Un recente lavoro pubblicato sulla rivista Appetite testimonia come chi cerca di eliminare dalla propria dieta cibi industriali ricchi di zuccheri, farine raffinate e grassi, mostra gli stessi sintomi da chi è in astinenza da marijuana o da chi sta smettendo di fumare.
Il primo passo verso un’alimentazione più sana è certamente l’eliminazione di tutti quei prodotti che rientrano sotto l’azzeccassimo nome di “cibo spazzatura”: merendine, caramelle gommose, snack salati, creme spalmabili super zuccherate e così via. Ahimè, per molti, è anche il passo più difficile e spesso questa rinuncia è troppo gravosa per essere mantenuta a lungo (soprattutto se, contemporaneamente, ci si mette a dieta stretta e si inizia un’attività sportiva dopo anni di sedentarietà), tanto che, dopo poche settimane di strenua resistenza, sostenute da qualche sgarro qui e là, si abbandona la partita.
Se vi riconoscete in questo breve ritratto, sappiate che non c’è nulla che non va in voi: la vostra reazione è assolutamente normale, come ha evidenziato il team di ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università del Michigan. Il lavoro, pubblicato online a settembre, si è basato su un questionario, del tutto sovrapponibile a quelli utilizzati negli studi delle dipendenze da droga, a cui si sono sottoposti più di 200 volontari che “stavano cercando di smettere” con il junk food.
I risultati mostrano che i sintomi, come sbalzi d’umore, mal di testa, insonnia, attacchi di fame e ansia, non solo sono sovrapponibili a quelli provati da chi si sta disintossicando, ma compaiono in forma più pronunciata nello stesso periodo: dal secondo al quinto giorno di astinenza.
Questi dati sono incoraggianti, perché possono aiutare chi ha intenzione di intraprendere un percorso di salute alimentare a prepararsi in anticipo alle difficoltà che dovrà affrontare. Sapere che il disagio provato, non solo sarà solo per pochi giorni, ma non riguarda solo sé ma tutti quelli che fanno la stessa esperienza, aiuta certamente a sentirsi più motivati e meno isolati, soprattutto se, in parallelo, si applicano delle strategie per minimizzare quei sintomi. La prima? Mangiare a sazietà cibi davvero nutrienti e che non “ingannino” i nostri centri di controllo della fame.
La battaglia contro il junk food è alla portata di tutti, insomma. Basta volerlo.
Per ulteriori informazioni, potete consultare i miei articoli passati o scrivermi.
Ripuliti saluti
dalla vostra consulente alimentare
Tatiana Gaudimonte
[email protected]
Fonti: (1) https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0195666318306196
“Development of the Highly Processed Food Withdrawal Scale” – EM Schulte, JK Smeal, JAN Gearhardt – Appetite Volume 131, 1 December 2018 (Available online 15. Sep 2018), Pages 148-154