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29 April 2024
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Diritto alla difesa o diritto alla resistenza?

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Riflessioni iniziali Da un giorno all’altro tutta la retorica sulla guerra in Ucraina si è spenta e trasferita interamente nel conflitto israelo-palestinese. Giudicare dal divano o all’ora di cena, a prescindere dalle analisi, è un’abitudine di ebete negligenza intellettuale, o se preferite un modo per avere un’opinione senza dover fare fatica di pensare. Questo ulteriore contributo di imbecillimento pubblico, fa parte dell’inganno del divide et impera, tanto in voga in questi ultimi anni di emergenze a catena. Non serve leggere le mie analisi (soggettive), se non si attivano i neuroni ancora disponibili e pensare che dobbiamo informarci velocemente per avere un’opinione. Evitando “Bias cognitivi” della negatività, a cui i miei scritti, potrebbero dare maggiore rilevanza rispetto a quelle positive. Oggi che più guerre sono alle porte dell’Europa, quale senso troviamo nell’avere fornito armi all’Ucraina e a non condannare oltre ad Hamas, l’azione criminale dell’esercito israeliano che protrarrà sempre più il conflitto? Armiamo invece le parole e ritroviamo la pace del discorso. Apriamo le nostre scatole craniche con la distinzione che comprendere non significa giustificare, ma a mettersi nelle condizioni per agire e rettificare le proprie vedute o pregiudizi. Il mio sforzo e ragionamento ruota intorno alla seguente domanda, che spero per coloro che arriveranno alla fine del mio per niente allegorico testo che seguirà, troveranno una risposta. Com’è possibile che un paese minacci pubblicamente in nome del diritto alla difesa, di rendersi responsabile di gravi crimini di guerra, equiparabili a un genocidio, e metta in atto davanti agli occhi di tutto il mondo, senza subire la minima conseguenza o anche solo la condanna della “comunità internazionale”? Dopo avere appreso dai media del vigliacco attacco terrorista di Hamas, il primo pensiero è stata la mia visita in questo meraviglioso paese molti anni fa. Ricordo una zona non bene precisata vicino a Nazareth in cui vi era un fitto bosco quasi impenetrabile. La cartina turistica indicava una zona grigia non ben definita. Entrando in una moschea dopo uno scambio di informazioni, il custode mi invitò nella sua casa dove la sua famiglia mi accolse a cuore aperto. Il custode mi raccontò che negli anni 50 dove oggi e situato quel bosco vi era un paesino palestinese, i cui abitanti, tra i quali la sua famiglia, furono evacuati. Non esistono giustificazioni per l’attacco atroce e vigliacco fatto da Hamas. Il lancio di migliaia di razzi contro le città israeliane di cui la stragrande maggioranza è stata intercettata dal sistema missilistico israeliano Iron Dome. Gli attacchi dei droni contro una varietà di obiettivi, dai carri armati ai nidi di mitragliatrici automatiche e l’attacco via terra o dal cielo con dei deltaplani, nella quale sono stati uccisi più di 1.400 tra civili e militari israeliani, e nella quale sono stati presi in ostaggio oltre 200 israeliani e stranieri, poi portati nella Striscia di Gaza. Credo che Hamas parli lo stesso linguaggio della violenza, famigliare a Israele che ha insegnato loro dopo 75 anni di occupazione. L’operazione “Al-Aqsa Flood” (Diluvio) è stata senza dubbio pianificata meticolosamente, e la tempistica e motivazione potrebbe essere stata condizionata dai seguenti fattori scatenanti:
  • La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, motivando un razionale calcolo. L’avere ucciso più civili possibili e catturati altri portandoli a Gaza, è precisamente quella di terrorizzare i coloni, e indurli ad abbandonare le terre occupate abusivamente grazie all’occupazione militare
  • A settembre il premier israeliano Netanyahu, ha presentato All’ONU la mappa del “Nuovo Medio Oriente“, in cui ha completamente cancellato la Palestina
  • Le provocazioni in serie alla sacra Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Due giorni prima del Diluvio di Al-Aqsa, almeno 800 coloni israeliani hanno lanciato un assalto intorno alla moschea, picchiando i pellegrini e distruggendo i negozi palestinesi, sotto l’osservazione delle forze di sicurezza israeliane. Al-Aqsa è una linea rossa definitiva per l’intero mondo arabo e musulmano
  • Il pericoloso bias complottista, che saremmo di fronte a una sofisticata manovra, finalizzata a un più ampio disegno strategico sullo stile di Pearl Harbor. Ovvero che sapessero perfettamente dell’operazione, e che l’avrebbero addirittura facilitata poiché gli occorreva un pretesto per scatenare una sorta di soluzione finale per innescare un ulteriore conflitto alla periferia della Russia. Con la variante ultra-complottista, con Hamas come una creatura israelo-americana.
    Assicurando in tal modo, la promozione degli interessi americani in una delle regioni strategicamente più importanti del pianeta
Mi sono anche domandato chi abbia fornito le armi marchiate Ucraina (le nostre) che sono finite nelle mani di Hamas? Si punta sull’Iran, ma lo ritengo improbabile (anche se non da escludere), dato che il paese teocratico sciita, ha appena concluso un accordo con gli Stati Uniti per sei miliardi di dollari ed è improbabile che lo metta a rischio. È risaputo che il governo di Netanyahu in passato ha finanziato la stessa Hamas, per contrastare i movimenti laici e politici di palestinesi residenti a Gaza e nel resto del paese. La politica israeliana è stata quella di trattare l’Autorità Palestinese come un peso e Hamas come una risorsa, mantenendo la separazione tra l’Autorità Palestinese in Cisgiordania e Hamas a Gaza e impedendo così la creazione di uno Stato palestinese. Sabato 8 ottobre, questa cinica speculazione è andata in fumo.
La comunità internazionale composta non solo da Stati Uniti ed UE si esprime così:
Meloni a Netanyahu: “L’attacco a Israele è un atto di antisemitismo
Tajani: «L’Italia è contro Hamas, non contro la Palestina. Ma Israele deve difendersi»
Il ministro degli esteri iraniano Amir-Abdollahian dichiara: “l’operazione della resistenza palestinese è il risultato degli incessanti crimini del regime sionista contro la Palestina”.
Il presidente russo Putin ha espresso al premier israeliano Benjamin Netanyahu la disponibilità della Russia a continuare a portare avanti un lavoro mirato per mettere fine allo scontro israelo-palestinese e arrivare a una soluzione pacifica.
La Cina si è espressa in merito al sostegno per i palestinesi, mostrandosi aperta alla libertà e all’indipendenza dei paesi islamici. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha chiesto “un cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Hamas, sottolineando che israeliani e palestinesi devono tornare al tavolo dei negoziati per evitare un ulteriore disastro umanitario“.
Svizzera Ignazio Cassis degli affari esteri, ha ribadito che gli ostaggi “devono essere immediatamente liberati. Quanto sta succedendo in Israele e Palestina non si vedeva da decenni“, e ha richiamato le parti al rispetto del diritto internazionale umanitario, alla protezione della popolazione civile e alla prudenza, invitando i contendenti a non provocare un’escalation del conflitto che potrebbe propagarsi all’intera regione e avrebbe un impatto diretto sul nostro Paese.
L’Ue Ursula Von der Leyen spacca i vertici Ue e spinge l’Ue verso il sostegno senza fine a Israele, senza fare riferimento a un percorso di pace e provocano l’ira di Michel e Borrell: “Opinioni personali
Francia Macron “ha condannato fermamente gli attacchi terroristici che stanno attualmente colpendo Israele”, senza dire una parola sull’occupazione permanente che è la vera molla della violenza. Cancellate tutte le manifestazioni pro-Palestina. Silenzio sull’assalto all’ ambasciata francese a Beirut
USA Biden “Il terrore e la tirannia di Hamas e Putin rappresentano minacce diverse, ma entrambi vogliono annientare completamente una democrazia vicina“. Chiesti 105 miliardi al Congresso per Ucraina, Israele e confini.
La reazione dei media occidentali Politicamente e mediaticamente l’opinione pubblica viene aizzata a schierarsi in una propaganda di guerra continua e martellante, in cui le posizioni pacifiste che provano a indicare la ragionevolezza delle vie d’uscita sono considerate alleate del “nemico” di turno. L’odioso e per niente professionale copia incolla, della narrazione angloamericano come gran parte della stampa occidentale che sostiene ogni guerra “democratica” è nauseante. Ignorando il contesto storico, come per l’Ucraina, mentre una parte del mainstream si dedica alle relazioni sentimentali della Premier Meloni accadono fatti sconvolgenti. Gli Stati Uniti hanno esercitato il diritto di veto sulla risoluzione brasiliana per cessate il fuoco a Gaza, che avrebbe consentito la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione civile. Si tratta della seconda risoluzione bloccata in pochi giorni, dopo che il Consiglio ha bocciato il testo presentato dalla Russia. I Tg tacciono e mentono, senza mai scusarsi delle bugie dei supposti orrori nel caso degli attacchi terroristici in Israele, di bambini con teste mozzate, smentite poi dai portavoce stessi del governo israeliano. Tanto che la giornalista della CNN Sarah Sidner si è scusata pubblicamente (CNN) per aver trasmesso questa storia dell’orrore sui bambini decapitati. Lo sapevate? Contro corrente l’osservazione del giornalista israeliano Haggai Matar: “Contrariamente a quanto dicono molti israeliani, e sebbene l’esercito sia stato chiaramente colto completamente alla sprovvista da questa invasione, la paura che gli israeliani provano in questo momento, me compreso, è solo una parte di ciò che i palestinesi provano quotidianamente sotto il regime militare decennale in Cisgiordania e sotto l’assedio e i ripetuti assalti a Gaza”. Una mezza verità sarà, prima o poi, una bugia intera, e quindi eccone alcune perpetuate dai servili professionisti dell’Informazione sotto forma di minimizzare o ignorare del tutto alcuni dei fatti importanti sulla questione Israele-Palestina:
  • Secondo l’ONG Human Rights Watch, Israele avrebbe utilizzato armi al fosforo bianco contro civili in Palestina e in Libano nonostante sia vietato da convenzioni ONU
  • Costruzione del muro (2002) tra Israele e la striscia di Gaza
  • Commissione d’inchiesta Onu del 2022 che accusava Israele sulla occupazione dei territori
  • Petizione Amnesty International verso Israele di porre fine a un sistema di apartheid. Video
  • L’errato diritto di Israele a difendersi, trasformatosi nel diritto ad aggredire Stati sovrani (vedi Siria o Libano), nel nome della lotta al terrorismo, attuando l’uso stesso del terrorismo contro i civili
  • Chi finanzia l’apparato bellico israeliano, e quali sono gli interessi EU e USA?
  • L’ipocrisia EU e degli USA che sostengono finanziariamente e militarmente l’Ucraina, i quali discendenti erano diretti collaborazionisti del nazismo e complici entusiasti dello sterminio ebraico
  • Così ha dichiarato ad Al Jazeera un ex membro della Knessett, Sami Abou Shehadeh, chiosando: “Biden ha dato a Israele il via libera alla pulizia etnica”
  • Manifestazione studentesca a Milano, con striscioni: “non finanziare l’Apartheid israeliana”
Il vero Terrorismo Ogni volta che gli oppressi che siano i siriani, i palestinesi, i curdi, i russi e altri popoli vittime del colonialismo neoliberale si ribellano, l’Occidente così pronto a esaltare la resistenza degli ucraini o altri popoli usati come cannoni umani, invoca il terrorismo e la conseguente emergenza con le relative restrizioni nei nostri paesi. Nel caso di Israele, ci stupiamo dell’efferata e feroce ostinata resilienza dei palestinesi o degli occupati di turno. Si attiva una narrazione dello sconcerto di gran parte dei commentatori occidentali, di cui ci abbeveriamo e ne riamiamo emotivamente sconvolti. Da 75 anni lo Stato israeliano occupa i territori palestinesi (soggetti anche alla sperimentazione di nuove armi), ampliando sempre più il suo dominio. Negli ultimi mesi, questa politica espansionistica ha subito un’accelerazione. Il governo stava difatti discutendo animatamente di nuovi insediamenti da creare nel residuo territorio palestinese. Il 2023 sarà ricordato come l’anno che farà registrare il più alto numero di morti palestinesi, degli ultimi vent’anni. Israele dicevo, parla un linguaggio di violenza intriso di sangue ai palestinesi da quando le milizie sioniste si sono impadronite di oltre il 78% della Palestina storica, distruggendo circa 530 villaggi e città palestinesi, uccidendo circa 15.000 palestinesi in più di 70 massacri. Vi è stata poi una pulizia etnica mai evocata da nessun governo occidentale, di circa 750.000 palestinesi ripuliti tra il 1947 e il 1949 per creare lo Stato di Israele nel 1948. Nel 2007 Hamas anticipò il colpo di stato e prese il pieno controllo di Gaza. Israele ed Egitto con il sostegno USA e EU chiusero i valichi di frontiera in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza e imponendo un blocco terrestre, aereo e marittimo. Il blocco ancora in atto, limita l’importazione di cibo, carburante e materiale da costruzione. Limita la distanza in cui i pescatori di Gaza possono spingersi in mare, vieta quasi tutte le esportazioni e impone rigide limitazioni al movimento delle persone dentro e fuori Gaza. Ma questi dati non destano alcun tipo di scalpore, in un Occidente che oggi affila le sue armi e innalza ovunque bandiere israeliane, basandosi su doppi standard e di un uso propagandistico e strumentale del principio di autodeterminazione dei popoli e di difesa dei diritti umani. De Gaulle dopo l’aggressione israeliana nel 1967 disse: “Oggi, Israele organizza, sui territori conquistati, un’occupazione che non può essere portata avanti senza oppressione, repressione, espulsioni, e c’è una resistenza che, viene definita terrorista”. Il diritto alla ribellione previsto dalle Costituzioni di 37 paesi nel mondo è arbitrario a seconda che l’oppresso sia a meno dalla parte dei buoni, cioè, noi.
Analisi Geopolitica Vi sono settori dell’Occidente che plaudono all’imminente pulizia etnica compresi i sionisti che da “analisti” dicono convinti che i “trasferimenti di popolazione” iniziati nel 1948 debbano essere completati. Si illudono di risolvere la questione in breve tempo, annientando la resistenza palestinese e lasciando indeboliti gli alleati di Hamas come Hezbollah e l’Iran. Per l’impero del dollaro, dopo che il progetto Ucraina si è arenato, facendo fare figuracce ai potenti, e lasciando in rovina intere economie europee, mentre una porta si chiude, un’altra si apre. Ovviamente le vittime di questo nuovo conflitto non vedranno soldati americani o europei caduti. Dopo l’alleato Ucraina all’alleato Israele e puntando sull’avversario Iran piuttosto che la Russia. Questa alleanza esistente da tre quarti di secolo acquista adesso un peso specifico per gli USA e i suoi tirapiedi degli europei, che si dichiarano per la pace con il pieno sostegno a Israele, spacciandosi addirittura come mediatori. Sostenendo un caos di morte e azioni genocide come a Gaza, significa spezzare i rapporti economici e di relazioni diplomatiche tra Israele e l’Arabia saudita, contrastando un’Asia occidentale pacifica in divenire. Ciò significa frenare la ricostruzione della Siria in cui la Cina è ora ufficialmente coinvolta e un risanamento attivo per l’Iraq e il Libano. Considerando l’Iran e l’Arabia Saudita come parte dei BRICS 11 e il partenariato strategico Russia-Cina pienamente rispettato e interagente con tutti gli attori regionali, compresi i principali alleati degli Stati Uniti nel Golfo Persico. Tutto questo adesso viene messo in discussione. Sdoganando l’imperialismo più osceno, nel nome del diritto alla difesa, Israele condanna la violenza terrorista degli oppressi giustificando la propria di violenza. Salta anche la nota dialettica invaso/invasore: ora l’invasore o occupante si pretende abbia sempre ragione, se è l’invasore che sta per decreto dalla parte giusta della storia, ossia quella dell’imperialismo occidentale. Intanto per rimarcare la solidarietà ad Israele e al suo diritto alla difesa, la Ue sospende gli aiuti alla Palestina, congelando tutti i programmi non solo a Gaza ma anche in Cisgiordania dove Hamas non c’è. Se non si resta scandalizzati di fronte a tutto questo vuol dire davvero che la lobotomizzazione di massa è compiuta. Avendo l’Occidente e anche molti paesi arabi, sempre sostenuto la decolonizzazione della Palestina, sapevamo che più fosse continuata l’oppressione israeliana, e più aspra e dura sarebbe stata la lotta di liberazione, come è avvenuto storicamente in ogni giusta lotta di liberazione, in qualsiasi parte del mondo. Giulio Andreotti ebbe a dire nel 2006 durante gli attacchi Hezbollah a Israele in senato: “Ognuno di noi se fosse nato in un campo di concentramento e da 50 anni fosse lì e non avesse alcuna prospettiva di poter dare ai propri figli un avvenire sarebbe un terrorista”. La risposta alla mia domanda iniziale è scontata, e potrei, mentre scrivo queste ultime righe, riassumerla come una notizia: Le portaerei nucleari Usa Ford ed Eisenhower viaggiano minacciose nel canale di Sicilia, mentre si stima che Tel Aviv possa avere circa 80-90 testate atomiche. Ma va da sé che chi unisce i puntini è un complottista. Grazie per l’attenzione
Mario Pluchino

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4 commenti

Sandro Meier 1 November 2023 at 09:13

Il paese apartheid si prende ogni diritto di genocidio, con il supporto degli USA ? Gli Hamas hanni provocato finalmente in modo purtroppo sconvolgente, che quesro sistema e fallito. Spero che Nethanyau finisca in galera, almeno fuori dal governo.

Rispondi
Angela 1 November 2023 at 09:17

Aggiungo questa logica che vale dai tempi del genocidio dei nativi americani, e di tutti i soprusi imperialisti degli ultimi secoli. Poi i buoni come insegna Hollywood, siamo sempre noi, etnia bianca e superiore che esporta le guerre democratiche e i bombardamenti umanitari. Adesso tutti dalla parte dei Palestinesi, ma prima dove eravate Signor Pluchino?

La logica mondiale è questa:
Io oggi vengo e ti ammazzo un figlio e tu devi stare muto.
Domani uguale, e lo faccio per 70 anni.
Poi un giorno, per disperazione, m’ammazzi pure tu un mio figlio.
Allora io vengo e t’ammazzo tutta la famiglia, ti butto giù la casa e ti ordino di andare via dal paese.
E per logica mondiale, tu devi stare muto e obbedire.
E ovviamente, il martoriato sono io.

Rispondi
Renato 1 November 2023 at 09:53

Segui il flusso del denaro e l’estirpazione dei territori palestinesi nel corso dei decennied è tutto da sempre chiaro!
La propaganda dei media filo atlantisti assoldati dell’apparato economico-culturale dietro le quinte recita la storiella che che gli è stata trasmessa!!
Purtroppo il gregge sopito che guarda la televisione e legge i soliti giornali nei ritagli di tempo… sempre più corti e durante i pasti… dove il sangue affluiscono allo stomaco anziché alle meningi non percepisce la gravità dei fatti.
Complimenti come sempre!

Rispondi
Mario Pluchino 5 November 2023 at 20:53

Cara Angela, la sua domanda: “Adesso tutti dalla parte dei Palestinesi, ma prima dove eravate Signor Pluchino?”, è lecita e merita una risposta breve. Ho tentato di spiegare in modo esaustivo di come noi tutti (me compreso), fino al inganno del secolo della falsa pandemia, davamo molto (troppo) credito alle narrative del mainstream. In seguito ad’ogni emergenza a partire dall 11.9 molti e tra questi il sottoscritto, si siano risvegliati e hanno cominciato a ragionare con il proprio cervello. Non possiedo la saggezza e la verità assoluta per affermare che le mie riflessioni corrispondano al vangelo da seguire, e la ringrazio per il suo intervento, cosa assai rara in questo sito. Invito a voi lettore del La Pagina, di mettere per iscritto i vostri pensieri, alimentando così un sano e costruttivo dibattito tra noi italofoni. Io considero lo scrivere e indagare sulle vicende della realtà, mille volte più avvincente e istruttivo che seguire per anni Netflix o altre trasmissioni spazzatura come i reality show. Un saluto

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