La sospensione dei lavori del parco eolico di Mongrassano-“Aia del Vento”, decretata dal Ministero Beni e Attività Culturali dopo che per un anno e mezzo tutte le attività sono state svolte SENZA autorizzazione paesaggistica (scaduta a novembre 2017), è stata comunicata alla Siemens Gamesa, al Sindaco di Mongrassano e alle locali forze dell’ordine venerdì 22 maggio. Ciò nonostante, lunedì 25 il cantiere ha funzionato come nulla fosse e a stento le autorità preposte hanno dato esecuzione al provvedimento da martedì 26. Con il pretesto della messa in sicurezza del cantiere, poi, che in realtà avrebbe dovuto precedere qualsiasi attività, di fatto i lavori proseguono tuttora. È stata addirittura montata un’altissima antenna nella più completa indifferenza di quanti dovrebbero vigilare sul rispetto della disposizione ministeriale, la cui violazione è punita penalmente.
Quali interessi rappresenta e difende il primo cittadino di Mongrassano, refrattario ad emanare qualsiasi provvedimento che impedisse la violazione in atto? E perché le stesse forze dell’ordine sembrano sottrarsi sistematicamente ai loro compiti di sorveglianza anche dopo che il fermo è stato notificato? Siamo di fronte a mera ‘svogliatezza’ o i fili delle marionette che si muovono sul palcoscenico sono tenuti da mani criminali? È un affare da 40 milioni di euro, questo della realizzazione dell’eolico di Mongrassano, giova forse ricordarlo, e la Regione l’ha autorizzato e favorito in modo più che spregiudicato, senza rispettare le regole del gioco.
Le implicazioni che s’intuiscono sottotraccia sono più che preoccupanti. La legge è ancora uguale per tutti, in Italia, oppure in Calabria alcuni sono più uguali degli altri?!