Nuovo episodio di brutale violenza in India contro un’adolescente. Una ragazza di 16 anni, la terza in una settimana, è stata violentata e bruciata viva nel distretto di Sagar dello Stato di Madhya Pradesh, da un uomo di 28 anni che è stato arrestato.
Secondo quanto riportato dall’Hindustan Times, l’aggressore, residente nel villaggio di Jujharpur, è entrato nella casa della ragazza quando era da sola e l’ha stuprata. Kamal Singh Thakur, responsabile della stazione di polizia di Bandri, vicino a Sagar, ha detto che l’uomo ha versato del cherosene sulla vittima e l’ha bruciata viva quando ha minacciato di raccontare a suo padre cosa era successo. L’adolescente è morta immediatamente per le ustioni. Altri due casi simili ci sono stati una settimana nello stato di Jharkhand. Una delle vittime è morta e l’altra, una 17enne, lotta fra la vita e la morte in ospedale.
Pena di morte
È così che a fine aprile di quest’anno il governo indiano ha deciso l’introduzione della pena di morte per chi commette violenze sessuali su minori. È la risposta all’indignazione dell’opinione pubblica indiana per i recenti casi di stupri e omicidi di bambine. Il primo ministro Narendra Modi ha presieduto la riunione dell’esecutivo nel quale è stato varato un emendamento alla legge sulla protezione dei minori dai reati sessuali, che prescrive la pena capitale per i condannati per violenza sessuale su bambini di età inferiore ai 12 anni. Attualmente, la legge indiana prevede l’ergastolo quale pena massima per questo tipo di reato.
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