Autore del progetto è uno scienziato giapponese, l’ingegner Haruka Matsukura, responsabile di una squadra di ricerca presso l’Università di Agricoltura e Tecnologia con sede a Tokyo
E’ stato messo a punto un progetto tecnologico di notevole importanza: lo schermo di un computer che emette odori. Finora siamo stati abituati ad una visione tridimensionale, ora potremo sentire gli odori di piante e fiori e altro ancora, che vedremo al computer.
Autore del progetto è uno scienziato giapponese, l’ingegner Haruka Matsukura, responsabile di una squadra di ricerca presso l’Università di Agricoltura e Tecnologia con sede a Tokyo. Il progetto è stato già presentato a New York, presso la sede dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers, che poi è la sede delle più importanti novità tecnologiche al mondo.
Lasciamo la parola all’ingegner Matsukura: “Da molti anni, nei laboratori di ricerca di tutto il mondo, si sta cercando di mettere a punto uno schermo capace di riprodurre non solo i colori e i suoni, ma anche gli odori relativi a quanto visualizzato. Finora, tuttavia, i tentativi effettuati in questo senso sono sempre stati deludenti, perché non si riusciva ad ottenere una dispersione dei profumi che risultasse naturale e, quindi, gradevole. Abbiamo collegato allo schermo un piccolo processore computerizzato dialogante con il computer principale. La funzione di questo piccolo processore aggiuntivo è proprio quello di riconoscere le immagini che compaiono sullo schermo. Il piccolo processore, a questo punto, attiva la produzione di minime scariche elettriche che agiscono su sfere caricate, se così si può dire, con essenze odorose. A questo punto, alcuni microscopici ventilatori posti ai lati e agli angoli dello schermo, disperdono i profumi nell’ambiente. Ma anche da questo punto di vista abbiamo fatto enormi passi avanti per rendere ancora più realistica l’esperienza. I ventilatori agiscono controllati da un meccanismo collegato al computer principale, convogliando il profumo sul punto esatto dello schermo dove l’odore deve presentarsi. La dispersione degli aromi, dunque, non avviene in maniera casuale o indifferenziata”.
Se uno si trova, in pratica, davanti al computer, ha la sensazione che il profumo venga dall’oggetto rappresentato, una pianta, un fiore o altro, e non da un altro punto del computer o dell’ambiente. Il profumo è legato al luogo dove si trova l’oggetto, non allo schermo in generale.
Prosegue l’ingegner Matsukura: “Non ci sono limiti tecnologici che ci impediscono di far percepire tutti gli odori. E’ necessario tener conto del fatto che lo schermo ha dimensioni limitate, quindi le piccole sfere, che in termini tecnici sono chiamate “gel pellets”, cioè grumi di gel, non possono essere infinite come la quantità di profumi o odori presenti nella realtà Possiamo però miscelare alcune essenze di base in modo da riprodurre i profumi più importanti, come quelli di molti fiori, cibi e aromi naturali”.
Il progetto dell’ingegner Matsukura risponde alle esigenze di curiosità da una parte e di sfida dall’altra. E’ chiaro che se uno vede un documentario ambientato in una foresta, vorrebbe anche sentire il profumo della foresta stessa. E’ un po’ la ciliegina sulla torta, anche per dare agli spettatori la sensazione di trovarsi lì, nella situazione. Finora, ciò non si era realizzato proprio perché, come ha osservato l’ingegnere Matsukura, era difficile riprodurre tutti gli odori, quindi per forza di cosa l’invenzione poteva dare, anzi, dava una sensazione artificiale se applicata al computer. Però, le applicazioni possono essere fatte anche al televisore.
Ecco cosa dice in proposito l’ingegnere Matsukura: “Sarà necessario dotare gli schermi televisivi di speciali microcomputer in grado d’interpretare l’immagine per dare il comando alle ventole preposte alla produzione degli aromi. Siamo sicuri del fatto che con il tempo questa tecnologia costituirà una svolta anche per l’intrattenimento televisivo. Sarà ancora più piacevole seguire una trasmissione di cucina sapendo che si sentirà il profumo di quanto è preparato ai fornelli”.
In effetti, le trasmissioni specifiche assumerebbero tutt’altra valenza e piacevolezza.