Gli effetti del riscaldamento climatico sono già percepibili in Svizzera: scioglimento dei ghiacciai, inasprimento dei periodi di siccità e delle ondate di caldo, perdita di stabilità del permafrost. “Oltre a ridurre le emissioni di gas serra, la Svizzera deve prepararsi ai cambiamenti climatici in modo da ridurre al minimo i rischi”, ha dichiarato Marc Chardonnens, direttore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM), nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Berna.
La Svizzera è particolarmente interessata dai cambiamenti climatici. Dall’inizio delle misurazioni nel 1864, la temperatura media in Svizzera è cresciuta di 2 gradi centigradi, ossia più del doppio rispetto all’aumento medio mondiale (0,9 gradi). Con un riscaldamento mondiale medio limitato a due gradi, come previsto dall’Accordo di Parigi sul clima, la temperatura in Svizzera potrebbe aumentare ulteriormente da uno a tre gradi entro il 2060.
Gli effetti sono percettibili: nelle città si creano delle isole di calore, localmente si verificano penurie d’acqua, i pendii ripidi delle montagne nelle valli alpine diventano instabili, come lo dimostra la recente frana a Bondo, nel Cantone dei Grigioni.
La massiccia riduzione dei gas serra a livello mondiale è lo strumento prioritario nella lotta contro il riscaldamento climatico. Nel quadro dell’Accordo di Parigi sul clima, la Svizzera si è impegnata a ridurre, entro il 2030, del 50% le emissioni rispetto al 1990. Nel corso di una conferenza stampa dedicata all’adattamento, tenutasi il 28 agosto 2017 a Berna, il direttore dell’UFAM Marc Chardonnens ha dichiarato che, “dal momento che il riscaldamento climatico può soltanto essere limitato, l’adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici riveste un’importanza crescente”.
Una sfida per l’intera società
I cambiamenti climatici devono essere affrontati come sfida per tutta la società. L’aumento della temperatura e le modifiche del regime di precipitazioni hanno conseguenze non solo a livello ambientale ma anche economico e sociale.
La Confederazione coordina le misure di adattamento e mette a disposizione le basi e le conoscenze necessarie a tal fine, come ad esempio il programma di ricerca sugli effetti del riscaldamento per le foreste o l’analisi delle conseguenze del riscaldamento per l’idrologia (CCHydro).
“Poiché gli effetti variano da una regione all’altra, i Cantoni, le regioni e i Comuni svolgono un ruolo importante nell’adattamento”, ha precisato Marc Chardonnens. L’UFAM ha quindi elaborato un’analisi dei rischi in collaborazione con otto Cantoni per individuare gli effetti regionali dei cambiamenti climatici. Sotto la direzione dell’UFAM, la Confederazione ha lanciato nel 2013 un programma pilota inteso a mostrare come la Svizzera può adattarsi ai cambiamenti climatici basandosi su progetti concreti.
Agire ora per ridurre
i rischi e i costi
Secondo l’UFAM tali lavori hanno avviato una dinamica e hanno permesso di sensibilizzare le autorità circa la necessità di agire. Numerosi Cantoni, regioni e Comuni hanno elaborato una loro strategia e sviluppato misure di adattamento.
Inoltre tale impegno va rafforzato. Le conseguenze dei cambiamenti climatici devono essere tenute in considerazione in tutti i settori: ambientale, economico e sociale. Prepararsi sin d’ora, secondo quanto dichiara l’UFAM, è in effetti più vantaggioso che gestire i danni causati dai cambiamenti climatici man mano che si presentano, anche perché le esigenze in materia di adattamento e i costi cresceranno con l’aumento previsto delle temperature. “Gli effetti dei cambiamenti climatici riguardano noi tutti e possiamo fronteggiare queste nuove sfide solo agendo insieme”, ha sottolineato Marc Chardonnens.
UFAM