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30 April 2024
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Motori

Formula E: BERNA 2019

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Quanto è popolare la Formula E in Svizzera lo abbiamo concretamente verificato lo scorso sabato. Innanzitutto: il viaggio si è svolto in treno. Sicuri di non inquinare ed arrivare in orario. Inoltre il numero dei passeggeri, tutti diretti a Berna, avrebbe sicuramente meritato un treno speciale. Persone di ogni età, condizione sociale e provenienza geografica, esibiva i biglietti per l’evento: il 2019 Julius Baer Swiss E-Prix di Berna, undicesima prova del Campionato 2018-2019 ABB FIA Formula E (www.FIAFormulaE.com) e della serie europea delle gare patrocinate da www.voestalpine.com. Secondo gli organizzatori, sabato scorso a Berna i partecipanti erano circa 130’000. La Formula E, versione a motore elettrico della Formula Uno che già conosciamo, con la presente stagione è arrivata al quinto campionato. Nata nel 2011 da una intuizione del presidente della Federazione Automobilistica Internazionale-FIA Jean Todt e dell’imprenditore spagnolo Alejandro Agag Longo, dalle prime edizioni ad oggi la Formula E ha registrato progressi tecnologici impressionanti. Perché questo è nella natura del progetto. Nei prossimi anni le auto a motore elettrico ci faranno assistere ad innovazioni con una velocità sinora sconosciuta ad un motore a benzina. Quest’ultimo, ammettiamolo: non è che una evoluzione del progetto originale di inizi Novecento. Ecco quindi spiegata la “formula magica” dell’attuale popolarità delle gare elettriche: essere il prodotto giusto al momento giusto. Innovativo proprio quando l’evoluzione digitale ha abituato consumatori ed industria ad un progresso continuo, reale, condiviso e trasversale. Sino a tradursi in un lento cambiamento non più solo nella forma ma nella sostanza del destino della nostra epoca. È bene comprenderlo subito: la svolta ecologica e la digitalizzazione, con tutte le conseguenze che la loro messa in pratica richiederanno, costituiscono il tema per cui questo nostro secolo Ventunesimo sarà ricordato in futuro. E allora: cominciamo da oggi. Iniziamo dalla Formula E. La stagione 2018-2019 si è contraddistinta per il debutto di un nuovo tipo di vettura di seconda generazione: la Spark SRT 05e. Presentato al Salone di Ginevra dello scorso anno, il motore nasce dalla collaborazione tra le case costruttrici McLaren Electronic Systems, Spark Racing Technology, Williams Advanced Engineering e la italiana Dallara. L’energia complessiva prodotta dalle batterie elettriche è raddoppiata a 54 kWh e la attuale potenza disponibile durante la gara è salita a 200 kW (272 CV), corrispondente ad una normale vettura a benzina di circa 3,5 litri di cilindrata. Risultato: le auto di Formula E ora possono ora percorrere tutto il circuito di gara senza doversi fermare ai box per cambiare la vettura con una gemella “carica”, come avveniva lo scorso anno. Migliora anche la guidabilità in pista: il passo, cioé la distanza tra l’asse delle ruote anteriori e posteriori, è stato portato a 3,10 metri su una lunghezza totale del veicolo di 5,16 m. Anche i pneumatici, forniti da Michelin, mantengono la loro origine “stradale” e non da competizione: ma la loro massa è stata alleggerita così come la resistenza al rotolamento. Novità anche nell’impianto frenante: Spark Racing Technolog, assemblatore ufficiale delle componenti di tutte le auto di Formula E, ha adottato le soluzioni tecniche progettate dalla società italiana Brembo. Nota da ricordare: queste migliorie tra breve le ritroveremo tutte anche nella normale produzione automobilistica. Undici le squadre in gara, di cui lasciamo ai lettori individuare i nomi già noti nel mondo industriale e sportivo: Audi Sport ABT Schaeffler; BMW Andretti Motorsport; DS Techeetah; Envision Virgin Racing; Geox Dragon; HWA Racelab; Mahindra Racing; Nio Formula E Team; Nissan e.dams; Panasonic Jaguar Racing; Venturi Formula E Team. Anche tra i piloti troviamo volti noti, come per esempio: Felipe Massa ex-pilota Ferrari 2006-2013 ed oggi in forza al team monegasco Venturi. Oppure Nelson Piquet Jr. del team Panasonic Jaguar, il cui collega Mitch Evans arrivato secondo a Berna, ha così commentato la sua esperienza a fine gara: “La mia Jaguar I-TYPE 3 era molto veloce: ringrazio il team per aver preparato una vettura così competitiva. Sul circuito cittadino di Berna superare gli avversari è stato più difficile di quanto mi aspettassi. Ho provato a superare Jean Vergne ma si è difeso bene”. Ed eccoci ai vincitori. Del secondo classificato abbiamo appena riferito. Terzo sul podio di Berna: il vodese Sebastian Buemi. Mentre, ancora una volta, è risultato primo il francese Jean Vergne che, insieme al team cinese Techeetach per cui gareggia, si avvia anche a vincere il campionato di Formula E 2018-2019. Restano ancora due gare per chiudere la stagione: a luglio, entrambe da disputare sul circuito cittadino di New York. 

Per dovere di cronaca è doveroso segnalare che a Berna, come anche a Zurigo, l’arrivo in città della Formula E ha suscitato polemiche tra gli abitanti. Probabilmente perché il progetto Formula E oggi deve ancora risolvere una contraddizione di fondo. La maggiore sensibilità ecologica ha certamente sensibilizzato il pubblico a nuove forme di mobilità. Ma dopo avere allontanato il traffico automobilistico dalle zone urbane, gli abitanti si sono anche ripresi gli spazi lasciati liberi: diventandone custodi gelosissimi. Ed è proprio questo il punto. Quanto più le gare elettriche sino a pochi anni fa sono state un evento originale, alternativo e sperimentale, tanto più oggi le evoluzioni tecnologiche stanno portando la Formula E a richiedere spazi di gara simili a quelli della Formula Uno. Ed ecco quindi che, nel malumore degli abitanti specie dei centri urbani di medie dimensioni, i circuiti cittadini cominciano a diventare inadeguati. La storia tende a ripetersi. Lo stesso accadde nel secolo scorso agli esordi delle gare motoristiche a benzina. Oggi come allora non resta che trovare una soluzione.

Andrea De Grandi, 

Motor Editor

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