Nei pronto soccorso italiani arriva il “codice lilla”, destinato ai pazienti con disturbi alimentari. Il fenomeno è in crescita ed è ancora sottostimato. Riconoscere la malattia è il primo passo per uscirne.
Anoressia, bulimia e binge eating sono disturbi sempre più diffusi e che compaiono in età sempre più precoce. In Italia, le ultime stime ufficiali (1) parlano di tre milioni di persone affette, di cui quasi il 96% donne, con casi di anoressia già intorno ai 10-11 anni. La casistica relativa alla popolazione maschile è comunque molto sottostimata, secondo l’ABA (Associazione Bulimia Anoressia) (2).
L’Ufficio Federale della Sanità Pubblica riporta che il 3,5% della popolazione è stato colpito da un disturbo alimentare (3), perlopiù bulimia.
A differenza di chi decide di mettersi a dieta, per un anoressico la restrizione calorica estrema non è un problema, anzi viene vissuta come una conquista, una dimostrazione della propria capacità di controllo su sé stessi, a cui è spesso legata la convinzione di poter mantenere il controllo su ogni aspetto della propria vita.
Per un bulimico o un affetto da binge eating, le abbuffate compulsive e (nel primo caso) il vomito indotto, sono accompagnati da senso di colpa e vergogna che però non portano a volerne uscire, ma solo a nascondere il fenomeno a parenti o al compagno, come ho potuto constatare, più volte, anche nella mia esperienza clinica.
Dunque, la presa di coscienza della malattia è il primo, imprescindibile passo, per poterne uscire. Spesso, il preconcetto che si tratti di una “malattia mentale” porta i pazienti a nascondere il proprio problema. Si tratta invece di una patologia multifattoriale, in cui cause fisiologiche (es. l’inizio di una dieta troppo restrittiva), sociali (es. modelli di bellezza inarrivabili diffusi da social network e media) e psicologiche (es. difficoltà familiari) contribuiscono in modo diverso da persona a persona. È importantissimo, quindi, affidarsi a professionisti esperti che possano individuarle e fornire l’adeguato supporto, includendo anche familiari e congiunti.
In Svizzera esistono diverse associazioni e gruppi di auto aiuto a cui potete rivolgervi. Potete consultare questo link oppure scrivermi per avere informazioni.
Un caro saluto Dalla vostra consulente alimentare
Tatiana Gaudimonte
Fonti:
(1) http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4470&area=Salute%20donna&menu=patologie
(2) http://www.bulimianoressia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6
(3) https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/themen/mensch-gesundheit/koerpergewicht-bewegung/koerpergewicht/essstoerungen.html