeta, oltre che con la nostra.
Il che, se ci pensiamo un attimo, per noi rappresenta una situazione doppiamente vantaggiosa: le scelte consapevoli nella nostra spesa alimentare e nella dieta possono avere, contemporaneamente, un effetto positivo per noi E per le generazioni future: yey!!
Chi mi segue da un po’ sa che, di riffa o di raffa, prima o poi arrivo a menzionare o a rifarmi ai principi della Dieta Mediterranea, ossia l’unico regime alimentare ad avere ottenuto dall’OMS l’egida di “regime alimentare che promuove la salute”…ed è proprio quello che sto per fare, ma in chiave di sostenibilità.
Iniziamo dalla base della piramide alimentare della Dieta Mediterranea, ossia…i comportamenti: frugalità, tempo dedicato alla preparazione dei cibi, scelta di prodotti locali e stagionali (filiera corta), convivialità (ossia condivisione, generosità). Salendo, incontriamo i vari gradini degli alimenti da consumare con frequenza via via minore: prima la verdura e frutta, poi i cereali integrali, le patate, i legumi e le erbe aromatiche, poi le uova, la frutta a guscio e i latticini, poi il pesce e la carne bianca, infine la carne rossa e gli alimenti processati dolci e salati.
Adesso, provate ad andare a leggere quali sono i consigli della FAO per la riduzione dello spreco alimentare. Per inciso, questi hanno l’obiettivo di sostenere gli individui a dare il proprio contributo per raggiungere tre dei 15 Obiettivi di Sostenibilità dell’Agenda 2030: azzerare la fame nel mondo, raggiungere un livello di produzione e consumo responsabili e dipendenti uno dall’altro e la riduzione dell’impatto climatico.
Bene, tra questi consigli troviamo: riduzione del consumo di carne ed alimenti processati, consumo rispettoso del pesce, consumo regolare di alimenti a basso impatto ambientale (rapportato alla ricchezza nutrizionale), come uova e latticini, consumo regolare di frutta e verdura locale e stagionale, piccole porzioni (frugalità), generosità…insomma: la piramide alimentare della Dieta Mediterranea letta a ritroso!
Ma si può davvero fare? Ed è accessibile a tutti, nutrirsi così? Lo scopriremo, un articolo alla volta, nelle prossime puntate!
Sostenibili saluti
dalla vostra consulente nutrizionale
Dr. Tatiana Gaudimonte
[email protected]
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Fonti: 1) https://www.fao.org/fao-stories/article/en/c/1309609/