La Svizzera perde l’ottavo di finale contro la Polonia solo ai rigori. Alla fine deve recriminare per la scarsa efficienza sotto porta. Prima volta dei polacchi ai quarti
È ancora la lotteria dei rigori a essere fatale alla Svizzera. L’unico a sbagliare dagli undici metri è Xhaka. Un errore fatale che rende inutile una prestazione più che positiva della nazionale di Petkovic. Dopo un primo tempo grigio e sotto tono, la Svizzera cambia atteggiamento nella ripresa e chiude la Polonia nella sua metà campo, propensa a difendere l’1-0 di Błaszczykowski al 39’, che aveva punito una nazionale elvetica molto passiva in attacco. Alla fine come sempre negli ultimi 22 anni, alla Svizzera non riesce il passo di entrare tra gli ultimi otto di un torneo. In questo torneo c’era anche la possibilità di incontrare una grande non prima della finale, poiché le favorite sono tutte dall’alto lato del tabellone. L’eliminazione è ancora più amara se si pensa alla costellazione favorevole. Su tutto l’arco della gara contro la Polonia, la Svizzera è stata la squadra migliore, ma solo all’82’ la spettacolare rovesciata di Shaqiri l’ha portata ai supplementari. In questi 30 minuti la Svizzera ha continuato sulla falsa riga dell’ottimo secondo tempo e ha dominato una Polonia che con il passare del tempo perdeva in lucidità e non era più in grado di abbozzare un contropiede come nel primo tempo.
La Svizzera ha provato a chiudere la gara nei tempi regolamentari, senza speculare sui rigori. Le occasioni per pareggiare, o su azione o su calci piazzati, la Svizzera le ha create grazie alla determinazione in fase offensiva. Soprattutto Shaqiri si è svegliato dal letargo e ha cercato con convinzione la conclusione a rete. Con la sua prodezza ha zittito i suoi critici, ma il giocatore più creativo dovrebbe essere più costante per fare la differenza. Il rammarico è di non avere sfruttato le occasioni da rete, fattore rilevatosi decisivo. Fabianski miracoloso su una punizione di Rodriguez, Seferovic colpisce la traversa da buona posizione, nei supplementari è Derdiyok che per due volte spreca il gol vittoria. Alla Svizzera restano i complimenti per un’ottima gara, ma l’obiettivo di raggiungere finalmente i quarti di un grande torneo è stato fallito. Ancora una volta alla Svizzera non è riuscito quel salto di qualità che permette di avvicinarla alle grandi del calcio mondiale. La giovane generazione della squadra elvetica, Rodriguez, Xhaka, Shaqiri, riavrà la possibilità di migliorarsi, maturare e acquisire quella mentalità vincente che porti a successi eccezionali come i titoli dei danesi del 1992 o la Grecia del 2004. A ottobre inizia la nuova avventura Mondiali 2018 in Russia. L’obiettivo è trovare l’identità di un collettivo che sappia valere le sue qualità a un grande torneo.
G.S