Dal dramma personale, alla lotta contro la depressione, al thriller americano fino alla denuncia sociale dell’abuso di psicofarmaci. Con Effetti collaterali, uscito dopo quasi un anno di distanza da Magic Mike, il premio Oscar Soderbergh porta sullo schermo un film assolutamente diverso dai precedenti!
Questa volta Soderbergh si cimenta con un thriller provocatorio ambientato a New York e si concentra su un tema delicato ma fortemente attuale, l’uso e l’abuso degli psicofarmaci. A meno di un anno dallo scorso film, il tanto chiacchierato Magic Mike” con questa pellicola, che si differenzia totalmente dalla precedente, a cominciare dalle tematiche trattate, il regista smentisce per l’ennesima volta le voci, sostenute da lui stesso, sulla sua volontà di allontanarsi dal mondo del cinema, ma anzi si rimette in gioco portando sulla scena un film completamente diverso dai generi precedenti mostrando in questo modo tutta la sua elasticità artistica.
Presentato al Festival di Berlino dove addirittura è stato paragonato al maestro Hitchcock, Effetti collaterali, si presenta come un thriller accattivante perché potrebbe rappresentare la realtà di tutti i giorni spesso macchiata da delitti e avvenimenti di cronaca nera che il pubblico segue giorno per giorno per cercare di venire a capo della situazione. La stessa cosa avviene con Effetti collaterali di Soderbergh, dove il regista crea una sorta di giochi di specchi in cui lo spettatore è portato a credere ad un certo punto di aver risolto il mistero ma un elemento o un particolare cambia improvvisamente la prospettiva e riapre il caso. In questo modo il pubblico è concentrato a seguire il film fino alla fine e il suo interesse e la sua curiosità di sapere come siano andate realmente le cose crescono di volta in volta, con l’apparire di elementi nuovi ed improvvisi.
Questo intreccio è costruito magistralmente attraverso le storie e le forti personalità dei protagonisti. Le vite dei quattro protagonisti si intrecciano tra loro creando la fitta trama che vede al centro la povera Emily Taylor (Rooney Mara), una donna di umili origini che però riesce a sposare Martin (Channing Tatum), un manager rampante che subito dopo il matrimonio risulta essere un criminale che deve scontare 4 anni di carcere per insider trading. Dopo 4 anni il marito torna a casa, ma la moglie non reggerà lo stress, finendo del tunnel della depressione e tentando il suicidio. Scontata la pena i due si riuniscono ma la moglie non reggerà lo stress, finendo del tunnel della depressione e tentando il suicidio. Per una casualità Emily incontra il medico psichiatra Jonathan Banks Jude Law è un inglese emigrato negli Stati Uniti in cerca di migliori fortune che lavora molto per mantenere la sua famiglia, ed ha persino scelto di entrare in un programma sperimentale di un nuovo farmaco pur di migliorare la sua situazione economica. Così, mentre il medico proverà a curarla, ricorrendo anche ad un nuovo farmaco molto pubblicizzato ma poco sperimentato, la donna, in preda ad uno degli effetti collaterali del farmaco – una crisi di sonnambulismo – ucciderà inconsapevolmente il marito, affermando in seguito di non ricordare nulla. Per salvare la situazione interverrà anche l’ex medico della povera donna, interpretato da Catherine Zeta-Jones.
Come detto in precedenza, il film trae spunto dalla realtà in cui negli ultimi anni l’abuso di psicofarmaci ha fatto registrare conseguenze drammatiche dovute appunto dagli effetti collaterali di questi medicamenti. Il film sarà visibile nelle sale Svizzere a partire dal 1° maggio, proiettato nella Svizzera tedesca e dal 6 giugno in Ticino, mentre nel cantone francese è già visibile dal 10 aprile.