Il 23 marzo scorso si è tenuto a Losanna il 1° congresso del Partito Democratico in Svizzera. Più che una grande manifestazione politica del primo partito italiano, che col suo segretario sta cercando di riformare l’Italia, a Losanna è sembrato di assistere all’ennesimo conclave a porte chiuse (nessuna comunicazione pubblica alla collettività) degli “addetti ai lavori”. Presenti un centinaio di persone, l’Ambasciatore d’Italia a Berna, i deputati svizzeri Ada Marra e Martin Netz ed i parlamentari italiani eletti all’estero (Europa) nella lista PD. In assenza di altre candidature, Michele Schiavone è stato rieletto segretario all’unanimità, per il conferimento delle altre cariche si è deciso il rinvio a data da definirsi! Riportiamo l’intervento di Emilia Sina, la prima (in tempi non sospetti) sostenitrice in Svizzera di Matteo Renzi.
Cari amici, in questi mesi abbiamo assistito ad un cambiamento epocale della politica italiana, pur tra evidenti contraddizioni e colpi di scena. Siamo passati da una annunciata vittoria elettorale del Pd con delle primarie che confermavano il gruppo dirigente in carica ad un governo delle larghe intese poi ridottosi ad un governo a tempo determinato. Tutto questo con una novità politica nella asfittica comunità chiamata Matteo Renzi. Un fenomeno combattuto sin dall’inizio all interno del Pd da molti di coloro che ora lo applaudono e lo osannano, dopo la lunga marcia nel deserto che lo ha portato al ruolo di Presidente del Consiglio. Una conversione di massa nel Centrosinistra, partita prima all’interno del gruppo dirigente nazionale e via via verso la periferia, coinvolgendo i gruppi dirigenti locali. Ora, cambiare idea in politica è nelle cose e non dobbiamo scandalizzarci, cambiare opinione e riposizionarsi per opportunismo e con una certa ipocrisia non è invece accettabile.
Fa un certo effetto sentire degli ex parlamentari, alla ricerca di impossibili rivincite, dichiararsi renziani convinti o altri, che sino ad ieri hanno combattuto Matteo Renzi, dichiarare il loro entusiasmo per la “scossa” che sta dando al paese con le sue proposte riformatrici. Dico questo non per rivendicare una primogenitura nella mia scelta di appoggiare Matteo Renzi sin dal primo momento, ma per far sì di avere gruppi dirigenti credibili presso i militanti e presso i nostri elettori, per togliere spazio agli attacchi demagogici di Grillo e per non dare alibi ad una destra sempre più in difficoltà con un leader, Silvio Berlusconi che, al di là dei proclami dei suoi sostenitori, è in evidente difficoltà nella sua veste di leader, dovendo subire le limitazioni previste per coloro che hanno una condanna definitiva. Tutto questo mentre il paese Italia reclama una guida politica sicura per rilanciare l’economia e per dare un futuro ai nostri giovani, mentre nel mondo globalizzato si acuiscono antiche tensioni, a cominciare dalla vicenda ucraina con rigurgiti imperialisti mai sopiti da parte della Russia e dalle nuove superpotenze emergenti come l’India e la Cina. Appaiono quindi piccole le vicende politiche italiane rispetto allo scenario internazionale, come appare chiaro che giunto al Governo in modo non del tutto ortodosso, Matteo Renzi ora deve farsi una reputazione presso le istituzioni europee e sulla scena mondiale.
Questo lo deve portare, a mio avviso ad una profonda moralizzazione della vita politica italiana, eliminando dal Governo e dal Partito tutte quelle ombre legate alla difesa di personalità, colpite da indagini o peggio da avvisi di garanzia, secondo un codice etico inflessibile ed automatico che deve portare alla esclusione di tutti coloro, colpevoli o meno, dall’esercizio della politica o di un ruolo istituzionale. Tornando a noi italiani residenti all’estero, non dobbiamo lasciarci prendere dalla tentazioni di isolare le nostre vicende da quelle politico-istituzionali italiane anche per quello che riguarda la rappresentanza parlamentare. Tanto per essere chiari, se verranno dimezzati i parlamentari italiani non deve essere vissuta come un trauma anche la diminuzione di coloro che verranno eletti all’estero, in quanto potremo lavorare a favore di una rappresentanza più estesa delle nostre comunità rilanciando una riforma che rafforzi i Comites, le Scuole e gli Istitui di Cultura all’estero e i rapporti con le Regioni, avendo un numero di espatri dall’Italia che ha raggiunto livelli pari a quelli dell’emigrazione storica degli anni 50.
Infine non possiamo lamentarci se la Svizzera ha assunto misure protezionistiche e limitanti l’immigrazione se non si sviluppa un nuovo rapporto con la nuova generazione politica di coloro che con la doppia cittadinanza ricoprono ruoli nei partiti progressisti svizzeri o nei Consigli cantonali, raccordando la loro attività con il PD italiano e lombardo. Son mancati incisività e coordinamento e sopratutto il coinvolgimento della intera collettività italiana in Svizzera.
Vorrei sentire cosa si intende fare d’ora in avanti, con trasparenza, anche per riformare un partito che dovrà basarsi sempre più sulla figura del cittadino elettore oltre che dell’iscritto, per colmare quel vuoto di democrazia partecipativa che si apre ogni volta che finiscono le primarie, creando regole certe e condivise che consentano a tutti, vista la mia ultima esperienza di candidata al Parlamento italiano, di poter aspirare alle varie cariche di Partito ed a quelle istituzionali dove appare evidente una non più sopportabile differenza di accedere agli elettori (e quindi al possibile consenso) da parte della società civile rispetto ai tanti professionisti dell’emigrazione, a causa di una disparità di mezzi e supporti politici, sindacali ed economici oramai inaccettabili. Occorre inserire meritocrazia e competenza rispetto ad appartenenze di centrali sindacali o di altro genere, aprendo ai giovani, non solo per l’età ma anche per il talento affinché la rigenerazione della classe politica italiana si completi anche all’estero.
Emilia Sina
PD Svizzera