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22 November 2024
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STORIE di Gianni Farina

La “Stella al merito del lavoro” per onorare la memoria dei caduti nelle tragedie del secolo scorso in Europa e nel mondo

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Il sì della Commissione esteri su indicazione di Gianni Farina

La proposta di Legge di iniziativa parlamentare,  che modifica la disciplina per la concessione della  decorazione della “Stella al merito del lavoro” , istituita nel lontano 1923 e attualmente regolata dalla legge n. 143 del 1992, per la quale ho ricevuto l’incarico di relatore  alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati, determina le categorie dei beneficiari dell’onorificenza, precisando che essa è concessa ai lavoratori subordinati, dipendenti da imprese pubbliche e private operanti nel settore dell’industria, del commercio, dei servizi e dell’agricoltura.

La decorazione è concessa, in particolare, ai lavoratori che si sono  distinti per singoli meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale, siano cittadini italiani, abbiano una età anagrafica superiore ai cinquanta anni e abbiano prestato attività lavorativa per un periodo minimo di venticinque anni.

L’articolato di competenza della Commissione Affari Esteri e Comunitari, per la quale ho svolto la relazione, riconosce che la decorazione può essere concessa , anche senza l’osservanza dei requisiti previsti dalla legge, a lavoratori e lavoratrici italiani all’estero che si siano distinti per patriottismo, laboriosità e probità.

La decorazione è conferita il primo maggio di ogni anno, con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali e, in caso di lavoratori e lavoratrici italiani all’estero, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Inoltre, l’onorificenza può essere conferita, senza l’osservanza dei requisiti indicati, per onorare la memoria dei lavoratori italiani, anche residenti all’estero, periti o dispersi a seguito di eventi di eccezionale gravità determinati da particolari rischi connessi al lavoro in occasione del quale tali eventi si sono verificati. Presentando la relazione introduttiva il mio pensiero si è rivolto alle tragedie delle storia italiana nel mondo.

A Monongah, Dawson, Marcinelle, e Mattmark sulle alpi svizzere del Vallese. Agli eroi del lavoro caduti per il progresso dell’umanità.

Alle vedove e ai loro figli, spesso abbandonati e soli nel loro dolore.

Eppure, fieri e coraggiosi, nell’affrontare le sfide della vita.

Usava raccontare una vedova del minatore perito a Marcinelle, che, ogni qualvolta salutava il marito in procinto di scendere nell’abisso della miniera, accennava uno sguardo al cavallo che scendeva con lui convinta di leggere nei suoi grandi occhi il dolore dell’addio, tale era la sorte di quegli sventurati quadrupedi destinati a non più salire a scorgere le brume del triste villaggio di Charleroi.

Da una parte all’altra degli oceani si è svelato il racconto di una umanità a cui va riconosciuto il conferimento che valorizzi e onori la memoria di chi ha ben operato per il bene dei suoi cari e dell’Italia.

È stato il lavoro, sono stati i lavoratori, le locomotive del progresso e dell’industrializzazione diffusa.

Quei lavoratori che sono oggi ai margini delle politiche economiche e sociali dei governi di molti paesi progrediti grazie al sacrificio dei loro avi: milioni di migranti che hanno costruito le più grandi infrastrutture del mondo nel secolo scorso: penso, anche e soprattutto, ai tunnel alpini, dal Brennero al primo San Gottardo, le  straordinarie arterie ferroviarie per avvicinare il nord e il sud dell’Europa.

I lavoratori non sono scomparsi solo perché non appaiono sui mass media salvo per il racconto di passate epopee o accadimenti dolorosi. Penso e credo che tutti assieme, politica e istituzioni, debbano ridisegnare la mappa degli attori dello sviluppo e della crescita di questo nuovo secolo.

Riconoscere il merito di chi, in passato, ha osato sconfiggere l’emarginazione e la solitudine sino all’estremo sacrificio, da un senso di forte umanità e prepara un domani più solidale e progredito per tutti.

L’acquisizione e il conferimento della decorazione, quelle connesse all’organizzazione della relativa cerimonia quelle relative alle iniziative dirette all’assistenza dei soggetti insigniti, nonché quelle per le attività delle Commissioni preposte sono poste a carico dello stato.

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