Pubblichiamo un’estratto della lettera del nostro lettore Giuseppe Ticchio
Come italiani in Patria e all’estero, ci troviamo di fronte ad un momento estremamente delicato, di carattere istituzionale, sociale, finanziario ed economico della nostra cara Italia. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la paradossale condizione in cui ci siamo venuti a trovare, quando la salda maggioranza Politica/Parlamentare (Lega/5Stelle), invece di dar vita, da subito ad un Governo al paese, dopo oltre 80 giorni dalle votazioni del 4 marzo 2018, hanno innescato un’infantile conflitto con il Capo dello Stato, avvitandosi sul nome di un Ministro, contestando il diritto del Capo dello Stato di esercitare le proprie prerogative costituzionali. A seguire, gli ulteriori attacchi al Presidente Mattarella sono state di una gravità inaudita e privi di ogni fondamento, visto che, qualche giorno dopo, la fermezza del Presidente ha portato i risultati auspicati, cioè un Governo politico.
Il ragionamento del Presidente era e resterà semplice e lineare, l’Italia è impegnata da sempre in Europa e nel mondo intero, da protagonista con doveri, responsabilità e vincoli stringenti, se pur modificabili in ambito temporale, quando c’è stato e ce ne sarà bisogno anche in futuro. I grandi cambiamenti democratici e le aggregazioni sovranazionali, portano conseguentemente in certe situazioni a limitare i poteri nazionali. Però queste evoluzioni sono state già presenti nella mente dei padri costituenti, già allora nello spirito di ognuno di loro, hanno dato segnali di lungimiranza nell’impostare l’architrave della Costituzione Italiana, prevedendo che, in un immediato futuro, la carta costituzionale fosse, perfettamente predisposta ad un’eventuale integrazione di norme nel contesto europeo e mondiale. Di conseguenza, come è stato ben detto, il Presidente della Repubblica non è un notaio, che sottoscrive contratti altrui a maggior ragione se esulano dal dettato della carta costituzionale.
Egli, il Capo dello Stato, rappresenta l’Unità della Nazione ed è custode del dettato costituzionale. Pertanto le sue scelte non sono mere ratifiche di decisioni altrui, ma l’esercizio di responsabilità e garanzia degli interessi di tutta la Nazione. Infatti, è proprio quello che ha fatto il Capo dello Stato non firmando la proposta della nomina di un Ministro, che nonostante l’indiscussa professionalità del Ministro Savona, non era, in questo momento delicato per tutta la Nazione, né al posto giusto, né tantomeno al momento giusto ai fini degli interessi della Nazione. Però tutto in linea con lo spirito della carta costituzionale supportato dall’integrazione di un sistema politico-istituzionale-finanziario-Economico.
Questo, come tutti sappiamo, nell’arco di questi primi 70 anni della carta costituzionale, non è la prima volta che si è verificato di applicare l’Art. 90 della Costituzione. Tutto ciò l’ha messo al riparo da ogni accusa di alto tradimento o per attentato alla costituzione il Capo dello Stato. In quei giorni convulsi, tutti i costituzionalisti di estrazioni politiche diverse, si sono trovati d’accordo, nell’affermare unanimemente, che non c’erano, e non ci sono i presupposti per la violazione dell’Art. 90, perché il Capo dello Stato ha esercitato i suoi poteri costituzionali, anche perché l’Art. 87 prevede atti controfirmati dal Presidente del Consiglio e dal Capo dello Stato, ovviamente devono essere condivisi, ciò che non è avvenuto in quella fase. La verità di quel braccio di ferro, sta nel fatto, che soprattutto Salvini, visto i risultati elettorali del Molise, del Friuli, dove ha incassato anche il Presidente, e della valle d’Aosta, voleva ritornare all’incasso elettorale su tutto il territorio Italiano, per fare questo doveva rompere l’alleanza con il M5S, senza assumersi le responsabilità, che intendeva scaricarle sul Capo dello Stato, la fermezza di quest’ultimo comunque l’ha dato ragionare. Visto che, si prospettava una tornata elettorale in piena estate, chi ci rimetteva di più era proprio Salvini e la Lega, allora non rimaneva che, ritornare sui passi precedentemente concordati per consentire di dare un Governo semi-politico alla nostra Italia, spostando il Ministro contestato ad un altro incarico, l’avrebbero fatto in prima istanza, non avremmo vissuto quei tragici giorni. Dico semi-politico semplicemente perché questo Governo è formato anche da tecnici, partendo dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con l’aggiunta di altri Ministri. Pertanto non può considerarsi un Governo politico in pieno non può chiamarsi terza Repubblica, visto che siamo agli albori della prima, e alla peggiore della seconda. In questo caso il dilettantismo e la scarsa esperienza ha fatto da padrona, se tutto ciò dovesse riversarsi nella conduzione di questo Governo, allora saranno cavoli nostri. Ora che il Governo e nella pianezza dei suoi poteri, saremo vigili sulla loro reattività, ivi compreso di concedere il tempo necessario, per capire se, i loro propositi elettorali, costi/benefici potranno essere realizzati.
Naturalmente, come italiani all’estero, visto che, nel contratto c’è scritto poco o niente, credo che tutti noi saremo vigili per capire quali sono i loro propositi nei nostri confronti. Intanto a priori rileveremo che l’emigrazione non ha colore politico, il mondo dell’emigrazione e in quota a tutto l’arco costituzionale, questo per dire che, nella passata legislatura abbiamo spronato i rappresentanti eletti all’estero di quella maggioranza, oggi invece, sproneremo gli eletti di questa maggioranza a tenere ben vivo l’interesse sulle problematiche degli italiani nel mondo. Ognuno degli eletti, per essere eletto ha sicuramente presentato un programma, nel quale prevedeva certamente la tematica degli italiani all’estero, ora chi fa parte di questa maggioranza ed è stato eletto all’estero, lo invitiamo a mantenere le promesse fatte.
Per conoscenza, gli eletti all’estero che sostengono questa maggioranza sono: Simone Billi eletto nella circoscrizione Europa per la Lega e residente in Svizzera. Luis Roberto Di San Martino-Lorenzato circoscrizione Sud America, eletto per la Lega, residente in Brasile. Elisa Siracusa eletto in Europa per il M5S residente a Londra. Eugenio Sangregorio, eletto in Sud America per il gruppo USEI residente in Argentina. Mario Alejandro Borghese eletto nel gruppo del MAIE e residente in Argentina. Tutti Eletti alla Camera dei Deputati. Mentre in Senato sono stati eletti, Riccardo Antonio Merlo nella lista MAIE, Adriano Cario eletto nella lista USEI, entrambi residenti in Argentina. Come possiamo prendere nota, 5 dei 12 Deputati e 2 su 6 dei Senatori sono parte dell’attuale maggioranza, pertanto credo che è lecito aspettarci dei buoni risultati, come italiani nel mondo. Avviandomi alla conclusione di questa riflessione, personalmente, ma so per certo che siamo in tanti ad auspicare che comunque tutti i 12 Deputati e i 6 Senatori, quando ci sono provvedimenti che ci riguardano come italiani nel mondo, facciano fronte comune. Il suggerimento è: creare un coordinamento degli eletti all’estero sia alla Camera dei Deputati sia al Senato, solo così forse avremo qualche soddisfazione come italiani nel mondo, ivi compreso la conferma del voto per corrispondenza.
Ticchio Giuseppe
Cittadinanza Solidare per la Costituzione Italiana