Chi mangia bene aiuta il pianeta. Basti pensare che in Occidente il consumo di alimenti provoca circa il 30% delle emissioni di gas serra. A tracciare il quadro è la Fondazione Barilla center for food and Nutrition (Bcfn) che, in occasione del World Population Day che ricorre l’11 luglio, presenta i nuovi dati che confermano la validità della Doppia Piramide nutrizionale e ambientale, il modello che mette a confronto la salubrità e la sostenibilità dei diversi alimenti, e la sostenibilità a 360 gradi della dieta mediterranea. In particolare, dallo studio emerge che se una famiglia di quattro persone adottasse per un intero anno un menu sostenibile, si risparmierebbero 3,7 tonnellate di Co2, pari a quella emessa guidando per 26.000 chilometri o al consumo biennale di gas della stessa famiglia.
In Italia, adottare un menu sostenibile significa ridurre del 30% il proprio impatto ambientale in termini di emissioni di Co2, e ridimensionare del 17% l’impronta ecologica. Adottare diete sostenibili diventa quindi sempre più urgente visto che nel 2050 circa 25 milioni di bambini al di sotto dei cinque anni saranno malnutriti a causa degli effetti del cambiamento climatico. L’Unione Europea ha fissato nella ‘Roadmap to 2050’ l’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni di Co2 prodotte dagli Stati ed i comportamenti alimentari giocano in questo un ruolo fondamentale.
In particolare l’Ue suggerisce di adottare abitudini alimentari che riducano il consumo di proteine animali a vantaggio di alimenti a più basso impatto ambientale. Tra gli esempi di diete sostenibili la Fao cita in particolare la dieta mediterranea, un modello alimentare che si caratterizza per la sua varietà, oltre che per uno spiccato equilibrio nutrizionale. Prevede un elevato consumo di verdura, legumi, frutta fresca e secca, olio d’oliva e cereali (per il 50% integrali), un moderato consumo di pesce e prodotti caseari (specialmente formaggio e yogurt) e un ancora più moderato consumo di carne rossa, carne bianca e dolci.
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