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2 May 2024
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Svizzera

Il servizio pubblico svizzero è affidabile

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Il Consiglio federale respinge l’iniziativa “A favore del servizio pubblico”, testo che indebolirebbe le imprese pubbliche

Le riviste dei consumatori “K-Tipp”, “Saldo”, “Bon à Savoir” e “Spendere Meglio” hanno lanciato l’iniziativa popolare “A favore del servizio pubblico” sulla quale il popolo svizzero si esprimerà il 5 giugno 2016. Il testo chiede, con le modifiche costituzionali, proposte per migliorare il servizio pubblico, che secondo i promotori è peggiorato, anche per una certa indignazione della popolazione. Per raggiungere l’obiettivo, le aziende pubbliche controllate dalla Confederazione come la Posta, Swisscom e Ferrovie federali svizzere non devono conseguire profitti nelle prestazioni di base, non procedano a sovvenzionamenti trasversali ed emanino disposizioni sui salari che non siano più alti di quelli dell’amministrazione federale. Perter Salvisberg, del comitato d’iniziativa non è soddisfatto delle prestazioni pubbliche in Svizzera: filiali delle poste che chiudono, prezzi dei biglietti eccessivi e tariffe telefoniche più care rispetto all’estero, mentre le aziende guadagnano milioni. “Gli utili dovrebbero restare nelle aziende e non versate alla Confederazione”, ha spiegato Salvisberg, “soldi che servirebbero per le innovazioni”. Questo permetterebbe di offrire alla popolazione un buon servizio e anche pagabile.
Contraria l’opinione del Consiglio federale che respinge l’iniziativa: le intenzioni sono nobile, ma il testo è fuori dalla realtà. La ministra del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), Doris Leuthard ha lanciato la campagna contro il testo: “La Svizzera ha un servizio universale affidabile ed è un tassello fondamentale per la coesione del Paese e per la prosperità dell’economia”. Un sì all’iniziativa sarebbe addirittura controproducente e metterebbe a rischio un sistema che funziona (i treni viaggiano puntuali e la posta è recapitata puntualmente) senza avanzare concrete proposte di miglioramento. “L’iniziativa limita anche la libertà aziendale”, ha aggiunto Leuthard, e “l’impedimento di un esercizio lucrativo rende più difficile investire in nuove tecnologie e nuovi prodotti”. Per Confederazione e cantoni ci sarebbe inoltre un calo delle entrate che “comporterebbe un aumento delle imposte e uno smantellamento delle prestazioni”. È stato respinto anche l’adeguamento dei salari. Leuthard rimanda alle condizioni del mercato: “I vincoli ridurrebbero l’attrattiva delle imprese parastatali”, dove solo salari conformi alle condizioni del mercato permettono di reclutare personale qualificato.
L’iniziativa ha rilanciato il dibattito sul servizio pubblico, che in Svizzera è ripreso da destra a sinistra e spesso ne decantano l’importanza culturale per le diverse regioni ed è la base per la prosperità economica. Il tutto a prezzi adeguati e di qualità nei servizi, senza pensare a qualsiasi smantellamento, che non sarebbe preso bene dai votanti . Ma le misure propagate dai promotori portano fuori via e il testo non ha raccolto molti consensi. Il Parlamento l’ha respinto all’unanimità e sono contrari anche i sindacati e le associazioni economiche. La votazione tenderà probabilmente alla bocciatura, ma restano le questioni essenziali, di come conciliare gli interessi tra i servizi di base e la clientela e sulla libertà del mercato. Inoltre il concetto “Service public” è più complesso di quel che si pensi e resterà all’ordine del giorno della politica anche dopo un eventuale “no”.
Gaetano Scopelliti

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