L’inchiesta richiede ancora del tempo: prevalgono l’errore umano o il problema tecnico.
Che cosa sia esattamente successo la sera di martedì 13 marzo nella galleria dell’autostrada A9 nei pressi di Sierre, dove in un incidente hanno perso la vita 28 (di cui 22 bambini) delle 52 persone a bordo di un pullman belga, resta ancora un mistero. Le indagini svolte sulle tracce dei pneumatici hanno mostrato che il pullman ha toccato il cordolo, quindi è stato catapultato sulla parte destra e lì si è schiantato contro la parete della piazzola di sosta. Il procuratore vallesano Olivier Elsig, dopo avere analizzato le immagini del pullman, ha dichiarato che l’incidente non è stato causato da fattori esterni e che i dati del veicolo hanno evidenziato che non viaggiava ad alta velocità. I lavori di esame sul veicolo, per i quali sono stati assunti specialisti in Svizzera, non sono ancora iniziati, mentre è probabile che esperti della ditta belga Van Hool (produttrice del pullman) si recheranno in Vallese. Smentita dalla Toptours, l’impresa di trasporto proprietaria del pullman, anche l’ipotesi che uno degli autisti prima dello schianto stava caricando un DVD nel lettore del veicolo, poiché chi siede sopra non può vedere i conducenti. Il procuratore Elsig ha dichiarato, che si erano accesi gli schermi per vedere il film, ma di non avere testimonianze sulla presenza di terzi che avrebbero distolto l’autista, il quale non ha usato il lettore DVD. La Toptours ha anche escluso la stanchezza dell’autista e il problema tecnico, mettendo in risalto la lunga esperienza dei due conducenti. Nel corpo degli autisti non sono stati rilevati difetti cardiaci e neanche tracce d’alcol. Il 34enne autista lavorava a tempo pieno per l’impresa di pullman De-Lijn e l’impiego per la Toptours era un’attività secondaria. La portavoce di De-Lijn ha detto che l’autista era molto competente nei lavori che svolgeva presso la ditta. L’8 marzo aveva preso libero per guidare il pullman che avrebbe riportato i bambini dalla Svizzera in Belgio. Vista la complessità del caso, non è ancora terminata l’autopsia sul 34enne che era al volante. Le analisi al centro universitario romando di medicina legale (CURML) richiedono ancora del tempo. Al momento dunque non viene privilegiata nessuna ipotesi. L’inchiesta prosegue a ritmi elevati e gli inquirenti, per far luce, si recheranno presto in Belgio per ascoltare i bambini sull’incidente, ma solo se otterranno il consenso delle famiglie e se le condizioni psichiche dei testimoni lo permetteranno.
Venerdì mattina sono state rimpatriate le 28 salme delle vittime: dieci ragazze di 12 anni, una di 13, undici maschietti di 12 e sei adulti di 71, 54, 52, 41, 38 e 35 anni. Le bare sono poi state traferite, sotto scorta della polizia, nei comuni di origine. Sei bambini morti erano olandesi. I funerali avranno luogo il 21 e 22 marzo. Alle 11 di venerdì in tutto il Belgio si è fermata la vita pubblica ed è stato osservato un minuto di silenzio. Anche la maggior parte dei 24 feriti ha fatto rientro in patria tra giovedì e venerdì, chi in aereo, chi in autobus. La ragazzina ricoverata all’Inselspital di Berna è stata trasferita all’ospedale di Louvain (B), dove continuerà le cure. In Svizzera restano le tre bambine gravemente ferite e ricoverate al centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) a Losanna, dove sono tenute in coma artificiale. Una di esse si è svegliata ed è in grado di comunicare. Le altre due vengono ancora mantenute in coma per i gravi traumi cranici subiti. Per i medici dell’ospedale è ancora presto considerarle fuori pericolo.