Piccoli amazzoni? Il cervello ne guadagna
Che andare a cavallo portasse numerosi benefici, tra i quali lo sviluppo della forza muscolare, dell’equilibrio e delle funzioni motorie, oltre a benefici per la circolazione, lo si sapeva già da tempo.
Solo di recente si è invece scoperto che l’equitazione può anche aiutare le prestazioni mentali dei bambini. In base a quanto emerso da una ricerca fatta dagli studiosi della Tokyo University of Agriculture, i bambini che vanno a cavallo ottengono poi risultati migliori nei test comportamentali e nei calcoli matematici, secondo quanto sostiene lo studio pubblicato su Frontiers Public Health.
“Merito delle vibrazioni tridimensionali che l’andatura dell’animale trasferisce al cervello” riferiscono i ricercatori giapponesi. In effetti sembra proprio che le vibrazioni prodotte durante la cavalcata sono particolarmente efficaci nell’attivare il sistema nervoso simpatico e, di conseguenza, aumentare la reattività del cervello.
Gli studiosi hanno raggiunto queste conclusioni grazie a dei test che hanno coinvolto 34 bambini e 72 bambine (10-12 anni) che sono stati divisi in tre gruppi (a riposo, a cavallo, a piedi) e poi sottoposti a test comportamentali e aritmetici prima e dopo aver passato 10 minuti a cavallo, oppure dopo una passeggiata a piedi di 10 minuti.
Il primo test comportamentale, mostrava dei quadrati colorati su uno schermo e richiedeva il premere velocemente un preciso tasto dopo aver visto su uno schermo un quadrato di colore blu o giallo, o trattenersi dal toccare il tasto quando appariva un quadrato rosso. Alla fine, 25 bambini su 54 hanno migliorato il proprio punteggio dopo la cavalcata.
Dopo i 10 minuti di cammino, invece, solo il 26,9% dei bambini ha migliorato il proprio punteggio al test. Il secondo test consisteva nell’eseguire rapidamente 30 addizioni tra numeri a una sola cifra.
E qui non si sono riscontrate differenze significative nei punteggi, ma si è visto che la velocità nel completare i test è aumentata per il 72,2% dei bambini che erano stati a cavallo.
Secondo questa tesi, quindi, andare a cavallo aiuterebbe il cervello a essere più reattivo agli stimoli.
“Una caratteristica importante del movimento dei cavalli è che produce accelerazioni tridimensionali, che nello studio sono state misurate da sensori appositi. Da queste, arrivano al corpo gli stimoli motori e sensoriali che possono produrre la performance migliore.
Nel nostro esperimento i test comportamentali richiedevano molto più impegno di quelli aritmetici, e quindi era necessario un maggiore coinvolgimento del sistema simpatico”, ha commentato il docente di neurologia alla Tokyo University e autore principale dello studio, Mitsuaki Ohta.