Atteso con molta ansia da tutti i fedeli, Papa Francesco ha ringraziato la comunità svizzera che lo ha ricevuto con “calda accoglienza e ospitalità”
L’incontro era fissato da tempo, Papa Francesco era atteso al Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra, in occasione del 70° anniversario di fondazione del Wcc, il World Council of Churches. Al rientro in giornata dalla visita, il Papa ha voluto ringraziare la comunità svizzera per la “calda accoglienza e ospitalità” che gli è stata riservata, attraverso un telegramma al presidente della Confederazione Alain Berset.
È stato proprio il presidente della Confederazione, insieme al consigliere federale Ignazio Cassis, il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman e il presidente del Consiglio di Stato ginevrino Pierre Maudet, a dare il benvenuto al Pontefice, in giornata si è aggiunta anche la consigliera federale Doris Leuthard. L’obiettivo che ha spinto il Santo Papa ad intraprendere questa visita è quello di rafforzare i legami con le altre Chiese cristiane riunite in seno al Consiglio ecumenico delle Chiese, non a caso, parlando ai giornalisti durante il volo per raggiungere Ginevra, Papa Francesco ha spiegato che si tratta di “un viaggio verso l’unità”.
La visita di Papa Bergoglio è durata in tutto 10 ore, rispettando il programma degli incontri, nei suoi interventi ha ricordato l’impegno della Chiesa cattolica “per la causa ecumenica e per l’incoraggiamento della cooperazione con le Chiese del CEC e con i partner ecumenici”. Il Consiglio, infatti, conta circa 350 chiese protestanti, luterane, anglicane, ortodosse, vetero-cattoliche e rappresenta circa 500 milioni di cristiani nel mondo. Anche se la Chiesa cattolica non ne fa parte, le due istituzioni collaborano intensamente.
Nel pomeriggio il Papa ha celebrato la Santa Messa presso Palexpo, il grande centro espositivo di Ginevra, e durante l’omelia ha accennato alla solidarietà verso il prossimo affermando che “tutti devono prendersi cura dei fratelli dell’unica famiglia umana” e inoltre il “cibo di base per la vita quotidiana dei popoli dev’essere accessibile a tutti”. “Guai a chi specula” sull’alimentazione, ha ammonito.
“La credibilità del Vangelo è messa alla prova dal modo in cui i cristiani rispondono al grido di quanti, in ogni angolo della Terra, sono ingiustamente vittime del tragico aumento di un’esclusione che, generando povertà, fomenta i conflitti. I deboli sono sempre più emarginati, senza pane, lavoro e futuro, mentre i ricchi sono sempre di meno e sempre più ricchi. Sentiamoci interpellati dal pianto di coloro che soffrono, e proviamo compassione”, ha dichiarato il Papa. Non è mancato un invito da parte del Pontefice ad una maggiore sobrietà per recuperare la semplicità della vita: “si corre dal mattino alla sera, tra mille chiamate e messaggi, incapaci di fermarsi davanti ai volti, immersi in una complessità che rende fragili e in una velocità che fomenta l’ansia. S’impone una scelta di vita sobria, libera dalle zavorre superflue”.
Infine, ha spiegato che “camminare in questo modo è lavorare in perdita, perché non si tutelano a dovere gli interessi delle proprie comunità, spesso saldamente legati ad appartenenze etniche o a orientamenti consolidati, siano essi maggiormente conservatori o progressisti? Sì – afferma Papa Francesco e spiega che – scegliere di essere di Cristo prima che di destra o di sinistra, scegliere in nome del Vangelo il fratello anziché sé stessi, significa spesso, agli occhi del mondo, lavorare in perdita: l’ecumenismo è una grande impresa in perdita, ma si tratta di perdita evangelica”.