Sette candidati concorrono alla segreteria del partito: Minniti e Zingaretti sembrano i più quotati
Ci siamo, i candidati al Congresso del Pd ci sono e hanno cominciato la propria personale partita per aggiudicarsi la segreteria del partito. Non è una lista ufficiale, i termini per la presentazione delle candidature sono aperti fino a metà dicembre ma, in ordine di candidatura, ad oggi i nomi sono quelli di Nicola Zingaretti, Matteo Richetti, Francesco Boccia, Dario Corallo, Cesare Damiano, Marco Minniti e Maurizio Martina. Adesso si attende solo che la commissione Congresso fissi la data delle primarie. Nel frattempo il popolo Dem sta già schierandosi con il proprio favorito tra quelli che sono stati nominati i ‘Magnifici 7’, ma anche i ‘7 nani’ dai più ironici. Sembra che il più quotato sia Zingaretti che sin da principio ha avuto l’ok di un gruppo di circa 200 sindaci tra cui Virginio Merola (Bologna), Carlo Marino (Caserta), Michele De Pascale (Ravenna), Esterino Montino (Fiumicino) Alessandro Tambellini (Lucca), per non parlare del fatto che abbia riunito a Roma oltre 100 giovani da tutta Italia, amministratori, dirigenti, militanti, nuove forze utili a “pensare al partito nuovo e alla nuova piattaforma politica elettorale” che sia un’alternativa. Tra i grandi nomi, Zingaretti trova il sostegno dell’ex premier Paolo Gentiloni, di Dario Franceschini e della sua vecchia corrente Areadem, di Piero Fassino e dell’ex capogruppo Luigi Zanda oltre che di Andrea Orlando e la sua corrente.
Anche l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti figura tra i più sostenuti, oltre che dall’ex premier Matteo Renzi, anche da Luca Lotti, Maria Elena Boschi, Ettore Rosato, Lorenzo Guerini e Antonello Giacomelli, Emanuele Fiano e Davide Faraone. Tra gli ex ministri Minniti trova l’appoggio di Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda. Sembra che nel complesso Minniti potrebbe avere il sostegno di circa il 70% dei 162 parlamentari Dem. In particolare a palazzo Madama sarebbero tra i 32 e 34 i senatori (sui 52 totali) ad aver firmato un documento pro Minniti, a partire dal capogruppo Andrea Marcucci. Alla Camera, invece, sarebbero oltre 60 deputati per l’ex ministro dell’Interno su 111 totali. Senza contare gli oltre 500 sindaci e amministratori, da Dario Nardella a Giorgio Gori, più una serie di figure di peso come i due governatori Vincenzo De Luca e Sergio Chiamparino. Anche se Maurizio Martina ha annunciato la propria candidatura per ultimo, vanta un largo seguito tra i big del partito come il capogruppo alla Camera Graziano Delrio e Matteo Orfini. Tra i deputati Martina può contare anche su Debora Serracchiani, Carla Cantone, Giuditta Pini, Chiara Gribaudo, Andrea De Maria e Matteo Mauri mentre al Senato ci sono Tommano Nannicini, Francesco Verducci, Valeria Valente, Roberto Rampi.
Martina ha spiegato che la sua proposta congressuale avrà al centro giovani e donne. Hanno meno seguito di sostenitori gli altri anche se presentano delle idee molto chiare, Richetti ha incentrato la campagna congressuale sui giovani e sull’apertura delle primarie. Boccia, che ha il sostegno del governatore della Puglia Michele Emiliano, è attento tra l’altro alle ragioni del sud ed ha subito chiarito: “Basta partito dei selfie”. Infine, mentre l’ex ministro Damiano è appoggiato dal movimento del LaburistiDem ed è stato uno dei primi a pubblicare il suo programma basato su tre parole d’ordine: uguaglianza, lavoro e democrazia; Corallo è molto giovane, 30 anni, ha usato parole molto dure nei confronti della vecchia classe dirigente accusata di aver fallito. Per Corallo è necessario “resettare questo Pd e costruire un partito nuovo. Ci candidiamo a ricostruire il Pd dalle sue fondamenta”.
foto: Ansa