Il film su una donna coraggiosa che ha avuto il coraggio di opporsi alla ‘ndrangheta
Dopo “I cento passi” il cammino intrapreso da Marco Tullio Giordana, nella direzione dei film denuncia, prosegue con “Lea” il film sulla vita di Lea Garofalo, la donna di Petilia Policastro che decise di denunciare, di dire basta ai modelli e agli affari della ‘ndrangheta. Il film, molto atteso, è diretto dal regista cinematografico Marco Tullio Giordana che è tornato dietro la macchina da presa per un tv movie, per Rai fiction ispirato alla storia di Lea Garofalo nel 2009 uccisa e bruciata nei dintorni di Monza, in un agguato organizzato dal suo ex compagno, il boss della ‘ndrangheta Carlo Cosco. Si tratta di una grande storia di denuncia, di coraggio da parte non solo di Lea, la protagonista, ma anche della figlia Denise che ha saputo trovare la forza per denunciare il padre: madre e figlia mettono al centro il senso della vita rispetto al destino delle donne di clan. Scritto da Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana, che è anche il regista, “Lea” è tra i film tv più attesi della stagione fiction, in onda prossimamente su Rai1, proprio per l’avvincente vicenda di queste donna che all’età di 35 anni sfidò la ‘ndrangheta petilina collaborando alle indagini sul clan e venne uccisa e bruciata nei dintorni di Monza. Protagonista è l’attrice pugliese Vanessa Scalera (Mia Madre di Nanni Moretti, Vincere e Bella addormentata di Marco Bellocchio); nel cast anche Linda Caridi, Alessio Praticò, Mauro Conte e Matilde Piana. Prodotto da Bibi Film Tv, con il sostegno della Apulia Film Commission, le riprese del film si sono svolte tra La Puglia, Gravina, Bari per poi spostarsi a Milano. È una grande storia di denuncia e impegno che rende omaggio a una donna semplice diventata un modello civile di coraggio.
Questa raccontata da Marco Tullio Giordania è una storia vera che si offre come testimonianza esemplare sul desiderio di giustizia e legalità per il nostro paese. Con linguaggio realistico il film affronta tematiche importanti, le stesse che il regista ha affrontato in film impegnati come Cento passi e della Meglio gioventù e di Romanzo di una strage, “Lea” sarà trasmesso prossimamente sulla prima rete del canale nazionale italiano.
La storia:
Lea Garofalo Petilia Policastro, (4 aprile 1974 – 24 novembre 2009) è cresciuta in una famiglia criminale calabrese. Anche il padre di sua figlia partorita a soli 17 anni, Denise, è un criminale, Carlo Cosco, ovvero l’uomo di cui la donna si era innamorata quando aveva solo 13 anni. Lea, però, desidera una vita diversa, senza violenza, menzogna e paura. Nel 2002 decide di collaborare con la giustizia e viene sottoposta, con sua figlia, al regime di protezione. Racconta ai magistrati i loschi affari dell’ex compagno e del suo clan. Dopo aver vissuto in solitudine, sotto false identità, cambiando continuamente residenza, nel 2009 la giovane donna esce dal sistema di protezione sfiduciata dalle Istituzioni ed esasperata dalle continue pressioni dei Cosco. Rimasta senza soldi e senza la possibilità di trovarsi un lavoro, Lea torna a chiedere per disperazione aiuto a Carlo per il mantenimento della ragazzina e lui ne approfitta nel più vile dei modi. La giovane madre viene rapita per strada, torturata e alla fine uccisa. Pur essendo solo una ragazzina, Denise non si piegherà e permetterà di individuare e processare tutti i responsabili dell’omicidio della madre, costituendosi parte civile contro suo padre. Sul processo per la scomparsa, l’omicidio e la distruzione del cadavere di Lea Garofalo si è pronunciata il 18 dicembre del 2014 la Cassazione, con la condanna definitiva dei cinque imputati: quattro ergastoli e 25 anni di reclusione.