Il 4 maggio si è tenuta presso la sede della SAIG una Conferenza con la presenza del presidente della Ital-Uil Svizzera, Mariano Franzin, del presidente del CoM.It.Es di Losanna, Grazia Tredenari e l’Avv. Alessandra Testaguzza.
Dopo le presentazioni ed i saluti di rito da parte del coordinatore della SAIG, Carmelo Vaccaro, la parola è passata a Mariano Franzin, che ha spiegato come l’amnistia fiscale sta incidendo su coloro che hanno beneficiato di aiuti sociali senza dichiarare l’integralità del proprio patrimonio all’estero. Pesanti sono le restituzioni che oggi il servizio delle prestazioni complementari sta chiedendo: si parla di somme quasi tutte al di sopra dei 100.000 franchi, indice, questo che molti hanno approfittato di denaro pubblico senza averne diritto, in tutto o in parte.
Quanto all’IRPEF, la dichiarazione dei redditi in Italia, posto che la dichiarazione dei redditi deve SEMPRE essere fatta nel paese nel quale si risiede stabilmente, l’IRPEF non deve essere presentata da coloro che hanno immobili che hanno rendita catastale uguale od inferiore a 500 euro.
Franzin ha anche informato che, per quanto riguarda il pagamento del canone TV, chi non è in possesso di un apparecchio televisivo in Italia, è obbligato ad inviare OGNI ANNO, entro e non oltre il 31 gennaio, una raccomandata con ricevuta di ritorno, alla sede RAI a Torino, facendo presente la situazione. Questo per evitare il pagamento del canone annuale che ora si paga, ha ricordato Franzin, con la bolletta della corrente elettrica. Se ci si dimentica di rispettare il suddetto termine, bisognerà pagare il canone in bolletta.
L’Avv. Alessandra Testaguzza ha soltanto precisato che il servizio delle prestazioni complementari ha iniziato proprio nel mese di aprile di quest’anno, ad inviare le prime denunce penali al procuratore di Ginevra, a carico di coloro che non hanno voluto aderire all’iniziativa di Mauro Poggia di autodenunciarsi entro la fine del 2016. E, difatti, stanno arrivando le prime convocazioni formali.
D’altra parte, i cittadini sono stati ampiamente informati circa le procedure che gli uffici avrebbero intrapreso per contrastare un fenomeno che deve ormai essere arginato, con buona pace di tutti coloro che, non credendo a tutti gli avvertimenti inviati, non hanno voluto in alcun modo adeguarsi. L’Avv. Testaguzza ha anche precisato che i debiti accumulati con l’SPC se non saldati dai diretti interessati, saranno a carico dei futuri eredi.
Grazia Tredenari, responsabile dell’ufficio della ITAL-UIL a Ginevra, ha precisato ancor meglio quello che la ITAL-UIL GE può fare per aiutare i pensionati a non pagare più le tasse immobiliare su uno degli immobili in Italia. Si possono anche occupare di preparare le dichiarazioni dei redditi in Italia per quelli che sono tenuti a farle e di richiedere all’INPS il rimborso delle imposte sulle pensioni di vecchiaia che sono soggette a pagamento delle imposte in Svizzera. L’IMU, infatti, dal 2015, non dovrà più essere pagato sull’immobile dichiarato come prima casa. La normativa è stata estesa anche ai pensionati italiani iscritti all’AIRE, i quali potranno scegliere su quale immobile non pagare l’IMU (solitamente quello che ha l’IMU più alta), a nulla valendo le eccezioni di alcuni Comuni che negano tale scelta con scuse pretestuose.
I presenti hanno posto qualche domanda circa l’opportunità di donare gli immobili ai propri figli per evitare problemi e spese di successione un domani. L’Avv. Testaguzza, ha fatto presente che, quanto alle spese, in caso di donazione si dovranno calcolare sia l’imposta di registro che gli onorari del notaio, mentre in caso di successione si dovrà pagare il 2% e l’1% del valore fiscale degli immobili lasciati in successione (oltre a € 35,00 per ogni conservatoria, € 64,00 e circa € 20,00 di Tributi speciali). Quindi non c’è un vero risparmio in denaro, ma la scelta deve dipendere solo da ragioni di opportunità nel caso di evitare ai propri discendenti le pratiche di successione.
Quanto alle restituzioni alle complementari, si deve studiare caso per caso, avvertendo che gli uffici hanno la possibilità di bloccare i conti correnti in Svizzera con una semplice comunicazione alla banca, senza bisogno di procurarsi un titolo in Tribunale. In questi casi, dai conti non si potrà più prelevare nulla e, dunque, il consiglio che tutti i relatori hanno dato, una volta ricevute le decisioni, è quello di farsi subito parte diligente presso gli uffici, presentarsi, pagare immediatamente quello che si può e cercare di rateizzare il resto, in modo da evitare di trovarsi senza la possibilità di operare sui propri conti bancari e/o postali (ove magari confluiscono le pensioni e con i quali si procede ogni mese la pagamento dell’affitto di casa, utenze, etc.).
Tutte le procedure messe in campo oggi non possono tener conto delle difficoltà soggettive a restituire grosse somme di denaro, ma devono trattare tutti allo stesso modo: se di restituzione si tratta, non si terrà conto delle particolarità di ognuno, fatte salve, naturalmente, alcune situazioni oggettive che dovranno essere adeguatamente motivate.