Raccolta di firme per evitare lo smantellamento dello storico Museo del Cappello Borsalino
Brutte notizie per il Made Italy. Uno dei marchi storici e più in vista della moda italiana sta per ricevere un brutto colpo per il suo prestigio. Riguarda di Borsalino, la storia azienda italiana a cui si deve l’invenzione dell’omonimo cappello in feltro incavato nella sua lunghezza a larghe falde, in modo particolare lo storico Museo del Cappello Borsalino, ad Alessandria, dove ha sede anche l’azienda. Chi non conosce i famosi cappelli firmati Borsalino? Onore e vanto del Made in Italy che si afferma in tutto il mondo senza trovare mai eguali nel genere. La storia del cappello Borsalino dura da secoli, da quando Giuseppe Borsalino, chiamato “u siur Pipen”, il suo fondatore, torna nella prima metà dell’ 800 nel suo paese natio, Alessandria, dopo un’esperienza come garzone e poi apprendista di circa sette anni nel cappellificio Berteil in Rue du Temple a Parigi dove aveva ottenuto la qualifica di Maestro Cappellaio. A un anno dal rientro in Italia, Giuseppe apre il suo primo laboratorio in un cortile di via Schiavina ad Alessandria e nel 1897 dopo la visita ad una fabbrica inglese di cappelli da cui Giuseppe riesce a “coglierne” i segreti, avviene la svolta: si racconta infatti che durante la visita alla Battersby di Londra il maestro “senza farsi vedere intinge il suo fazzoletto nella vasca della ‘catramatura’: porta così in Italia il segreto inglese per la fabbricazione delle perfette bombette”.
La qualità dei prodotti Borsalino trasforma facilmente il sogno di una piccola bottega artigiana in una vera e propria industria. Purtroppo però adesso questo marchio pare che stia attraversando un momento poco felice a causa del reale rischio di smantellamento del famoso museo se entro il 30 novembre non riesce a raccogliere 50.000 firme che consentirebbero di ricevere fondi dal Fai – Fondo Ambiente Italiano e da Intesa Sanpaolo. Il Museo, situato nella Sala Campioni del Palazzo Borsalino, ospita i campioni di tutti i copricapo prodotti nello stabilimento a partire dal 1857, anno della fondazione, sino ai giorni nostri, ovvero circa 2.000 cappelli delle più diverse fogge. Numerose le star che hanno indossato il Borsalino: Humphrey Bogart in Casablanca, Alain Delon e Jean-Paul Belmondo nel film Borsalino, Harrison Ford in Indiana Jones, Robert Redford in La mia Africa, Nicole Kidman in Australia, Leonardo DiCaprio in Revolutionary Road e Roberto Benigni in molti dei sui film. Perfino Michael Jackson ha scelto per esibizioni come Billie Jean o Smooth Criminal. Inaugurato nella primavera del 2006 con la collaborazione del comune per ricordare le varie fasi storiche che hanno caratterizzato l’industria del cappello Borsalino, per Alessandria il museo è un patrimonio di inestimabile valore e per questo, accanto all’azienda Borsalino, tutta la città si è mobilitata a sostegno dell’iniziativa del Fai: sono stati allestiti banchetti in città e molte categorie sono scese in campo. “Non dimenticare chi siamo – dice il Fai – è un diritto e dovere civile: conoscere la nostra storia, preservarla per poterla tramandare è il compito di ogni cittadino responsabile. Sarebbe da stolti non prodigarsi per il recupero e la valorizzazione del patrimonio del nostro territorio”. Per sostenere questo pezzo unico della storia del Made in Italy si può partecipare anche da lontano, firmando on line collegandosi al link http://iluoghidelcuore.it/luoghi/81834.