Stop agli 80 euro mensili per chi ha uno stipendio sotto i 1.500 euro. Eliminati. Per finanziare la flat tax, cioè una tassa unica, di cui beneficerà soprattutto chi è già ricco. No alle domeniche gratis nei musei, nonostante avessero creato solo nel 2017 incassi per 200 milioni, dimostrando che la cultura fa bene all’economia.
Interrotti i lavori della Tav, perché il ministro Toninelli dice che vuole risparmiare i 10 miliardi necessari a terminarla. E pazienza se una parte l’abbiamo già spesa, se dovremo restituire il finanziamento europeo e se gli operai che la stavano realizzando perderanno il lavoro.
E poi no all’emigrazione. No all’Europa. No ai vaccini. No a tutto ciò che potrebbe rendere il Paese più evoluto e più moderno.
Il bilancio dei primi mesi di questo Governo è perfino più negativo rispetto a quanto si potesse aspettare. Che i partiti dell’attuale maggioranza, Lega e 5stelle, fossero dichiaratamente populisti e nazionalisti era noto. Ma non era altrettanto chiaro quanto fossero spregiudicati nel promettere una cosa e farne un’altra. Nel dire agli italiani che sarebbero stati il “Governo del Cambiamento”. Salvo poi perseguire politiche di involuzione.
L’Italia sta già regredendo, purtroppo. La febbre da spread è tornata a salire. E l’occupazione è tornata a scendere. Un risultato nefasto, dovuto agli annunci del Ministro Di Maio. Che, con la sua riforma del lavoro, ha spaventato gli investitori e messo in fuga i capitali. Lo chiamano “decreto Dignità”. Ma non fa altro che creare disoccupazione. Ottantamila posti in meno in un solo anno. Altro che dignità.
Ad oggi, l’unico cambiamento ottenuto è stato quello di un maggiore isolamento internazionale. Mentre gli altri Paesi europei dialogano su come trovare una soluzione comune al fenomeno migratorio, Salvini non perde occasione per inasprire i rapporti con la Francia e la Germania. E il premier Conte, al Consiglio Europeo dello scorso giugno, si lascia sfuggire il risultato del ricollocamento obbligatorio dei migranti nei diversi Stati membri, ottenuto dai Governi PD. Tutto questo per ingraziarsi i Paesi dell’Est, a partire dall’Ungheria di Orban, molto amico della Lega e per niente dell’Italia.
Ma ciò che lascia veramente di stucco è dover assistere allo spettacolo impietoso che Lega e 5stelle offrono, sul tema dell’emigrazione. Fomentando i peggiori sentimenti xenofobi e razzisti. Per distrarre gli elettori dalla inconsistenza delle loro politiche. E, cosa ancor più grave, negando che siamo noi, per primi, un popolo di migranti.
Fino ad arrivare all’infelice paradosso secondo il quale “la tragedia di Marcinelle ci insegna che non bisogna emigrare”. Sono parole del vicepremier e ministro Luigi Di Maio. Già, come se quegli italiani emigrati in Belgio avessero scelto di morire soffocati in una miniera. Mentre cercavano una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie.
Gli italiani nel mondo non meritano questa mancanza di rispetto. E tutti gli italiani meritano un Governo migliore di questo.
Laura Garavini
Solidarietà all’Ambasciatore Del Panta
I consiglieri del Comites di Zurigo Petta e Giustiniani si dissociano dal loro Presidente
In data 29 agosto 2018, sul precedente numero de “La Pagina” è apparso un articolo, in cui le rappresentanze degli italiani all’estero in Svizzera, CGIE e Comites, esprimevano solidarietà all’Ambasciatore Del Planta che era stato invitato dall’On. Billi (Lega) a rassegnare le dimissioni.
I sottoscritti Gerardo Petta e Luigi Giustiniani, membri del Comites di Zurigo, non essendo stati interpellati dal presidente Luciano Alban dell’eventuale pubblicazione del suddetto comunicato in questione, si dissociano da questa posizione prettamente politica.
Pertanto il presidente Luciano Alban si assume a titolo personale, e non a nome del Comites di Zurigo, la responsabilità di quanto affermato.
Gerardo Petta/ Luigi Giustiniani
(membri del Comites di Zurigo)