Se c’è un prodotto che nel secolo scorso ha riassunto la evoluzione economico-industriale, del design, della grafica, della pubblicità, e dei desideri dei consumatori, ebbene: questo è l’automobile. Ed è proprio all’automobile che il m.a.x. Museo di Chiasso dedica “Auto che passione!” una mostra sulla produzione automobilistica attraverso oggetti e grafiche pubblicitarie di artisti “grandi firme”: da Marcello Dudovich, a Leopoldo Metlicoviz, sino ad arrivare allo svizzero Max Huber, cui è dedicato il centro culturale chiassese che nel 2019 ne celebrerà il centenario della nascita, come anticipato dalla direttrice Nicoletta Ossanna Cavadini.
Da capriccio per l’alta borghesia, l’automobile nel corso del Novecento ha saputo elevarsi a simbolo di status. Mai come in questo settore, consumatori e pubblicità confermano il rapporto di dipendenza reciproca. Da un lato le case automobilistiche devono la origine delle loro fortune commerciali al talento dei piu’ famosi grafici pubblicitari dell’epoca. E’ grazie alla loro inventiva che inizia la cultura dell’automobile e nascono progettisti di fama mondiale come Pininfarina, Giugiaro e soprattutto Zagato, il cui attuale proprietario, Andrea Zagato, era presente alla inaugurazione. All’opposto, fasce sempre piu’ ampie di pubblico avvertono la necessità di possedere l’auto dei loro sogni. E il mercato, nel suo complesso, decolla. In un crescendo virtuoso di pubblico, interesse ed interessi, e nuovi prodotti per soddisfarli.
Al m.a.x. Museo tutto questo é documentato da piu’ di 300 tra oggetti di design, cartoline, disegni, grafiche e manifesti pubblicitari. Il percorso espositivo si sviluppa in quattro sale a tema. La prima parte dalla “carrozza” motorizzata, quando il mito della automobile era associato a uno stereotipo maschile.
A proposito: sapete che “berlina” e “coupé”, ancor prima di descrivere automobili, in origine servivano ad indicare due differenti tipi di carrozze trainate da cavalli? La seconda sala ci porta al periodo “Liberty” di inizio Novecento, quando inizia la produzione sulla base di un telaio portante: la scocca. Le ultime due sale illustrano, rispettivamente, il passaggio dall’auto al mezzo pubblico, il torpedone, per arrivare infine al dopoguerra in cui le auto sono costruite come un oggetto unico, cioè monoscocca. Questo consente la produzione di massa e di modelli adatti ad ogni fascia ed utilizzo sociale: dalle semplici utilitarie sino alle recentissime corporate image cars, nate per i videogiochi e solo in seguito effettivamente prodotte. Ma il meglio viene alla fine.
La mostra di Chiasso espone non solo sogni ma anche realtà. In un apposito settore, lo Spazio Officina, vengono infatti mostrate alcune delle piu’ famose auto d’epoca del periodo 1899-1995: Prinetti & Stucchi, Iso Rivolta, Bugatti, Pagani, Alfa Romeo, De Tomaso, Lancia, Lamborghini, Ferrari. Tutte perfettamente funzionanti ….
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