A rischio scioglimento due grandi ghiacciai che fanno da argine alla calotta polare dell’Antartide
“Lo spessore delle piattaforme di ghiacci dell’Antartide si è sensibilmente ridotto, tanto che in alcune aree risulta diminuito del 20% nel giro di due soli decenni. Quel che è più grave, secondo gli ultimi dati delle misurazioni da satellite effettuate dal 1994 al 2012, è che il fenomeno è in netta accelerazione”: a lanciare l’allarme è l’Agenzia Spaziale Europea che ha pubblicato i dati delle sue ricerche in merito sulla rivista Science.
Secondo il glaciologo Massimo Frezzotti, uno dei massimi esperti dell’Antartide, se il fenomeno dovesse proseguire con la stessa accelerazione denunciata dalla ricerca dell’Agenzia Spaziale Europea, i ghiacci dell’Antartide causeranno una variazione di livello dei mari ben superiore alle previsioni annunciate durante la Conferenza intergovernativa sui cambiamenti climatici sponsorizzata dagli Stati Uniti, che nel suo quinto ed ultimo rapporto del novembre 2014, dando anch’essa per scontato che l’aumento delle temperature sull’orbe terracqueo sia causato dall’uomo, aveva previsto un aumento globale di 52-98 cm dell’acqua degli oceani entro il 2100.
A destare preoccupazione sempre maggiore i due ghiacciai Pine Island e Thwaites: soprannominati i ‘Ghiacciai dell’Apocalisse’, sono due blocchi di ghiaccio grandi poco più della Francia che di fatto fanno da argine a gran parte della calotta polare dell’Antartide, una quantità di ghiaccio che, se riversata negli oceani, potrebbe alzare di 3 metri il livello del mare e sommergere tutte le città costiere sul pianeta. Diventa quindi facilmente comprensibile come prevedere ed anticipare la velocità e le modalità con cui questi ghiacciai collasseranno è una questione più che urgente all’interno della comunità scientifica. La loro situazione è monitorata da anni dagli scienziati. Già l’anno passato, due climatologi, Rob DeConto dell’Università del Massachusetts e David Pollard della Penn State University hanno pubblicato uno studio in cui si collegavano le ultime conoscenze sull’instabilità delle ghiacciai marini alle allarmanti rilevazioni in Antartide. I due studiosi sono arrivati alla conclusione che le stime sull’innalzamento marino per i prossimi cento anni sono ampiamente da rivedere.
In un recente articolo, il meteorologo Eric Holthaus ha previsto che ci sono buone possibilità che il collasso dei due ghiacciai possa addirittura avvenire nei prossimi 20-50 anni, in quanto “l’innalzamento del livello del mare per il prossimo secolo è potenzialmente molto più grande di quanto gli scienziati hanno ritenuto fino a 5 anni fa”. Sulla scia dei dati dell’Agenzia Spaziale, gli scienziati hanno ripercorso tutte le ere geologiche che hanno contraddistinto la storia del nostro pianeta e si sono soffermati sulla parte conclusiva dell’ultima era glaciale, quando le temperature globali si attestavano più o meno ai livelli attuali.
Da questo confronto hanno scoperto che, proprio come sta avvenendo in questi giorni, circa 11.000 anni fa i ghiacciai della Pine Island Bay (la zona dei “Ghiacciai dell’Apocalisse”) sono crollati improvvisamente, allagando le coste del mondo, secondo il fenomeno chiamato ‘instabilità della calotta di ghiaccio marino’.
Se si pensava che questi cambiamenti climatici potessero impiegare tempi geologici, le nuove prove indicano come sia probabile che, una volta raggiunta una certa soglia di temperatura, le piattaforme di ghiaccio dei ghiacciai che si estendono verso il mare possano iniziare a sciogliersi in maniera molto più veloce e violenta a causa dell’instabilità della struttura.