Il genetista conferma che l’assassino di Yara è il figlio segreto di Giuseppe Guerinoni
La scorsa settimana la scienza ha confermato ufficialmente ciò che il consulente della famiglia Gambirasio, Giorgio Potera, aveva intuito qualche mese fa e che le forze dell’ordine hanno poi proceduto ad accertare. Il cromosoma Y, quello maschile, trovato nelle tracce biologiche sul corpo di Yara Gambirasio, è identico a quello di Giuseppe Guerinoni, autista morto a 61 anni nel 1999. Dunque, Giuseppe Guerinoni è il padre dell’assassino ancora ignoto di Yara. Secondo la testimonianza di un suo collega, Giuseppe Guerinoni aveva avuto una breve relazione extraconiugale negli anni tra il 1961 e il 1963. Da questa relazione nacque il bambino che poi sarebbe diventato l’assassino di Yara. Il padre, dunque, è certo, ora si tratta di scoprire la madre. Le ricerche si sono concentrate in una frazione di Rovetto e a Clusone, dove ci sono circa 400 donne che potrebbero essere la madre dell’uomo che ora avrebbe 50 anni circa.
Nelle scorse edizioni del giornale abbiamo detto che presto l’identità dell’assassino sarebbe stata scoperta, che ci sarebbero potuti essere dei ritardi dovuti ad ostacoli vari e ai tempi tecnici delle ricerche, ma che si era ormai vicini alla soluzione del caso. Confermiamo, alla luce della prova scientifica dell’identità tra il Dna dell’assassino e di suo padre morto 14 anni fa, che gl’inquirenti stanno lavorando alacremente per arrivare all’identità della madre.
Un rischio che tutto possa finire nel nulla, tuttavia, esiste, e l’abbiamo già accennato tre settimane fa, quando abbiamo ipotizzato che la madre potrebbe essere morta, dunque che si potrebbe non arrivare alla sua identità. Ma se la madre dovesse essere morta, certamente non è morto il figlio, che ha ammazzato la piccola Yara. Significa che il lavoro degli inquirenti potrebbe comportare un allungamento dei tempi, ma le possibilità che l’assassino possa essere prima o poi assicurato alla giustizia sono altissime. Il perché è semplice. I paesi dove si cerca l’identità della madre sono pochi e ben precisi, dunque tempo ci vuole, ma si arriverà a fare la mappa di tutte le donne che in quegli anni ebbero un figlio. Non solo. Nel caso in cui la madre fosse morta e che il figlio fosse stato dato in adozione, scatterebbe la mappa, attraverso un’indagine burocratica o/e giudiziaria, delle adozioni e della relativa destinazione di ogni ragazzo nato in quegli anni. Certo, potrebbe darsi il caso che, morta la donna quando il ragazzo era già maggiorenne, la ricerca della madre diverrebbe praticamente impossibile, però, come abbiamo detto, resterebbe la pista dei nati in quegli anni e della loro ricerca. Insomma, l’indagine, man mano che procederà negli accertamenti dei Dna, per esclusione porterà all’identità dell’assassino.
Non si stanno muovendo solo gl’inquirenti, si stanno mobilitando le istituzioni locali e in primo luogo L’Eco di Bergamo, che sta seguendo la vicenda di un orfano scomparso da un istituto religioso e riapparso a Rovetto.
La pista di una relazione extraconiugale di Giuseppe Guarinoni ha sconvolto la sua famiglia, in primo luogo la moglie e i suoi figli, i quali, ovviamente, non sapevano nulla di questa storia. Deve essere stata una relazione brevissima, il tempo di qualche rapporto. Nei dintorni, a quei tempi, c’era una fabbrica di tabacco, con molte ragazze che ci lavoravano. Capitò a lui come capitò ad altri, si trattava di storie non certo rare. La vedova di Guerinoni ha dichiarato: “Io non ho mai saputo di un tradimento di mio marito, né lo riesco ad immaginare. Ma fate come chiedono e chiudiamo la faccenda”. La vedova Guarinoni si riferisce agli esami del Dna sul corpo riesumato di suo marito e alla richiesta in tal senso che proveniva dal consulente della famiglia Gambirasio che sosteneva la validità della pista del figlio segreto di Guerinoni.
Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre 2010, due anni e mezzo fa. Questa del figlio segreto di Guerinoni – del quale lui stesso non dovette poi avere nessun’altra notizia, è l’unica pista valida. L’altra pista è il marocchino Mohamed Fikri, accusato da favoreggiamento. Per ora il tribunale sta accertando il vero significato dell’intercettazione di una sua telefonata con un suo amico tunisino, ma se dovesse essere al corrente di qualcosa, gli converrebbe parlare, aiutando così le indagini che, in ogni caso, con la certezza del figlio segreto, hanno fatto passi da gigante.