Bari, Nizza, Istanbul
Periodo di vacanze. Migliaia di nostri cittadini pugliesi, lavoratori e lavoratrici, in attività o pensionati, giovani o meno giovani, rientrano, annualmente, in Italia per un breve periodo di riposo e di evasione dai duri impegni quotidiani.
Un tempo, con Angelo Tinari ancora in vita, ci occupammo dei collegamenti notturni ferroviari tra Zurigo e Lecce.
Si partiva con i compagni alla sera del Venerdì e si ritornava a Zurigo la domenica notte successiva, in tempo per assolvere agli impegni feriali in città e dintorni. Lo chiamavamo, scherzosamente, il notturno settimanale dei pendolari.
Personalmente, non apprezzavo questa tradizione, indice di provvisorietà e di mancata integrazione nella società svizzera.Tant’è! Così accadeva.
Raccoglievamo le proteste dei nostri lavoratori per la sospensione del servizio e agivamo di conseguenza.
Chissà quante volte questi nostri amici del tempo hanno avuto occasione di viaggiare su quel tratto infernale nei pressi di Andria?
Una tratta, pur a binario unico, di grande percorrenza.
Utilizzata per i propri spostamenti da viaggiatori di ogni e qualsia categoria: lavoratori, pensionati, studenti.
Venti chilometri o poco più tra una stazione e l’altra di Andria e Corato. Se un treno parte, l’altro ne attende l’arrivo per proseguire.
Non hanno atteso, quella mattina maledetta del 12 Luglio. L’impatto. L’orrore. Le urla. Per ventitré di loro, nessuna speranza.
L’acre odore del sangue tra le lamiere contorte dei vagoni irti all’insù quasi a implorare la pietà di quel Dio che tanti di loro avranno onorato nei momenti di raccoglimento e preghiera.
Altri centinaia, accolti negli ospedali della regione. Una gara di solidarietà per aiutarli a sopravvivere e ricostruire una speranza: l’accorrere a donare il sangue, uno degli esempi più limpidi di partecipazione umana alla tragedia.
Ancora poche settimane e tutto sarà, purtroppo, dimenticato. Un fatto come un altro. Numeri delle quotidiane tragedie umane.
Vi sono, nell’accaduto, evidenti e gravi responsabilità già mascherate da polemiche e considerazioni inconsistenti:
Il binario unico, l’informatizzazione dei collegamenti e altro ancora.
Tutto vero, naturalmente. E ciò non è un fenomeno unicamente pugliese e del sud.
Escludendo l’alta velocità – poco roba, in complesso – il 65% della rete ferroviaria italiana è a binario unico e non oso nemmeno calcolare quanti miliardi e anni servirebbero per completarne il raddoppio.
Vi sono indubbie e gravi responsabilità degli addetti alla percorrenza che andranno accertate.
L’immagine di un’amministrazione – pubblica o para pubblica – che ha perso, se mai l’abbia posseduta– la cultura della responsabilità e del servizio ai cittadini.
I funzionari in mutande e gli incappucciati alla vidimazione di presenza al lavoro, dimostrazioni di illimitata irresponsabilità. Che giustizia sia fatta.
14 Luglio, festa della gloria di Francia e del drapeau su cui campeggiano le tre parole che hanno cambiato i destini del mondo: Liberté, Egalité. Fraternité.
Mohammed Bouhlel, cittadino francese di origine tunisina, non e d’accordo. Scatena il suo tir sulla Promenade des Anglais a Nizza mentre migliaia celebrano la ricorrenza del 1879 alla Bastiglia.
84 corpi rimangono esamini sull’asfalto rovente dello storico viale. Centinaia di persone sono ferite e scioccate.
L’assassino che uccide nel nome di Dio (Allah) viene abbattuto. Rimane l’odio. La miseria di un mondo che ha perso il valore dell’incontro, dell’amore e della pari dignità: religiosa, etnica, nazionale, tra i diversi.
16 Luglio, Istanbul. O il golpe maldestro.
Un gruppo dissidente di ufficiali dell’esercito, nel nome della laicità dello stato, corre l’avventura del colpo di stato contro il presidente eletto Erdogan. Sembra riuscito. Ma il nuovo sultano turco, in volo sui cieli della nazione, chiama alla resistenza i suoi pasdaran.
Invadono le strade, i combattenti del popolo. Bloccano l’avanzata dei carri armati condotti da giovani riservisti impauriti e confusi, accerchiati da una folla inferocita.
Alcuni di loro sono immolati alla gloria del loro dio in terra. Migliaia di golpisti vengono arrestati. Atri lo saranno. Fine della rivolta operetta. L’indiano Erdogan avrà il loro scalpo.
Nonostante tutto, “buone vacanze”, care lettrici e cari lettori. E che il prossimo settembre sia per tutti migliore.
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