Top ten delle acque balneabili: il Bel Paese al sesto posto in Ue
A meno di un mese dall’inizio dell’estate, l’Agenzia Europea dell’Ambiente (Aea) fotografa la situazione dei siti balnearii europei valutandone la qualitá delle acque e restituendoci l’immagine di un’Italia sempre piú blu.
Sulla base dei dati del 2015 relativi alle analisi di campioni di acqua prelevati in oltre 21 000 siti di balneazione costieri e interni presenti su tutto il territorio dell’UE, in Svizzera e in Albania, l’Italia si piazza infatti al sesto posto, guadagnando una posizione sul 2015 e due sul bennnio 2013-2014.
Al primo posto della top ten delle acque balneabili troviamo il Lussemburgo, seguito da Cipro, Malta, Grecia e Croazia. Nello specifico, la relazione annuale sulle acque di balneazione redatta dall´AEA e dalla Commissione europea ha valutato l´eventuale grado di contaminazione delle acque da inquinamento fecale proveniente dalle acque reflue o dagli allevamenti, riscontrando che il 96% dei siti di balneazione monitorati in Europa risulta in regola, soddisfacendo i requsiti minimi richiesti, e che ben l’84% di essi raggiunge il livello di “eccellente”. L’Italia può contare su una qualità dell’acqua eccellente in oltre il 90.6% dei siti di balneazione. Meglio solo Lussemburgo, Malta, Grecia e Croazia; dopo di noi la Germania e l´Austria.
A contare il maggior numero di siti balneabili e di eccellente qualità sono Sicilia (733), Puglia (669), Sardegna (640), Calabria (588), Lazio (378), Liguria (373), Toscana (344), Campania (252) e Lombardia (216).
Oltre alla relazione l’AEA ha pubblicato una mappa interattiva con i risultati di tutti i siti di balneazione, le relazioni per paese e la direttiva sulle acque di balneazione, sui siti web dell’Aea e della Commissione europea. Gli sforzi dell’Unione europea per garantire acque di balneazione pulite e salubri hanno avuto inizio quarant’anni fa, con l’adozione della prima direttiva sulle acque di balneazione. Secondo Karmenu Vella, Commissario per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, questo buon risultato “rappresenta il frutto di 40 anni di investimenti nelle infrastrutture idriche e per la gestione delle acque reflue. È il segno del buon funzionamento della legislazione dell’UE ed è l’esempio perfetto del fatto che aree altamente sviluppate dal punto di vista economico come la nostra possono produrre norme ambientali altrettanto elevate”. Nel complesso, la qualitá delle acque di balneazione è migliorata nel tempo.
Nel 1991 il 56% dei siti di balneazione raggiungeva gli standard più elevati, percentuale salita all’87% nel 2015, se si fa riferimento ai quasi 9600 siti di balneazione monitorati tutti gli anni durante tale periodo. Dato orgogliosamente sottolineato anche da Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell’AEA, che ha dichiarato: “La nostra valutazione mostra che la qualità delle acque di balneazione è significativamente migliorata nel corso degli anni.
Un numero sempre maggiore di siti di balneazione oltre a rispettare i requisiti minimi ha anche raggiunto livelli di eccellenza. In alcune città è persino possibile fare il bagno in stabilimenti balneari pubblici nelle zone portuali”, ha poi fatto notare con un chiaro riferimento al caso di Copenaghen. Non appare dunque impossibile la sfida lanciata dal sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, che ha promesso ai parigini di potere fare il bagno nella Senna per accogliere le Olimpiadi del 2024 nel caso in cui la cittá dovesse aggiudicarsele.
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foto: Ansa