Le cause più probabili della disgrazia sono una disattenzione o un malore del 34enne al volante
Le perizie sullo stato di salute del conducente chieste dal procuratore vallesano Olivier Elsig privilegiano due ipotesi: la disattenzione o il malore dell’autista. Cause che probabilmente hanno portato la sera di martedì 13 marzo 2012, nella galleria dell’autostrada A9 nei pressi di Sierre, all’incidente, nel quale hanno perso la vita 28 (di cui 22 bambini) delle 52 persone a bordo di un pullman belga che stava rientrando dalle vacanze. Nella scorsa settimana il procuratore ha informato le famiglie delle vittime in Belgio chiedendo l’archiviazione del procedimento, visto che le analisi sullo stato di salute sono concluse e le indagini hanno escluso che l’autobus avesse difetti tecnici. Ma l’inchiesta non ha potuto svelare l’esatta causa dell’incidente, che ha spinto il 34enne conducente a schiantarsi contro un muro della galleria, e probabilmente essa rimarrà un mistero.
Le perizie del Centro universitario romando di medicina legale si sono concentrate su due contingenze: la patologia cardiovascolare dell’autista e su un medicinale contro la depressione che l’autista assumeva da due anni. I periti hanno accertato che la malattia cardiovascolare è un fenomeno assai raro negli uomini giovani. Essa può provocare un infarto acuto, un’angina pectoris o aritmia cardiaca. Questo avrebbe potuto creare un malore che di conseguenza avrebbe portato l’autista a perdere il controllo del pullman, ma questa causa non può essere dimostrata a posteriori. Per quel che riguarda l’antidepressivo, è poco probabile che il farmaco abbia diminuito la sua capacità di guida o che addirittura l’abbia spinto al suicidio. Nel momento dell’incidente la dose del farmaco era stata già dimezzata in vista dell’interruzione della terapia. Escludendo dunque i problemi di salute, allora si privilegia la causa razionale, che avrebbe portato il conducente alla distrazione o a un attacco di debolezza.
Le famiglie delle vittime riceveranno una sintesi dettagliata delle perizie, ma alcune avrebbero provato risentimento per le conclusioni. Elsig, che ha presentato personalmente le perizie in Belgio, pare non sia riuscito a soddisfare le famiglie. Dal giorno della tragedia continuano a essere deluse e rimproverano la Svizzera per l’andamento delle indagini, criticando l’assenza di certezze o il fatto che i soccorsi siano arrivati tardi sul luogo. L’avvocato Dirk Vanden Boer, che rappresenta una maggioranza dei familiari, ha comunicato che “i parenti chiederanno probabilmente complementi d’inchiesta”, perché si hanno solo ipotesi, mentre le persone colpite cercano chiarezza. Anche perché la questione della colpevolezza ha una notevole importanza nel processo contro l’impresa di trasporto proprietaria del pullman, sulle conseguenze finanziarie di un probabile risarcimento.