Il cerchio o, piuttosto, le manette sono scattate ai polsi di Danilo Restivo, il trentottenne di Potenza che dieci giorni fa è stato arrestato dalla polizia inglese con l’accusa di aver ucciso il 12 novembre del 2002 la sarta sua vicina di casa, Heather Barnett, 48 anni. Quello che all’inizio era un fermo si è trasformato in arresto fino al 24 settembre, data per la quale è stata fissata la prima udienza del processo a suo carico.
Danilo Restivo, già negli anni scorsi fermato e poi rilasciato dalla polizia inglese per insufficienza di prove, ora dovrà difendersi da accuse pesanti. Nella sua casa in Inghilterra, dove ha vissuto con la sua moglie italo-inglese e per questo è divenuto cittadino del Regno Unito egli stesso, gli investigatori hanno trovato il suo diario con all’interno le ciocche di capelli che l’uomo tagliava alle ragazze con cui era a contatto quando era a Rimini e sulla costa romagnola. Se il magistrato inglese ha dichiarato che c’erano prove sufficienti per incriminarlo, evidentemente vuol dire che è stata scoperta una relazione tra la ciocca di capelli trovata in mano alla povera Heather e una delle ragazze a cui Restivo l’aveva tagliata anni prima e che proverebbe un nesso inconfutabile, perché quelle ragazze al tempo lo denunciarono appunto per quella “stranezza”, come fu definita dai carabinieri che, proprio perché classificata come tale, non le diedero seguito.
Ma c’è di più. La magistratura inglese, su sollecitazione del legale di un certo Omar Benguit, condannato per l’omicidio di una studentessa coreana avvenuto il 12 luglio del 2002, è orientata a riaprire tale caso. In poche parole, Danilo Restivo dovrà rispondere anche dell’omicidio della studentessa. Lui si dichiara innocente, come del resto ognuno farebbe al suo posto, ma se è vero che le prove a suo carico erano già qualche giorno fa “sufficienti” per l’accusa, ora lo sono ancora di più, perché, com’era nell’aria, anche la magistratura di Salerno ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti per l’omicidio di Elisa Claps, avvenuto il 12 settembre del 1993.
Prima di entrare nell’argomento del provvedimento della procura di Salerno, notiamo le date. Se è lui che ha ucciso Elisa, Heather e Oki, si tratta di un serial killer e tutti i serial killer che si rispettano compiono i loro delitti a scadenze precise. Come, infatti, non essere colpiti dal fatto che le tre donne furono uccise tutte il giorno 12 (luglio, settembre e novembre)? Potrebbe essere una coincidenza? Certo che potrebbe esserlo, ma sarebbe davvero una rarità.
E veniamo al merito.
La procura di Salerno si è mossa in seguito agli esami compiuti sul corpo di Elisa Claps, ritrovato mummificato nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza dopo 17 anni. Lasciamo da parte i misteri del ritrovamento – che di misterioso forse non hanno nulla in quanto se qualcuno in passato è riuscito a vedere qualcosa probabilmente è stato zitto per non avere noie – e concentriamoci sui fatti. I quali dicono che l’accusa rivolta a Restivo è di aver usato violenza, ucciso con tredici coltellate ed occultato il cadavere. In sostanza, verso le undici e mezzo del 12 settembre del 1993, l’incontro tra Elisa e Danilo davanti o dentro o all’angolo della chiesa ci fu. Questo è un dato assodato perché confermato dallo stesso (allora) giovane e testimoniato dall’amica di Elisa che la vide prima, la doveva vedere dopo e invece non la vide più. Siccome probabilmente Restivo fu respinto dalla ragazza, questi le usò violenza e la uccise con 12 colpi di coltello e nascose poi il cadavere nel sottotetto al quarto piano. È probabile che il delitto sia avvenuto al quarto piano, perché vi si poteva accedere o dalla segrestia o dal Centro Newman, al primo piano del palazzo contiguo alla chiesa. Siccome all’ora dell’incontro era iniziata la celebrazione della messa, è più plausibile pensare che i due si siano visti all’angolo e siano poi saliti al Centro, da dove magari la ragazza fu portata con la forza fino al sottotetto.
Ma al di là della dinamica, devono essere stati importanti i risultati del capello trovato tra le unghie di Elisa e anche il confronto tra il Dna di Danilo, inviato dalla polizia inglese a quella italiana, e le tracce ritrovate sul cadavere di Elisa.
Quando Danilo Restivo fu arrestato dalla polizia di Potenza all’indomani della scomparsa di Elisa, fu rilasciato dopo poco più di un mese, probabilmente perché l’inchiesta fu condotta male o perché non furono approfonditi alcuni elementi importanti, come il ferimento di Restivo alla mano, per il quale fu costretto ad andare al pronto soccorso. Se è lui il colpevole, la ferita non fu procurata da una caduta per le scale di un cantiere, ma nella colluttazione con la ragazza che si vede che era riuscita, per un po’ di tempo, a resistere.
Comunque, alla luce delle indagini più approfondite compiute dalle polizie inglese e italiana, malgrado sia passato tanto tempo, sembra che le probabilità di innocenza di Danilo Restivo siano estremamente limitate e il dubbio non è se sia colpevole o meno, ma “quanto” lo sia: non solo per accertare se ci siano ancora altre vittime, ma anche quanto sia malato o sano. In più, il caso Danilo Restivo sarà importante per assistere all’esito del processo in due diversi Paesi: l’Inghilterra e l’Italia.
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